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martedì, Dic 10

10 cose assurde che i politici hanno detto davvero in questo decennio


Sono stati 10 anni intensi, e anche piuttosto surreali. Da Trump e la Coca Light fino a Di Maio e la Francia, abbiamo raccolto le dichiarazioni più assurde della politica del decennio

La politica, si sa, è l’arte del possibile, ma qualche volta ama spingersi persino un po’ più in là. Con il 2019 ormai agli sgoccioli, abbiamo deciso di raccogliere per voi le dichiarazioni più assurde partorite dalla politica nell’ultimo decennio, quelle che ancora oggi ci fanno strabuzzare gli occhi e dire: ma com’è potuto succedere?

Sono stati dieci anni molto intensi, iniziati col tramonto del berlusconismo e finiti con Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. I dieci anni del Movimento 5 stelle, di Matteo Salvini, di David Cameron e di Jair Bolsonaro. Dieci anni molto lunghi, guardandoli in retrospettiva, ma ricchi di momenti che resteranno nella memoria collettiva.

10. “Cos’è la golden shower?”

Jair Bolsonaro (2019)

Quella del 6 marzo 2019 dev’essere stata una giornata decisamente formativa per l’allora neo-presidente del Brasile Jair Bolsonaro, che più o meno in contemporanea ha scoperto i vantaggi di effettuare una buona ricerca Google prima di twittare e il significato di golden shower (per chi ancora se lo stesse chiedendo, la pratica sessuale di urinare – o farsi urinare – addosso).

La gestione piuttosto disinvolta della comunicazione social è stato uno dei fattori che più ha caratterizzato il primo anno di Bolsonaro alla presidenza, portandolo letteralmente a un soffio dall’incidente diplomatico con Emmanuel Macron, che l’esponente dell’ultra-destra brasiliana ha schernito con un maldestro commento ad un’immagine sessista che paragonava l’avvenenza delle compagne dei due leader.

9. “Il migrante è un gerundio”

Matteo Salvini (2015)

Il rapporto tra Matteo Salvini e i flussi migratori non è mai stato particolarmente disteso, incrinato da anni di propaganda e da un numero considerevole di fake news. L’apice della tensione arriva però il 4 giugno 2015 – durante la trasmissione Virus condotta da Nicola Porro – e in un attimo fa il giro del web e ritorno.

Erano ancora i tempi delle t-shirt e del tormentone “Ruspa!”, una sorta di periodo blu per il futuro ministro dell’Interno, che negli anni a venire avrebbe sperimentato prima la felpa, poi la camicia e infine il dolcevita. La retorica, in ogni caso, è quella che abbiamo imparato a conoscere, con tanto di attacchi a Laura Boldrini, qui accusata di aver inventato l’espressione migrante.

8. “Meglio essere appassionato di belle ragazze che gay”

Silvio Berlusconi (2010)

Non poteva ovviamente mancare il contributo del gaffeur politico per eccellenza, un po’ attempato ma ancora in grado di regalare indimenticabili spunti di satira. Qui Silvio Berlusconi si cimenta con uno dei suoi classici immortali, l’ostentazione di machismo condita con quel tocco di malcelata omofobia che ha contribuito a segnarne le fortune elettorali.

Siamo nei giorni caldi del caso Ruby, una vicenda che di lì a breve lo avrebbe visto imputato per sfruttamento della prostituzione minorile e concussione, ma il Cavaliere non si lascia abbattere e dal Salone del ciclo e motociclo di Milano sfoggia il suo miglior sorriso. E il solito repertorio umoristico.

7. “La Francia, con la sua tradizione democratica millenaria”

Luigi Di Maio (2019)

Gli anni dieci del Duemila saranno senza ombra di dubbio ricordati come quelli dell’uomo qualunque, croce e delizia della politica italiana fin dall’alba della Repubblica, ora finalmente elevato al rango di classe dirigente.

Nato dall’intuizione di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, il Movimento 5 Stelle ha impiegato dieci anni per completare la scalata alle istituzioni, ma non si può dire che nel mentre siano rimasti con le mani in mano. Dalla gaffe di Di Maio su Pinochet ai dubbi di Carlo Sibilia circa l’allunaggio, la concorrenza era spietata, ma questa frase l’ha spuntata per almeno due buone ragioni: perché era contenuta in un documento diplomatico ufficiale, naturalmente, ma soprattutto perché quel documento si era reso necessario dopo l’incredibile incontro tra Alessandro Di Battista e una rappresentanza dei gilet gialli. Quella sbagliata.

6. “Smentisco di aver mai inserito parti intime nella testa di un maiale”

David Cameron (2015)

Uno dei rari momenti in cui la realtà funziona meglio della serialità televisiva. Domenica 20 settembre 2015 una vera e propria bomba mediatica rischia di compromettere la vita privata e la carriera politica dell’allora primo ministro inglese David Cameron.

A farla deflagrare è il Daily Mail, quotidiano britannico solitamente considerato poco affidabile, ma che per l’occasione riuscì ad assicurarsi l’esclusivo estratto di una biografia non autorizzata del premier, scritta da Lord Michael Ashcroft, uomo d’affari e un tempo suo alleato. Il passaggio più pruriginoso del libro riguardava la prova d’ingresso di una delle più elitarie confraternite di Oxford – la Piers Gaveston Society – per superare la quale Cameron avrebbe avuto un rapporto sessuale con la testa di un maiale.

Il caso fu immediatamente ribattezzato piggate e a molti ricordò l’episodio pilota della fortunata serie tv Black Mirror. David Cameron riuscì a uscirne tutto sommato indenne, ma proprio in quei mesi iniziava l’avventura referendaria di Brexit che ne avrebbe decretato il declino politico.

5. “Alcuni dovranno tornare a casa”

Angela Merkel (2015) 

Il 18 aprile 2015 è una data che peserà per sempre sulla coscienza dell’Unione Europea, uno di quei bivi della storia che permette di tracciare con facilità una linea netta tra ciò che c’è stato prima e ciò che invece sarebbe arrivato dopo. È il giorno del più grande naufragio mai avvenuto nel mar Mediterraneo, una tragedia costata la vita a un numero ancora imprecisato di persone, ma che oggi calcoliamo tra le 700 e le 900.

Con una mossa ponderatamente coraggiosa, quattro mesi più tardi la cancelliera Angela Merkel aprirà le porte della sua Germania ai rifugiati provenienti dalla Siria, una decisione politicamente molto costosa, ma particolarmente significativa dal punto di vista simbolico.

In mezzo c’è questa frase, parte di un botta e risposta più ampio nel quale Merkel prova a spiegare la complessità delle politiche di accoglienza a un’adolescente palestinese che ha da poco scoperto di non poter restare in Germania. Il risultato è drammatico e disastroso al tempo stesso, sotto tutti i punti di vista.

4. “Non ho mai visto una persona magra che beve Coca-Cola Light”

Donald Trump (2012)

È impossibile non citare l’influenza esercitata sulla storia del decennio da Donald Trump. Il numero di invettive che lo stesso 45esimo presidente degli Stati Uniti ama considerare “politicamente scorrette” è ormai incalcolabile, ma la sua intensa produzione su Twitter ci ha regalato gemme anche ben prima del suo approdo alla Casa Bianca: è il caso di questo tweet del 2012, a metà tra la battuta en passant e la massima di pensiero filosofico.

Non solo anatemi, guerre nucleari sfiorate (ci arriviamo), insulti agli avversari politici e considerazioni razziste, ma anche tweet da incorniciare (no, davvero: c’è un servizio che li mette in cornice, e ovviamente questo è uno degli articoli più venduti). In realtà, facendo un po’ di ricostruzione filologica, il tweet in questione è solo il primo di una serie di considerazioni dell’allora magnate sulla sua amatissima bevanda, andate avanti addirittura per tre giorni: il 16 ottobre 2012, chiudendo la polemica da lui stesso avviata, Trump lamentava di aver subito pressioni dall’azienda Coca-Cola scrivendola Coca-Cola non è soddisfatta di me. Va bene: continuerò comunque a bere quella spazzatura”.

3. “È stato uno degli errori fatti durante la campagna per il Leave”

Nigel Farage (2016)

E poi c’è Brexit. Sono passati tre anni e mezzo dal referendum che ha cambiato il volto dell’Europa e, sebbene il processo di uscita della Gran Bretagna non sia ancora ufficialmente completo, questo momento è già diventato un piccolo classico.

Nelle ore immediatamente successive al voto del 23 giugno, il leader di Ukip Nigel Farage, uno dei grandi protagonisti della campagna elettorale, ammette candidamente all’emittente Itv che i soldi un tempo destinati all’Unione Europea – 350 milioni di sterline a settimana – non potranno essere destinate al servizio sanitario nazionale, come promesso fino a qualche giorno prima in campagna elettorale. Una scoperta fuori tempo massimo per i cittadini britannici, ma in generale una bella lezione sulla credibilità degli slogan elettorali.

2. “Le leggi, come le donne, esistono per essere violate”

Castelao Bragaña (2012)

Se non fosse per la scarsa centralità dello scenario politico spagnolo, questa frase avrebbe meritato senza dubbio il primo posto in classifica. Il suo autore è Castelao Bragaña, deputato del Partito Popolare e al momento dei fatti da appena quattro giorni consigliere generale dei cittadini spagnoli all’estero.

L’ovvio clamore suscitato dalla dichiarazione – pronunciata nel corso di un incontro ufficiale dell’organo consultivo – ha costretto Bragaña alle dimissioni e oggi la sua vita si svolge perlopiù a Buenos Aires, lontano chilometri dalla vita politica.

1. “Anch’io ho un pulsante nucleare, ma è molto più grande e molto più potente del suo”

Donald Trump (2018)

In questa frase pubblicata su Twitter da Donald Trump c’è veramente tutto: la drammaticità di una crisi internazionale quasi sfuggita di mano, un esempio da manuale di mascolinità fragile, la dimostrazione di potere più futile della storia e un’incredibile gara di pulsanti nucleari.

Il contesto è quello del braccio di ferro tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, con il temuto pulsante tirato in ballo poco prima da Kim Jong-un, nel discorso di Capodanno alla nazione. Il singolare scambio di minacce è infine terminato con un nulla di fatto, ma è la sintesi perfetta di dieci anni vissuti pericolosamente.

 

 

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