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venerdì, Ago 21

10 film che hanno riscritto le favole



Da Wired.it :

Non tanto le riproposizioni dark come Gretel e Hansel, ma nella nostra top 10 c’è chi le fiabe le reinventa, crea e mescola per dar vita a qualcosa di nuovo

La favola è la storia più tradizionale che ci sia, l’antenato del film in un’epoca in cui i racconti si facevano solo oralmente. Da lì viene molto di quel che ci raccontiamo, le parabole degli eroi e le morali inserite in una storia. I generi che conosciamo escono dalle favole, eppure la favola stessa in sé, è un genere. Un genere tradizionalmente pensato per l’infanzia che in alcuni casi diventa interessante per un pubblico adulto.

Questa settimana esce in sala Gretel e Hansel, rimaneggiamento horror della nota favola dei Grimm, una delle molte versioni che stiamo vedendo in questi anni di miti e storie tradizionali che vengono non solo modernizzati, ma proprio piegati per non somigliare più molto a una favola ma essere anche altro. Come sempre rimangono fissi i personaggi e le loro caratteristiche ma intorno a loro viene mescolato tutto. Il mondo che vivono è lo stesso, i punti cardinali che conosciamo anche, ma vengono trasformati.

Non è la prima volta che capita, anzi, i precedenti vanno più indietro di quel che possiamo immaginare, affondano a film in epoche in cui la passione per il remake era blanda e la locuzione proprietà intellettuale non era ancora nota. I migliori sono quelli che sono riusciti a soddisfare le due richieste fondamentali: essere aderente al mito e alla favola originale (o crearne da zero una nuova e in linea con la tradizione) e essere moderni negli esiti.

10. Labyrinth

Non propriamente una favola, ma nemmeno un film fantasy. Jim Henson (quello dei pupazzi del Muppet Show), organizza una grande storia che unisce la sua fantasia e ovviamente i suoi pupazzi, coinvolgendo David Bowie, lanciando Jennifer Connelly (che all’epoca aveva già lavorato con Sergio Leone e Dario Argento) e creando una vera favola dark moderna da zero.

9. Hook

Non c’è Disney dietro questo film ma Steven Spielberg, il che significa che la storia di Peter Pan è piegata alle idee e alle seconde paternità che caratterizzano il cinema spielberghiano. Scartando tutto il noto… questo film è ambientato dopo la favola, e ribalta la situazione: il bambino che non vuole crescere è cresciuto e deve lavorare per tornare indietro e recuperare lo spirito infantile.

8. I fratelli Grimm e l’incantevole strega

Chiunque sia appassionato del cinema di Terry Gilliam sapeva che prima o poi sarebbe cascato lì, nella favola. Ma a modo suo. Infatti, invece che reinterpretare qualcosa di esistente (che bene o male è ciò che fa sempre), ha preso i due personaggi responsabili di alcune delle favole più note e ha creato intorno a loro una favola nuova.

7. Il racconto dei racconti

Tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, questo film a episodi di Matteo Garrone è qualcosa di diverso da una semplice raccolta di favole, è un modello di comportamenti umani, di piccole meschinità come le favole erano solite raccontare che cerca in ogni modo di rendere l’orrore, la violenza e la paura che si annidano nei racconti tradizionali.

6. Fantasie di una tredicenne

Vampirismo, horror, ma anche fiaba e maturazione sessuale in un grande film surrealista. È forse uno dei titoli più noti del cinema polacco degli anni ‘70. Di certo è uno dei più coraggiosi, non solo per quel che propone, ma anche per il discorso che imbastisce tra simbologie onnipresenti e la cronaca di come il corpo femminile, una volta maturato, cambi l’essere umano che lo abita.

5. Il cigno nero

La versione spettacolare di una storia eterna. Modernizzato, ambientato autoreferenzialmente nel mondo del balletto, focalizzato sulle interpretazioni e su uno dei temi che più interessano Darren Aronofsky, ovvero come la concentrazione maniacale su qualcosa porti le persone ad una pazzia funzionale. Mentre si impazzisce definitivamente, e in modi autolesionisti, si ascende anche alla grandezza. Tutto questo non c’è nella storia del Lago dei cigni ma è farina del sacco di Aronofsky.

4. Alice

Jan Svankmayer crea in 83 minuti un delirio di idee, animazione in stop motion, grande recitazione e continua invenzione. La sua Alice nel paese delle meraviglie è una bambina che interagisce con un mondo a budget quasi zero, ripreso in modo che sia davvero difficile capire cosa appartenga al mondo reale e cosa alla fantasia della protagonista. Tutto dettagli, nessun totale, e una prospettiva schiacciata, addosso a tutto che rende impossibile orientarsi. Addirittura lei stessa non è chiaro se appartenga al mondo fantastico o a quello reale.

3. Il labirinto del fauno

La cosa bella di Guillermo Del Toro è che ha un’idea tutta sua di cosa sia una favola. Non viene a replicare i classici ma trova la propria strada. L’aveva sperimentata con La spina del diavolo, l’ha perfezionata con Il labirinto del fauno. La vera storia incrocia la fantasia e il reale, cioè il fantastico è inserito in un dramma tratto da fatti molto reali. La piccola storia e la grande storia insieme in una parabola tra due mondi pieni di creature inedite. Qui sembra che tutto davvero si sia allineato alla perfezione.

2. In compagnia dei lupi

Il concetto è davvero semplice: cappuccetto rosso e il lupo non sono legati da un rapporto carnivoro, come nella fiaba, ma sessuale. Da questo discende il resto. Il film di Neil Jordan cerca di creare una versione realistica di una storia impossibile, fa sognare a cappuccetto rosso i lupi mannari e finisce inevitabilmente per raccontare carne e desiderio. Il lupo desidera, brama e concupisce.

1. Scarpette rosse

Non ha molto a che vedere con la favola di Scarpette rosse ma gli autori Michael Powell e Emeric Pressburger, nel raccontare la storia di un’artista che interpreta quel balletto, di fatto creano la parabola di una favola. Quello che conta è l’incredibile lustro delle immagini, la lussuria dei primi piani, la sfacciata grandiosità della sequenza di balletto. È il piacere del grande spettacolo messo in immagini 24 volte ogni secondo.

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[Fonte Wired.it]