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giovedì, Set 03

11 anni di prigione al moderatore di AlphaBay

Da Punto-Informatico.it :

A oltre tre anni dalla chiusura si torna a parlare di AlphaBay, marketplace illegale attivo qualche tempo fa sul Dark Web frequentato da centinaia di migliaia di persone di tutto il mondo. La sua attività è stata interrotta nel luglio 2017 grazie a un’operazione condotta in partnership da FBI, Europol e altre agenzie a livello internazionale. La notizia di oggi riguarda la sentenza emessa nei confronti di Bryan Connor Herrell, 26enne del Colorado ritenuto moderatore della piattaforma.

AlphaBay: Bryan Connor Herrell finisce in cella

Il suo ruolo era quello di paciere: stando ai documenti del Dipartimento di Giustizia statunitense si sarebbe occupato di mediare oltre 20.000 controversie tra venditori e acquirenti, tenendo inoltre sotto controllo la regolarità delle inserzioni (pur considerando la natura illegale degli articoli) e monitorando i tentativi di frode tra gli avventori. Le autorità USA ritengono sia stato pagato in Bitcoin per il lavoro svolto.

Due gli pseudonimi utilizzati: Penissmith e Botah, comunque non sufficienti a garantirgli l’anonimato. Questo il commento del procuratore McGregor Scott affidato a un comunicato stampa.

La sentenza costituisce prova che i criminali non possono nascondersi dietro la tecnologia per infrangere la legge. Operare dietro il velo del Dark Web potrebbe far pensare a un riparo dalle indagini sui crimini, ma le persone dovrebbero pensarci due volte prima di ordinare o vendere droga online: verrete presi. Questo ufficio continuerà a utilizzare tutti i metodi possibili per fermare i crimini sul Dark Web, in particolare quelli riguardanti fentanil, oppioidi e altre sostanze pericolose.

È una storia dalle tinte oscure quella di AlphaBay, in poco tempo dall’apertura capace di farsi un nome nei meandri del Dark Web come lido per la compravendita di armi, sostanze stupefacenti e identità rubate. Il presunto fondatore, il giovane canadese Alexandre Cazes classe 1991, è stato trovato senza vita nella sua cella in Thailandia pochi giorni dopo l’arresto. Le manette erano scattate ai suoi polsi al termine di un’operazione condotta da FBI, DEA e Royal Thai Police portando a scovarlo in un’abitazione nella capitale Bangkok. Lì è stato rinvenuto un laptop contenente documenti non criptati dai quali è stato possibile risalire ad alcuni dei collaboratori della piattaforma, Bryan Connor Herrell compreso.

Per capire quanto fosse esteso il giro d’affari della piattaforma è sufficiente pensare che sono state stimante transazioni giornalieri per 600.000-800.000 dollari, ovviamente in criptovalute.



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