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lunedì, Feb 17

2000 iPhone distribuiti sulla Diamond Princess

2000 iPhone 6S sono stati distribuiti nelle ultime ore sulla nave Diamond, uno dei punti più caldi dell’epidemia di Coronavirus che sta attanagliando l’oriente e che sta minacciando l’economia mondiale. La notizia può apparire particolare soltanto ad un occhio superficiale, perché in ballo v’è un problema essenziale per la nave in questione: la necessità di isolare in modo assoluto i turisti nelle loro cabine, affinché non entrino in contatto con agenti patogeni o possano portare l’infezione ad altre persone.

Gli iPhone distribuiti hanno una nota app precaricata (“Line“) che consente l’interscambio comunicativo tra passeggeri e personale medico. Il fatto che non si sia fatta installare l’app sugli smartphone proprietari ma si siano distribuiti smartphone con l’app precaricata sarebbe stata una scelta pragmatica: evitare di dover dare lunga assistenza a tutti, perdendo ore di tempo laddove invece occorre agire con la massima solerzia e la massima efficacia. Ogni consegna è stata accompagnata con precise istruzioni all’uso, il tutto sotto la stretta organizzazione del Ministero della Salute giapponese.

Line è un instant messenger di facile utilizzo che permette di inviare messaggi ed effettuare videochiamate: diventerà in queste ore una sorta di linea diretta tra passeggeri, equipaggio e medici impegnati nell’emergenza.

Le infezioni sulla nave stanno continuando e secondo le ultime ipotesi tra i contagiati vi sarebbe anche un italiano. Un centinaio i nuovi contagi accertati solo nelle ultime ore per quella che è diventata un simbolo della lotta al Coronavirus: gran parte dei casi registrati in Giappone è infatti isolato proprio sulla Diamond, ove quindi si farà di tutto per curare i malati ed evitare che possano scaturire nuovi caso dopo il periodo di incubazione obbligatoria.

Com’è la vita sulla nave? Chiunque può seguire quanto sta per accadere grazie al racconto live di chi, fortunatamente in piena salute, sta passando il proprio tempo all’interno della propria cabina, in rigida quarantena ma con a disposizione un device connesso e una fotocamera con cui raccontare quanto sta accadendo ora dopo ora.







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