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venerdì, Lug 26

22mila torri per il 5G in Italia: Tim e Vodafone si alleano


Grazie alla controllata Inwit condivideranno insime 11mila torri ciascuna per la trasmissione del segnale su tutto il territorio nazionale

Antenna radiotelefono Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay
Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay

Tim e Vodafone unite per formare insieme la più grande tower company in Italia e la seconda in Europa con oltre 22mila torri per irradiare il segnale di rete, in vista della diffusione del 5G nel paese. La partnership è stata annunciata a Roma, in una conferenza stampa all’Accademia dei Lincei, dagli amministratori delegati Luigi Gubitosi (Tim), Aldo Bisio (Vodafone) e Giovanni Ferigo di Inwit.

Quest’ultima è la società che fino a oggi ha gestito torri, tralicci, pali e impianti tecnologici che consentono a Telecom Italia di distribuire il servizio di telefonia mobile, ma che dopo l’accordo diventerà la controllata di Vodafone e Tim, con un capitale partecipato al 37,5% da ciascuna e un flottante del 25%. Entrambe le compagnie avranno la possibilità di scendere congiuntamente nel tempo al 25%.

Vodafone e Tim integraranno dunque nella nuova Inwit le proprie strutture passive, 11mila torri ciascuna, e condivideranno gli apparati attivi di trasmissione mobile dividendosi la competenza in 10 regioni italiane ciascuna. Il beneficio atteso, assicurano gli ad di Vodafone e Tim, sarà una migliore copertura del segnale sul territorio grazie a una selezione “naturale” delle migliori strutture di trasmissione.

A livello societario è attesa una riduzione dei costi in spese di operatività e investimenti per lo sviluppo di 800 milioni ciascuno per Vodafone e Tim nei prossimi 10 anni, a cui si aggiunge un beneficio atteso per la nuova Inwit di oltre 200 milioni di euro al 2026. Per consentire l’operazione, Vodafone dovrà operare una scissione del proprio business in Vodafone Italia e Vodafone Towers. Una quota di quest’ultimo ramo verrà acquisito da Inwit, attualmente controllata al 60% da Tim (e un 40% di flottante), con un’operazione per cassa e azioni (360 milioni). Successivamente, seguirà la fusione fra le due società.

Il patto parasociale avrà una durata di tre anni e il Consiglio d’Amministrazione sarà composto da 13 membri: 5 nominati da Tim, 5 da Vodafone, 3 saranno i rappresentanti delle minoranze. Il top management sarà nominato congiuntamente.

Nell’ottica di offrire a tutto il paese una rete 5G efficiente, una delle prime operazioni che la nuova società metterà in atto sull’infrastruttura sarà collegare la rete in fibra ai nodi di backhauling (cioè i punti di “interconnessione” fra le reti fisse e mobili) per poter estrarre grosse quantità di traffico dalla rete 5G. “Una volta riusciti, l’infrastruttura farà un salto quantico dal punto di vista qualitativo”, assicurano Bisio e Gubitosi.

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