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giovedì, Ago 20

45 persone sono morte in un naufragio al largo della Libia



Da Wired.it :

Il 17 agosto la ong Alarm Phone aveva segnalato un’imbarcazione in difficoltà nella Sar libica, ma nessuna guardia costiera ha risposto all’sos. È la più grande tragedia finora avvenuta nel Mediterraneo nel 2020

(foto: Taha Jawashi/Afp/Getty Images)

Il 17 agosto a largo delle coste libiche è naufragata un’imbarcazione con a bordo un’ottantina di migranti: 45, di cui 5 minori, sono morti annegati mentre altri 37 hanno ricevuto soccorso nelle ultime ore da alcuni pescatori e si trovano ora in un centro di detenzione in Libia. Si tratta finora del naufragio più grave del 2020 nella zona Sar di competenza del paese nordafricano, provocato anche da un mancato intervento delle autorità libiche, italiane e maltesi dopo la trasmissione di una richiesta d’aiuto da parte della ong Alarm Phone che, per prima, aveva avvistato la barca in difficoltà. All’invio dell’sos non è seguita alcuna operazione delle guardie costiere dei tre paesi allertati.

I sopravvissuti provengono principalmente da Senegal, Mali, Ciad e Ghana e hanno raccontato che, nell’area costiera limitrofa allo Zwara, il motore del gommone e scoppiato e il veicolo ha iniziato a imbarcare acqua.

L’appello di Oim e Unhcr

Quanto accaduto è stato duramente criticato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e dall’Agenzia dell’ Onu per i rifugiati (Unhcr) che hanno rilasciato un comunicato stampa congiunto esprimendo forte preoccupazione “per i recenti ritardi nelle operazioni di ricerca e soccorso”, ma soprattutto per le “omissione di assistenza che mettono vote umane in situazioni di rischio evitabili”. Una tragedia evitabile, quindi, che secondo le due organizzazione dovrebbe riportare a rivedere “l’approccio degli stati alla gestione dei soccorsi nel Mediterraneo. Temiamo che senza un incremento immediato delle capacità di ricerca e soccorso ci sia il rischio che si verifichino disastri analoghi a quelli in cui si è registrato un elevato numero di morti nel Mediterraneo centrale”.

La soluzione di Oim e Unhcr starebbe in un ruolo più attivo dell’Unione Europea su queste tematiche, ma soprattutto in una rinegoziazione di alcuni trattati con paesi come Libia che non assicurano un adeguato soccorso e che, anzi, molto spesso sono stati accusati di violazione dei diritti umani e carcerazioni arbitrarie. Nel comunicato si legge che “l’instabilità e l’assenza di sicurezza in Libia permettono alle reti del traffico, della tratta e del crimine in generale di agire impunemente ai danni di migranti e rifugiati vulnerabili”.

Di recente il parlamento italiano, dopo molte polemiche, ha approvato un nuovo finanziamento del valore di 10 milioni di euro per la formazione e l’addestramento della cosiddetta Guardia costiera libica che, come dimostrato da numerose inchieste giornalistiche e report, non è affatto un ente dotato di coerenza interna e affidabile: è costituita anche da trafficanti di esseri umani che traggono guadagni dalla gestione dei migranti che dovrebbero, per obblighi di legge internazionale, portare in salvo.

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[Fonte Wired.it]