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sabato, Gen 25

5 cose da sapere su Davide Toffolo


È ufficiale: uno dei nomi più importanti del fumetto indipendente italiano è il magister del Comicon 2020 di Napoli. Ecco un suo profilo

La nomina del magister del Comicon è un momento atteso per gli appassionati del who’s who del fumetto italiano. Da anni infatti, tradizione vuole che la fiera del fumetto di Napoli sia presieduta da un autore d’eccezione in grado di indirizzarne alcuni aspetti del programma culturale. Se sul trono dell’edizione 2019 sedeva il gigante Gipi, nel 2020 è stato appena annunciata la nomina di un personaggio più eclettico, ma non di minor peso: Davide Toffolo. Ecco tutto quel che c’è da sapere per scoprire l’autore sotto la maschera da teschio.

È tra i nomi più importanti del fumetto indie italiano

La nomina a magister di Napoli ne cementa la statura mainstream, ma Toffolo resta uno dei paladini e dei pionieri del fumetto italiano indipendente. La sua gavetta nasce da lontano, e ne è passata di acqua sotto i ponti da quando inchiostrava le storie di Giuseppe Palombo sulla rivista antologica Cyborg (Star Comics). Proprio da quella esperienza nei primi anni ’90, Toffolo trae dal cilindro l’idea di Dinamite insieme al fumettista Giovanni Mattioli, un nuovo magazine in 12 numeri (di cui ne sarebbero poi usciti solo due) edito dalla bolognese Granata Press. E poi saranno gli anni di Mondo Naif della Star Comics, nata come miniserie nel 1996 e diventata poi (anche dopo l’abbandono dello stesso Toffolo) una vera e propria vetrina per i più promettenti giovani autori di fumetti italiani tra il 1998 e il 2005 per le edizioni Kappa. Ci sarà poi il passaggio a Panini Comics per l’etichetta Cult Comics! con la rivista Fandango, sempre però mantenendo i pieni diritti intellettuali sui propri personaggi e fumetti, un mantra caro a Toffolo che gli ha permesso, sempre, di restare un autore indipendente.

A bottega con i maestri del fumetto

Anche se Davide Toffolo è sostanzialmente un autore autodidatta, il suo stile e la sua arte si sono affinati nel corso degli anni, prendendo direzioni ben precise, anche grazie al supporto dei maestri presso cui ha studiato e fatto bottega. Dopo aver frequentato un corso di disegno anatomico per chirurghi all’università di Bologna, Toffolo è stato ammesso nella Scuola di disegno Zio Feninger fondata da Igort e Daniele Brolli, con insegnanti del calibro di Magnus e Lorenzo Mattotti e con compagni di banco come Giuseppe Palumbo e Otto Gabos. Igort è rimasto una presenza costante nella vita professionale di Toffolo, fornendogli consigli severi ma preziosi, diventando un suo mentore in diverse avventure editoriali, e prendendolo poi nella scuderia Fandango Editore.

È (ancora) un allegro ragazzo morto

Attribuzione Creative Commons. Autore: Simone Celestino

Giovanissimo, Davide Toffolo si è scoperto enfant prodige del disegno a fumetti, ma anche della musica. Due espressioni artistiche che sono a lungo rimaste parallele, per poi intrecciarsi nella serie Cinque allegri ragazzi morti e soprattutto nel volume Graphic novel is dead. La carriera musicale di Toffolo inizia negli anni ’70 nel movimento punk The great complotto, cui si era unito inizialmente come illustratore, rimanendo irretito dall’energia e dal senso di condivisione che invece sembravano carenti nel mondo dei disegnatori di fumetti. Ma è la fondazione dello storico gruppo indie Tre allegri ragazzi morti, nel lontano 1994, a cementare la figura di Toffolo come musicista nel corso di oltre venti anni di sonorità punk-rock alternative.

Ha un’identità segreta, come un supereroe

Attribuzione foto Creative Commons. Autore: Niccolò Caranti

Nelle sue apparizioni pubbliche nella band I tre allegri ragazzi morti, Toffolo assume un’identità segreta, un alter ego che si nasconde dietro una maschera da teschio e un ingombrante costume da yeti. La maschera, condivisa da tutti i membri della band, non viene (quasi) mai tolta durante le esibizioni, salvo richiesta di non scattare foto ai volti dei musicisti. Introdotta inizialmente per dare un’identità più riconoscibile al gruppo, è diventata ben presto qualcosa di più, il simbolo di una visione collettiva che vuole includere la società intera. E il costume da yeti? È stato trovato da Toffolo per caso, in un mercatino di Livorno, ed è in realtà una mimetica militare.

Ha contribuito a fondare, e a uccidere, la graphic novel italiana

Piera degli Spiriti è il primo fumetto pensato da Toffolo per diventare, una volta concluso, un vero e proprio romanzo grafico. Questo accadeva più di venti anni fa, quando il fumetto italiano era rappresentato principalmente dagli albi Bonelli, dalle storie Disney, e dalle grandi riviste d’autore come Linus. Insomma, ben prima del boom della graphic novel moderna. Non pago di aver contribuito a fondare il genere, Toffolo ha realizzato nel 2014 l’opera semi-autobiografica intitolata Graphic novel is dead (Rizzoli Lizard, 143 pp, 16 euro): una dichiarazione che equivale a dire “Il re è morto, lunga vita al re” o, in altre parole, che la graphic novel è nata, è cresciuta, e si è evoluta ben oltre i suoi confini di genere e stile. Una morte, seguita da una rinascita sotto altra forma.

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