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giovedì, Mag 27

5 cose da sapere su Oprah Winfrey, la regina della tv americana



Da Wired.it :

Dieci anni fa, dopo 25 stagioni, finiva l’Oprah Winfrey Show, che ha fatto la storia del piccolo schermo e incoronato la sua conduttrice. Lei oggi ha un nuovo progetto con il principe Harry: discussioni sincere sulla salute mentale e il benessere emotivo

oprah

Dieci anni fa, il 25 maggio 2011, si concludeva un capitolo importantissimo per la televisione americana: andava in onda l’ultimo episodio di The Oprah Winfrey Show. Il talk show, partito nel 1986, ha consacrato la sua conduttrice e produttrice, Oprah Winfrey, incoronandola regina incontrastata dei media d’Oltreoceano. Prima donna nera a diventare multimilionaria nel Nord America, afroamericana più ricca del 20esimo secolo, la più generosa filantropa di colore nella storia americana e, secondo alcuni, anche la più influente al mondo, ha collezionato così tanti record che sono comunque poca roba rispetto all’impatto sociale e culturale dei suoi programmi e delle sue iniziative mediatiche. Ancora oggi rivelante con nuovi progetti, come la tanto chiacchierata intervista a Harry e Meghan lo scorso mese, Oprah Winfrey è l’incarnazione del sogno americano, e forse anche qualcosa in più.

1. Un’infanzia difficile

Come nelle classiche storie di rivincita a stelle e strisce i suoi inizi furono umili e difficili. Battezzata Orpah come la figura biblica (ma il certificato di nascita riporta erroneamente la versione Oprah poi divenuta comune), nacque in una zona rurale di Milwaukee, in Mississippi, da una madre single. L’ambiente famigliare complesso la portò in giovanissima età a essere abusata da diversi parenti (un cugino, uno zio e un amico di famiglia), tanto che all’età di 14 anni rimase incinta, partorendo però un figlio prematuro morto in fasce. A oggi Winfrey ribadisce di non aver mai voluto divenire di nuovo madre per via del dolore di quelle esperienze e, soprattutto, per la consapevolezza di non aver avuto a sua volta una figura materna a cui fare riferimento. Anche gli altri figli della madre ebbero un destino difficile, con una sorellastra data in affidamento, un’altra cresciuta nel disagio e morta di overdose a 40 anni e un fratello morto di Aids negli anni ’90. La giovane Oprah trovò rifugio da colui che riteneva suo padre, Vernon Winfrey (si scoprì in seguito però che non era il suo genitore biologico), il quale insistette molto sulla sua educazione: fu proprio distinguendosi negli studi che la ragazza riuscì a trasferirsi in scuole di prestigio, arrivando fino all’Università del Tennessee e iniziando nel mentre a lavorare in una radio locale.

2. Gli esordi e il successo

Oprah Winfrey mosse i primi passi, dunque, nelle radio e poi nelle televisioni locali, divenendo per esempio la più giovane e la prima giornalista nera della televisione di Nashville Wlac-Tv. Si fece notare per il suo stile curioso, esuberante ed empatico, tanto che alla fine dei ’70 passò velocemente dalla conduzione del telegiornale di prima serata a diversi talk show. Nel frattempo cominciò anche una carriera cinematografica, partecipando a Il colore viola di Steven Spielberg nel 1985 e successivamente in Amatissima tratto dal libro della premio Nobel Toni Morrison. Proprio il successo ottenuto con Il colore viola, con tanto di nomination agli Oscar, fece crescere la sua notorietà a tal punto che il suo talk show quotidiano ottenne un nuovo titolo che rimarcasse l’importanza della presentatrice: nacque così l’Oprah Winfrey Show. Nel frattempo lei stessa aveva fondato una casa di produzione, la Harpo Productions (Harpo non è altro che Oprah scritto al contrario), grazie alla quale potè supportare diversi programmi televisivi, soprattutto quelli condotti da lei stessa, ottenendo maggior libertà creativa e introiti.

3. L’Oprah Winfrey Show

Il rilancio del talk show nella forma in cui lo si conobbe per un quarto di secolo avvenne l’8 settembre 1986. Quello che era inizialmente un cosiddetto tabloid show, ovvero un mix di notizie leggere e gossip, divenne un contenitore molto complesso: grazie all’innata empatia, Oprah Winfrey ospitava numerose celebrità, che solo con lei riuscivano ad aprirsi e confidare gli aspetti più delicati della vita. Ma al centro del programma c’erano anche le persone comuni, che ritrovano affetti perduti da tempo o raccontavano esperienze drammatiche oppure progetti di vita che potessero essere d’ispirazione. Sono passati alla storia anche i momenti in cui Winfrey sponsorizzava dei prodotti regalandoli al pubblico (come la puntata del 2004 in cui ogni spettatore in studio ricevette una Pontiac nuova fiammante, per un costo totale di otto milioni di dollari e la famosa frase di Oprah divenuta un meme: “You get a car! You get a car! Everybody gets a car!”). Indimenticabili anche alcune interviste: come quella a Michael Jackson nel 1993 che – in silenzio stampa da 14 anni – disse di essere affetto da vitiligine; oppure a Tom Cruise, che saltò sul divano per dichiarare il suo amore a Katie Holmes.

4. L’impatto sociale

Nell’Oprah Winfrey Show, oltre ai momenti di spettacolo, erano inserite anche rubriche dedicate alla salute, ai libri, all’alimentazione con l’intento di aiutare il pubblico a migliorare (a volte con qualche scivolone). Il famoso Oprah’s Book Club aumentava le vendite dei titoli, creando fenomeni come The Secret. Da lì il cosiddetto Oprah EffectMa Winfrey era interessata soprattutto alle conseguenze sociali dell’esposizione che il suo show garantiva: nel programma trattò spesso problemi di scottante attualità come i disordini alimentari, gli abusi sessuali, le relazioni tossiche esponendosi in prima persona in un metodo poi definito dagli studiosi oprahfication: mettendosi al livello dei suoi ospiti, piangendo con loro e trattandoli da pari, amplificava la portata del messaggio. Ovviamente Oprah Winfrey ha fatto molto anche per i diritti delle persone afroamericane, sostenendo con grande convinzione il presidente Barack Obama e facendo lei stessa da esempio di successo per molte giovani. Inoltre, nel suo programma lanciò raccolte fondi e iniziative benefiche di vario tipo, non ultime quelle per l’educazione delle bambine in Sudafrica. Con la sua famosa intervista a Ellen DeGeneres, aprì la strada anche alla rappresentazione delle persone Lgbt+ nei programmi del daytime, sostenendo per anni la comunità con i suoi messaggi.

5. I progetti attuali

Divenuto il più longevo programma americano nella tv del daytime, con 47 Emmy vinti e numerose classifiche che lo ponevano fra le migliori trasmissioni della storia, l’Oprah Winfrey Show terminò nel 2011 dopo 25 stagioni. La stessa Winfrey sentiva di dover chiudere un ciclo e dedicarsi a progetti più ampi e dall’impatto sociale ancora più ramificato. Nel 2008 con Discovery aveva già fondato l’Oprah Winfrey Network (Own), un canale per ospitare trasmissioni dedicate al miglioramento di sé e alla rappresentazione delle comunità afroamericane. Di recente, poi, ha firmato un accordo con Apple Tv+ per la produzione di interviste esclusive (da ultimo quella con l’attore transgender Elliot Page) e altri programmi di impegno sociale. L’ultimo in ordine di tempo è The Me You Can’t See: A Path Forward, una conversazione corale creata insieme al principe Harry per esplorare la salute mentale e il benessere emotivo, grazie alla testimonianza di celebrità, esperti e persone comuni. Il documentario farà il suo debutto appunto su Apple Tv+ il 28 maggio.





[Fonte Wired.it]