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sabato, Giu 22

5 curiosità su Neil Gaiman


È l’anno di Neil Gaiman, autore di Sandman e della recente serie tv Good Omens prodotta da Amazon. Ecco perché, ed ecco cinque fatti che (forse) non sapevate su uno dei più grandi sceneggiatori e scrittori britannici contemporanei

Il 2019 è l’anno di Neil Gaiman. Sul piccolo schermo di Amazon Prime Video imperversa Good Omensserie tv basata sul bestseller che l’autore (di libri, di fumetti, di sceneggiature…) ha scritto a quattro mani con il compianto Terry Pratchett (Buona apocalisse a tutti). E la creatura che più di ogni altra gli ha donato la fama, Sandman, celebra proprio quest’anno il proprio 30esimo anniversario ed è più in forma che mai, tra prequel e universi espansi.

Gli appassionati di Neil Gaiman che vogliano scoprire di più sulla sua vita possono fare riferimento all’ottimo The Art of Neil Gaiman, una biografia autorizzata scritta da Hayley Campbell.

Qui di seguito, 5 curiosità da scoprire su uno degli autori britannici di fumetti, e non solo, più influenti e importanti degli ultimi 30 anni.

1. È un figlio di Scientology, adottato dai Comics

Un attimo. Prima di perdere ogni stima del nostro eroe, sappiate che non è tra i membri del culto fondato da L. Ron Hubbard. I suoi genitori, invece, sì. Quando Neil Richard MacKinnon Gaiman aveva appena quattro anni, nel 1965, la madre e il padre, ebrei, si trasferirono nel Sussex occidentale, dove si trovava il centro britannico di Scientology. L’infanzia di Gaiman fu un tira e molla di tradizioni ebraiche e lezioni di Dianetica.

Un’esperienza che avrebbe confuso molti, ma che per fortuna fu controbilanciata da altre e più potenti influenze: la serie tv di Batman, uno scatolone di fumetti americani ritrovato misteriosamente in casa (con un crossover Justice League/Justice Society in cui compariva anche il misterioso Sandman), i primi due volumi del Signore degli anelli, presi in prestito dalla biblioteca scolastica e riletti allo sfinimento (il terzo e ultimo, con la conclusione, se lo sarebbe potuto permettere solo anni più tardi).

2. È un vero punk

Il contatto giovanile con la religione aveva quasi convinto Neil a frequentare un corso universitario di teologia comparativa. Anche in questo caso, fu salvato da un’influenza mistica. Quella del glorioso movimento punk britannico dei tardi anni Settanta. Lo spirito ribelle, anarchico, fai-da-te, di quegli anni e di quella controcultura spinse Neil a rinunciare all’università e addirittura a tingersi (temporaneamente) il suo ormai proverbiale ciuffo nero. E lo convinse a prendere in mano una penna, rimboccarsi le maniche e iniziare a scrivere articoli per fanzine, racconti brevi, bozze di libri.

Lo spirito punk ha accompagnato Gaiman per la sua intera carriera ed è evidente sia nei suoi primi personaggi (Death su tutti) sia nel più recente film Come parlare alle ragazze alle feste (nell’immagine), tratto da un suo racconto breve. Il primo libro scritto da Gaiman, l’opera per bambini My Great Aunt Ermintrude, fu respinto da una casa editrice e finì per decenni in uno scatolone, in soffitta. Ma il commento con cui il manoscritto tornò indietro (“Buono, ma non abbastanza”) convinse Neil di avere le potenzialità per il successo, ma non le conoscenze necessarie per farcela. E così scattò la seconda parte del suo piano.

3. È un giornalista infiltrato

(foto: Ståle Gru, Creative Commons)

Chi è che può raggiungere artisti, editori, scrittori, musicisti e importunarli impunemente con domande su domande, nel tentativo di capire come funziona l’industria dell’intrattenimento e della cultura? Per Neil, la risposta era chiara: un giornalista. Bonus: praticando il mestiere, si sarebbe anche guadagnato di che vivere nell’attesa di sfondare come scrittore. Così Neil, senza nessun articolo pubblicato, si dichiarò giornalista freelance, scroccando interviste a grandi autori di sci-fi come Gene Colan e Bob Silverberg, per piazzarle su magazine per soli uomini come Penthouse e Knave. Il piano funzionò meglio del previsto, la voce di Gaiman iniziò a risplendere tra le righe delle interviste. Quello strano ragazzo dalla mente brillante divenne amico e confidente di Douglas Adams, Clive Barker, Arthur C. Clarke e, infine, anche di un certo Alan Moore, che l’avrebbe preso sotto la propria ala protettrice aprendogli le porte del mondo dei fumetti. Il resto, come si suol dire, è storia.

4. È il marito di Amanda F***ing Palmer!

(foto di Howard Lake, Colchester, UK Creative Commons)

Chi conosce Gaiman come autore di fumetti, forse, non saprà che è sposato ad Amanda Palmer. Amanda F***ing Palmer (sì, è il nome d’arte, ma anche un’esclamazione). Una delle cantanti più influenti del 2006-2010 secondo i Boston Music Awards e il Guardian. La storia d’amore dei due è intrecciata di arte e passione; lei ha contribuito a un’antologia di canzoni ispirate ai lavori di Gaiman, lui ha scritto delle storie brevi per il progetto artistico Who killed Amanda Palmer, una sorta di What if? in cui lei è vittima di un omicidio. Da cosa nasce cosa: Amanda e Neil si sono sposati con una cerimonia privata nel 2011, e hanno avuto un figlio nel 2015. Oggi i due sono una coppietta affiatata. Su Twitter (dove, guarda un po’, hanno entrambi frotte di follower) si richiamano e commentano spesso i tweet a vicenda. Che teneri!

5. È incapace di allacciarsi un papillon

In una serie di tweet, Amanda Palmer ha raccontato come il marito sia arrivato in ritardo di circa 30 minuti alla première dell’attesissimo Good Omens. La colpa? Della testa dura di Neil Gaiman, che si era ostinato a voler indossare un papillon per l’occasione (proprio come l’angelico co-protagonista della serie tv, Aziraphale/Michael Sheen). Peccato che né lui, né la moglie, né l’agente, né lo staff dell’hotel sapessero come annodare un papillon, neanche con l’ausilio di Youtube.

Neil e Amanda sono scesi in strada, fermando passanti a caso per chiedere aiuto. Alla fine sono stati salvati da un barbiere con bottega lì accanto, e tutto è finito per il meglio. Insomma, anche nella vita personale, la superstar Gaiman non riesce a sfuggire alle circostanze ironiche e divertenti con cui adora popolare le sue innumerevoli storie.

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