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lunedì, Set 21

5 drammi in costume per gli amanti dei classici della letteratura



Da Wired.it :

In occasione dei 25 anni della miniserie Orgoglio e pregiudizio, abbiamo raccolto i “period drama” che hanno fatto la storia della televisione ispirandosi ai romanzi più noti. Per guardare la tv senza preoccuparsi degli spoiler, finalmente

I period drama, ovvero i drammi in costume, costituiscono un genere televisivo amatissimo e battutissimo – soprattutto nel Regno Unito – ma che ha avuto fortuna anche nel resto del mondo. Anche se persino in Italia gli sceneggiati Rai hanno saputo emulare le produzioni britanniche, la Bbc resta a oggi la regina incontrastata di questo tipo di serialità, specialmente di ispirazione letteraria. Alcuni dei period migliori di recente produzione si presentano sotto forme di scritture e di messa in scena più audaci – basti pensare a Taboo o Peaky Blinders – o con un registro più soap operistico e popolare come Downton Abbey. Il 24 settembre ricorre l’anniversario del debutto del costume drama forse più conosciuto di tutti, Orgoglio e pregiudizio: a distanza di un quarto di secolo ci ricorda che la declinazione più frequentata di questo genere resta la trasposizione dei grandi classici della letteratura non solo inglesi ma anche russi, come l’adattamento Bbc di Guerra e pace di Tolstoj del 2016 oppure del sofisticato Madame Bovary di Flaubert, trasmesso dalla Rai nel 1978. Della spropositate e quasi infinita lista di period televisivi abbiamo scelto i più memorabili, quelli che sono riusciti a entrare a far parte della cultura popolare di più generazioni.

1. Orgoglio e pregiudizio (1995)

Questa produzione Bbc è la pietra miliare del genere per chiunque sia un accanito seguace degli adattamenti dei classici letterari. La miniserie ispirata al romanzo più celebre di Jane Austen – probabilmente l’autrice inglese più saccheggiata dagli sceneggiatori televisivi di period – è la fedele eppure innovativa trasposizione della brillante disamina della società secondo Elizabeth Bennet, alter ego di Austen, che osserva con ironia e amarezza le piccolezze delle persone che fanno parte del suo microcosmo.

La sua attrazione verso lo sfuggente Mr. Darcy, qui interpretato da Colin Firth nel ruolo più celebre (chi non ricorda la scena del tuffo nel laghetto? Chi non ricorda Bridget Jones e il suo Darcy, sempre impersonato da Firth?) che ha lanciato la sua carriera, viene minata dai pettegolezzi, dalle indiscrezioni e dal divario sociale. L’Inghilterra georgiana ricorda la società odierna e la sua pervicace diffidenza nei confronti delle donne pensanti.

2. Jane Eyre (2006)

Altro splendido classico della letteratura del XIX secolo, questa volta di Charlotte Brontë (le sorelle Bronte sono anch’esse tra le più amate dagli autori di period). Se la versione più famosa delle disavventure della tutrice orfana è probabilmente il film di Zeffirelli con William Hurt, questa versione televisiva però è la più introspettiva e avvincente. La diffidente tutrice che si innamora dell’iracondo e scontroso Mr Rochester per poi scoprire che nasconde un orribile segreto, quel finale dolceamaro e tutte le prove durissime che la vita offre loro sono qui riportate nel modo più vicino all’originale.

Ruth Wilson, poi diabolica Alice di Luther, e Toby Stephens, futuro pirata cazzuto di Black Sails, allora sembrarono un errore di casting: lui troppo bello rispetto al duro Mr. Rochester, lei troppo bella (e troppo alta) per incarnare la “povera, oscura, brutta e piccola, ma con un cuore e un’anima” Jane Eyre del romanzo. Eppure, funzionano.

3. Grandi speranze (2006)

Negli svariati adattamenti del capolavoro di Charles Dickens – compresa una versione cinematografica di Alfonso Cuarón con Robert de Niro – la più conosciuta è probabilmente quella del 1999 con Ioan Gruffudd e Charlotte Rampling. Tuttavia preferiamo la versione di Sarah Phelps (già regista di Oliver Twist) del 2006 con Ray Winstone nei panni di Magwitch e Gillian Anderson in quelle di Miss Havisham. Nell’era dell’ossessione per gli spoiler, per il come finisce piuttosto che per il perché finisce così, decidere di guardare la trasposizione di libri di cui la trama è universalmente nota è una liberazione che ci permette di concentrarci sulla narrazione, sullo stile, sulla forma e sui contenuti.

La storia di Pip, ragazzo povero che diventa un gentleman londinese grazie a un misterioso benefattore, quella della graziosa Estella – virtualmente adottata dalla maligna, criptica Miss Havisham in nome di una folle vendetta – quella del galeotto vittima di un’incredibile ingiustizia, compongono una disamina crudele, cupa e fatalista dell’animo umano. Il motivo per cui questo adattamento è il più memorabile è la versione spaesata e fantasmagorica di Miss Havisham della Anderson.

4. Cime tempestose (2009)

Il romanzo di Emily Brontë, la sorella di Charlotte, è per certi versi l’anti-Jane Eyre nel suo descrivere l’amore, quello sofferto e paziente della maturità contro quello passionale e autodistruttivo della gioventù. Tom Hardy è Heathcliff, l’epitome del giovane amante ribelle e arrabbiato, Charlotte Riley è Catherine l’eroina che si dibatte tra i due uomini che seducono le due metà della sua anima. La storia è quella di un orfanello raccolto dal benestante Earnshaw: impetuoso e istintivo, si innamora fin da piccolo della figlia del mentore, vitale e appassionata come lui, e con lei vive in simbiosi finché quest’ultima gli preferisce un uomo ricco e posato.

L’ambizione di lei e lo spirito vendicativo di lui sono le basi di un rapporto fatto di amore, odio, gelosia e tendenze autodistruttive, il manuale della love story tumultuosa. Questa versione in due parti del Peter Bowker di Viva Laughlin e World on Fire aggiunge al loro rapporto un lato sensuale e fisico che ha costituito una svolta nella messa in scena dei period.

5. Poldark (2015)

Eravamo indecisi se optare per un altro tragico classico, la Tess dei d’Uberville di Thomas Hardy, oppure puntare a qualcosa di meno famoso come la saga di Poldark di Winston Graham. Alla trasposizione della vita dell’eroina malcapita di Hardy e della sua desolata esistenza divisa tra il prevaricatore Alec e  il debole Angel, abbiamo preferito le avventure dell’indomito Ross Poldark, anche perché il film di Polanski batte qualsiasi adattamento televisivo. Poldark segue l’esistenza di un veterano della guerra d’indipendenza americana che torna in Cornovaglia e scopre la promessa sposa maritata a un altro. Ross ha un animo battagliero e intraprendente, con uno spiccato spirito imprenditoriale, e decide di ottenere la propria rivincita riaprendo le miniere di famiglia e investendo audacemente. Sposa la rossa Demelza, una giovane poverissima e bistrattata per la quale inizialmente non prova nessun tipo di attrazione. Di Poldark esisteva già un adattamento del 1975, ma questo del 2015 in patria, e poi nel resto d’Europa, è diventato un vero e proprio cult grazie all’approccio più sensuale e moderno (diciamo, alla Outlander) alla narrazione e alla figura del protagonista, (anti)eroe byroniano.

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[Fonte Wired.it]