Seleziona una pagina
lunedì, Apr 12

5 film anime che forse non conosci e che trovi in streaming



Da Wired.it :

Il 15 aprile è l’Anime Day, la giornata che celebra l’animazione giapponese. Per l’occasione ti suggeriamo alcuni lungometraggi che magari ti sei perso, ma vale la pena recuperare

Il 15 aprile si festeggia l’Anime Day, la giornata dedicata all’animazione giapponese: i grandi classici che hanno accompagnato l’infanzia di chi è nato negli anni ’70 e ’80 e che sono entrati a far parte indelebilmente della cultura popolarculturale dello scorso Millennio e del Nuovo, vedi Lady Oscar, Ken il guerriero o Capitan Harlock; ma anche i cult più recenti (Cowboy Bebop oppure Neon Genesis Evangelion) e i mega successi contemporanei come Demon Slayer e L’attacco dei giganti. Per celebrare il giorno devoto ai cartoni nipponici avremmo potuto proporvi una carrellata dei titoli più conosciuti come quelli citati, oppure onorare i grandi maestri Hayao Miyazaki, Osamu Tezuka e Go Nagai; invece questa volta cogliamo l’occasione per introdurvi a qualche titolo che qualcuno di voi, forse, non ha ancora visto, reperibile in streaming in italiano.

1. L’organo genocida

Stimato direttore dell’animazione dello Studio Sunrise, Shuko Murase (Gundam Wing) è il regista de L’organo genocida (2017), uno dei film animati più scioccanti che è capitato di vedere recentemente a chi scrive. Tratto dalla prima opera letteraria dell’autore di fantascienza Project Itoh, è un’agghiacciante accusa delle perversioni dell’arte bellica assolutamente vietata ai più piccoli (non fidatevi della classificazione riportata dalla piattaforma). La morte della moglie e della figlia di John Paul durante un attacco a Sarajevo è l’ultimo atto terroristico a scuotere Europa e America. Si moltiplicano, invece, le cellule terroristiche attive nei paesi poveri, contro le quali si scontrano le forze speciali degli Usa capitanate dall’efficiente Clavis. Soldati perfetti – drogati e manipolati psicologicamente per non essere sopraffatti dal dolore e dai giudizi morali –, riescono a operare senza limitazioni. Clavis scopre che John Paul ha messo a punto una tecnica di suggestione verbale ispirata all’ipotesi di Sapir-Whorf secondo la quale la lingua che parliamo plasma i nostri pensieri e viene usata per ispirare continui conflitti nei paesi poveri e mantenere la pace in quelli ricchi. A Clavis spetta decidere se fermare questa follia. Distribuito in Italia da Yamato e da Koch Media, è reperibile in streaming su Amazon Prime Video.

2. Batman Ninja

La Warner ha dedicato al Cavaliere oscuro svariati film animati, ma questa versione giapponese è la più folgorante, trasposizione del mito di Batman secondo Kazuki Nakashima, eclettico autore in grado di produrre psichedelici cartoni (come Promare) tanto quanto monumentali opere teatrali (Seven Souls in the Skulls Castle). Nakashima trasporta l’uomo pipistrello, Joker, Harley Quinn, Catwoman, Grodd e un’altra manciata di villain detenuti nell’Arkham Asylum nel Giappone feudale. I cattivi di Gotham diventano diabolici daimyo, signori feudali, che si scontrano per il potere, ostacolati da Batman e dal suo esercito di fedeli ninja. È impossibile descrivere senza spoiler questa folle e anarchica versione, possiamo solo anticipare che evoca Mad Max quanto i cartoni dei robottoni, è zeppa di trovate incredibili che raggiungono la loro massima espressione in Joker (qui ispirato alla vera figura storica di Oda Nobunaga), e vanta un’animazione avanzatissima, oltre al tratto originalissimo del character designer Takashi Okazaki (Afro Samurai). Su Netflix.

3. The Boy and the Beast

Il film che nel 2015 ha battuto Avengers: Age of Ultron al botteghino giapponese (in Italia è uscito in sala due giorni grazie a Lucky Red) è un’opera di Mamoru Hosoda debitrice, almeno per una piccola parte, a La città incantata di Miyazaki e a Karate Kid. Romanzo di formazione di genere fantastico, segue Ren, bambino orfano ribelle, in fuga per le vie di Shibuya, che si ritroverà, sorpreso e spaurito, nel mondo magico popolato dalle Bestie (i bakemono del folklore nipponico e dl titolo originale), proprio mentre il Gran Maestro di arti marziali medita di eleggere il suo successore tra il popolare, ligio cinghiale Iozen e l’iracondo, scontroso e solitario orso Kumatetsu, di cui Ren diventa discepolo. È una parabola sul diventare grandi e adulti, trovare il proprio posto nella società ed essere in grado di istruire e ispirare i giovani. Kumatetsu è cresciuto solo e senza nessuno che lo amasse, è fortissimo nonostante non abbia ma avuto un maestro, e per questo non sa come educare Ren. Sarà proprio il bambino a fargli capire come e i due si salveranno a vicenda dalla solitudine e della mancanza di amore. The Boy and the Beast è divertentissimo e spensierato, ma porta anche con sé un messaggio sull’importanza di accettare il proprio lato oscuro, un buco nero che risucchia l’anima degli umani vittime dell’invidia e dell’intolleranza. Ha un finale dolceamaro e lievemente reazionario, ma ve lo raccomandiamo lo stesso. Su Netflix.

4. L’impero dei cadaveri

Sei anni fa lo scrittore giapponese Project Itoh ha riesumato il mito di Prometeo che ispira Frankenstein di Mary Shelley, creando un’ucronia nella quale le ricerche dello scienziato in grado di rianimare i morti sono state sfruttate dai governi mondiali per creare una forza lavoro composta da cadaveri riportati in vita con anime fittizie. Questi zombie docili e obbedienti sono il soggetto della ricerca di un giovane Dr. Watson ante litteram disposto a tutto per migliorare le tecniche di rianimazione tanto da restituire l’anima all’amato Friday. Per questo si imbarca in una missione per recuperare gli appunti originali di Frankenstein, svelando cospirazioni mondiali e l’esistenza del Mostro e dei suoi misteriosi piani. Derivativo ma suggestivo soprattutto nella messa in scena di una Londra steampunk e di un giovane Watson innamorato, questo horror è completo di una parabola morale fortemente critica nei confronti di scienziati e politici. Su Amazon Prime Video.

5. La forma della voce

Makoto Shinkai, autore del celebrato Your Name, ha osannato questo film scritto, sceneggiato e diretto da artiste donne del 2016 che affronta, senza sentimentalismi, con introspezione, sensibilità e grazia, tre temi delicati: l’integrazione dei disabili, il bullismo scolastico e il suicidio degli adolescenti. Shoya è un alunno delle elementari che prende di mira Shoko, una bambina sorda timida e dolcissima: distrugge i suoi apparecchi acustici uno dopo l’altro finché non viene denunciato e diventa, a sua volta, vittima di bullismo di quegli stessi compagni che lo incitavano. Alle superiori è il paria del liceo e somatizza il suo disagio sociale perdendo la capacità di identificare i volti, tanto da meditare il suicidio. La volontà di espiare le sue colpe nei confronti di Shoko – innamorata di lui sin dall’infanzia – imparando a comunicare con il linguaggio dei segni, è il primo passo verso l’accettazione di se stesso e la riconciliazione con il mondo che lo circonda. La forma della voce (titolo internazionale A Silent Voice) è stata la produzione cinematografica più vista in Giappone nel 2016 proprio dopo Your Name, ha fatto il giro di svariati festival, compreso l’Annecy International Animated Film Festival, e ha vinto il premio Best Animation of the Year al 26° Japan Movie Critics Awards. Su Amazon Prime Video.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]