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martedì, Ott 27

5 motivi per cui The Walking Dead è (diventato) insopportabile



Da Wired.it :

La serie sugli zombie per eccellenza compie 10 anni il 31 ottobre. Peccato che dal suo debutto sia peggiorata parecchio e ora è insostenibile

Abbiamo trascorso in compagnia degli zombie di The Walking Dead un intero decennio: il 31 ottobre 2010 la serie creata dal regista Frank Darabont e ispirata ai comics violenti, trucidi e spaventosi di Robert Kirkman esordiva sul canale americano Amc. Un horror in formato televisivo declinato nella critica sociale piuttosto che nel mero intrattenimento – come, per esempio, l’esilarante e supersplatter Ash Vs Evil Dead, che debuttava lo stesso giorno di cinque anni dopo – con un gruppetto di personaggi alla ricerca di un luogo sicuro per scampare a una pandemia zombie e un mondo postapocalittico destinatp a cambiare ciclicamente in virtù della regola – che non scansava nemmeno i protagonisti indiscussi – del nessuno è al sicuro. The Walking Dead fa parte di quella schiera di serie “intoccabili”, venerata dal suo agguerrito pubblico tanto quanto Game of Thrones, Lost, Friends e poche altre; tuttavia ha più di una ragione (almeno cinque) che l’ha resa insopportabile, allontanando almeno una parte di pubblico. Qui alcuni motivi, che descriveremo senza ricorrere alla parola “noiosa”.

1. Rick, il leader che non vorresti

Rick Grimes se n’è andato, ma ha militato in The Walking Dead per nove stagioni. L’unico leader è stato il cuore e l’anima dello show, l’indiscusso idolo della serie per molti. A noi, sin dall’inizio, ricordava un altro mito, Jack Shephard, altro leader niente affatto portato per quel ruolo. Il vicesceriffo di Atlanta è stato un capo arrogante e crudele, lunatico e parziale, insicuro e spaccone. Nel corso del suo regno ha lasciato morire tanti sopravvissuti che avrebbe potuto aiutare (ricordate l’anonimo con lo zainetto?) per difendere i suoi; ha esiliato Carol per aver protetto a ogni costo la comunità, ma poi ha fatto scelte ben più dure e radicali di quest’ultima.

Ha affrontato i nemici (ricordate i cannibali di Terminus?) con orgoglio e arroganza, per poi salvarsi solo grazie a interventi miracolosi (nello specifico di Terminus, sempre Carol). Alla fine, più che un uomo è diventato un meme (assieme al figlio Carl) ridicolo, restando nonostante tutto un personaggio amatissimo. Tanto che la produzione non ha il coraggio di liberarsene definitivamente (lo rivedremo in almeno un film a lui dedicato).

2. Girare in tondo

Per svariate stagioni The Walking Dead ha seguito un format preciso, errante di contro a quello stanziale delle stagioni successive. Il vagare dei sopravvissuti di Atlanta si prestava ottimalmente al tipo di narrazione improntata alla disamina sociale di una civiltà retrocessa a un stile di vita barbarico. Rick e i suoi si imbattevano, una dopo l’altra, in altre comunità che si rivelavano puntualmente aggressive e immorali. Questo incessante andamento ciclico dopo quattro stagioni è diventato semplicemente e inesorabilmente ripetitivo, variazioni sul tema della stessa solfa, come ben poco entusiasmante in termini di idee è stata, successivamente, la fase stanziale. Troppo pigrizia o poca fantasia? Non si contano i film – Train to Busan, Orgoglio e pregiudizio e zombie, #Alive – e le serie – Z Nation e Zombie Detective – là fuori che hanno saputo trovare soluzioni originali al genere horror e nello specifico alle storie di zombie.

3. Daryl, il piagnone

È il personal favourite di chi scrive. Non fa venire in mente anche a voi il personaggio di Lost Sawyer? Belloccio, solitario e ribelle, il mangiascoiattoli con la balestra Daryl Dixon era il fratello minore del villain Merle, ma è diventato in fretta il secondo personaggio più rilevante di The Walking Dead. La giacchetta di jeans con le ali ricamate, la moto rombante, il capello lungo e lo sguardo trucido, Daryl era un po’ zozzo ma tosto e sexy. Con il passare delle stagioni, e in coincidenza con l’avvicinamento a Beth, quel lato tenero che faceva soccombere i fan più romantici è diventato l’aspetto dominante del suo carattere e Daryl è diventato un imbarazzante frignone allergico all’acqua. Noi vogliamo ricordarlo nel suo momento migliore, poco prima di raggiungere Alexandria e dire addio alla sua coolness.

4. Paura di osare e spettacolarizzazione

Sappiamo benissimo che adattare al piccolo schermo i comics, specialmente quelli più trucidi ed estremi come The Walking Dead oppure The Boys è impossibile senza smussare gli aspetti più violenti ed estremi, anche se la trasposizione televisiva non rientra nella classificazione per tutti. Tuttavia, The Walking Dead ha sistematicamente scansato per anni molti dei momenti più crudi dell’originale, alcuni francamente gratuiti, altri assolutamente funzionali per l’evoluzione di storia e personaggi. Noi siamo ben contenti di esserci risparmiati, per dirne una, stupri e abusi (il Governatore era davvero una brutta persona), ma sarebbe stato molto meglio se la produzione fosse rimasta coerente e non avesse deciso di spettacolarizzare alcuni momenti eccessivi. Per salvare gli ascolti serve di più l’oscena esecuzione di Glenn.

5. Ma quali zombie?

La critica più gettonata mossa a The Walking Dead è, da sempre, riguarda i morti viventi. Chiamateli come volete (vaganti, empties, biters…), ma di fatto le vittime del virus, che si sono trasformate in non morti cannibali continuando a decomporsi e a marcire durante le infinite migrazioni, devono essere di più di soprammobili ambulanti che i veterani dell’apocalisse eliminano con facilità e sguardo di sufficienza. L’occasionale aggressione, che si rivela significativamente pericolosa, non compensa il fatto che questi poveri mostri sono finiti da tempo a fare da tappezzeria. Gli sceneggiatori si sono giustificati a più riprese ricordandoci che gli zombie, ormai morti da tempo, diventano proporzionalmente più lenti e sfatti, e quindi meno pericolosi. Però, secondo noi si può fare di più.

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[Fonte Wired.it]