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sabato, Lug 04

5 nuove ragazze tostissime delle serie



Da Wired.it :

Hanna, Ava di Warrior Nun, Wynonna Earp, Stargirl e Harley Quinn: ecco l’ultima generazione di “guerriere” che popola lo streaming. E, forse, cambierà il mondo

Da Xena la principessa guerriera a Jessica Jones passando per Buffy l’ammazzavampiri e Alias: sono state diverse le serie che negli ultimi decenni hanno messo al centro donne forti, coraggiose e decisamente guerriere. Stando ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti, nella nostra società, però, una considerazione paritaria dell’universo femminile è ancora lontana dal realizzarsi. Ben vengano, quindi, anche oggi altre numerose produzioni che dipingano protagoniste toste, determinate e spesso anche sfrontate. Una nuova generazione di eroine sta crescendo, dunque, nella speranza che si possano ottenere ancora maggior risultati.

1. Hanna

Il 3 luglio debutta su Amazon Prime Video la seconda stagione di Hanna, serie d’azione ispirata al film del 2011 diretto da Joe Wright e con protagonista Saoirse Ronan. In questo adattamento protagonista è, invece, Esme Creed-Miles, che interpreta appunto Hanna, una quindicenne cresciuta in isolamento nelle foreste della Polonia dopo che Erik (Joel Kinnaman), l’unica altra persona che abbia mai conosciuta al mondo, l’aveva rapita da neonata. L’uomo, infatti, si occupava di reclutare donne incinta per un programma della Cia, l’Ultrax, intenzionato a creare un esercito di super soldatesse modificandone il dna. Innamoratosi, però, della madre di Hanna, la rapisce e fa di tutto per tenerla lontana dall’organizzazione. Ormai adolescente, la ragazza fatica a privarsi del mondo esterno e una serie di peripezie la conducono ad affrontare una volta per tutte i suoi nemici. Addestrata dallo stesso Erik per diventare un’assassina infallibile e per sopravvivere nelle condizioni più proibitive, vediamo che ora Hanna è raggiunta dall’Ultrax e costretta a vivere nell’accademia in cui vengono cresciute le soldatesse. Ma l’armonia conquistata è solo apparente.

2. Warrior Nun

Il 2 luglio ha fatto, invece, il suo debutto su Netflix Warrior Nun, serie originale tratta dai fumetti Warrior Nun Aleala di Ben Dunn. Protagonista e narratrice è Ava (Alba Baptista), una ragazza tetraplegica che muore misteriosamente a 19 anni ma si risveglia nell’obitorio di una chiesa dopo essere venuta in contatto con un’arma mistica conosciuta come Halo. Da lì in poi, Ava è costretta a unirsi a un gruppo di monache guerriere che da secoli combattono le forze del male che tentano di invadere la Terra. Però, fa molta fatica ad adeguarsi alla nuova missione, anche per via del suo caratterino che non la rende esattamente una santa. La serie è interessante perché prende spunto da un’opera che fonde, non senza ironia, un certo misticismo cattolico con un sincretismo vario, che va dalla mitologia norrena alla cultura orientale: l’ordine della Spada cruciforme, così si chiama la sette a cui appartiene Ava, riprende l’eredità, per esempio, di Arela, la prima valchiria cattolica.

3. Wynonna Earp

Basata anch’essa su una serie di fumetti, questa volta a firma di Beau Smith, Wynonna Earp è un’originalissima serie che fonde horror e western e che il 26 luglio debutta con la sua quarta stagione dopo un’attesa di oltre due anni. Protagonista: la giovane donna del titolo, discendente del mitico Wyatt Earp, uno dei più celebri sceriffi e giustizieri del selvaggio West. Ritornata nella città natale di Purgatory, Wynonna (Melanie Scrofano) deve affrontare i revenant, ovvero i demoni immortali, che altri non sono che gli stessi criminali uccisi dal bisbisnonno, tornati in vita per perseguitare la famiglia. L’unico modo per mettere fine alla loro minaccia è ucciderli con la Colt 45 ereditata, una pistola chiamata anche Pacificatrice. La parabola eroica du Wynonnna è resa ancora più interessante dalle ombre che la attraversano: dopo aver assistito alla morte del padre e di una delle sorelle quand’era bambina, cresce sviluppando problemi mentali e di alcolismo, finché non trova nella caccia ai demoni una via definitiva di redenzione.

4. Stargirl

È partita lo scorso maggio negli Stati Uniti, ma è ancora inedita in Italia, la nuova serie che fa parte del cosiddetto “Arrowverse, ovvero l’universo televisivo tratto dai fumetti DcBrec Bassinger interpreta Courtney Whitmore, giovane studentessa il cui patrigno (Luke Wilson) era l’aiutante di Starman, il supereroe leader della Justice Society of America, un’organizzazione debellata 10 anni prima dai cattivi dell’Injustice Society. Rinvenuto lo scettro cosmico, Courtney assume i poteri che la renderanno Stargirl e così facendo diventa d’ispirazione per un nuovo gruppo di giovani supereroi destinati a rifondare la Justice Society. Assistita da alleati come Wildcat, Doctor Mid-Nite e Hourman, la ragazza doeve cercare di sgominare i piani malvagi dei villain Icicle e Brainwave. In molti hanno apprezzato il tono di questa serie che, a differenza di parecchi teen drama contemporanei, riesce a fondere le difficoltà dei giovani d’oggi con un contesto d’azione avvincente e non privo di ironia e momenti di leggerezza.

5. Harley Quinn

Ecco un’altra eroina (o meglio, antieroina) Dc e un’altra serie sfortunatamente non ancora disponibile in Italia. Nelle scorse settimane sulla piattaforma americana Dc Universe si è conclusa la seconda stagione di Harley Quinn, immaginifica produzione animata che vede Kaley Cuoco (la Penny di The Big Bang Theory) dare la voce alla spalla destra di Joker. Quando proprio il rapporto con l’arcinemesi di Batman s’incrina, Harley concentra la sua mente diabolica e la sua passione per la violenza nella missione di eliminare sia Joker sia tutti i criminali di Gotham City, per dimostrare di essere la numero uno. Al suo fianco Poison Ivy, figura che si rivela un’ottima alleata, e uno strampalato gruppo di sidekick fra cui King Shark, Doctor Psycho e Clayface. LÈintera serie è una riscrittura radicale e fortemente ironica di tutto il mondo Dc Comics, con tanti riferimenti alla cultura pop e citazioni metaletterarie; inoltre, Harley Quinn è fortemente femminista, che funge anche da scanzonata e rinfrancante autocritica sul modo in cui le donne vengono trattate nei fumetti, nei cinecomics e nella realtà.

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[Fonte Wired.it]