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martedì, Lug 23

5 ragioni per cui la serie Deadly Class andrebbe salvata


Sbarcata di recente su Starzplay, la serie teen ispirata al fumetto omonimo e ambientata negli anni del governo Reagan è un tripudio di sfrontatezza, teenage angst e critica politica che merita il ripescaggio.

Originariamente annunciata su TimVision, la serie del canale americana Syfy Deadly Class è stata accolta dalla piattaforma streaming Starzplay di Apple Tv. Ispirata ai comics sfrontati di Rick Remender e Wesley Craig dal titolo omonimo ha raccontato – in una stagione unica composta da dieci puntate– la nuova vita del teenager Marcus Arguello, un orfano vissuto ai margini della società assoldato da una scuola di assassini in erba. Il canale Syfy, che negli ultimi cinque anni ha progressivamente sfornato serie via via migliori, ha clamorosamente optato per la cancellazione (ma c’è sempre la possibilità che Deadly Class venga adottata da un’altra piattaforma, si veda la space opera The Expanse) come già fatto con altri piccoli gioielli come Z Nation, Nighflyers e Happy!. Ecco perché, invece, Deadly Class non doveva essere cancellata.

1. Arguello e la teenage angst

Orfano, bullizzato, senzatetto. Marcus Lopez Arguello è un concentrato di alcune delle sfighe peggiori che possono interessare l’adolescenza (per fortuna che è bello e in salute). Il piccolo schermo ha sempre prediletto i giovani di buona famiglia, preferibilmente agiati e vincenti, da Beverly Hills 90210 a The Oc passando per Gossip Girl fino a Heirs e ai vari adattamenti orientali di Hanayori Dango.

Deadly Class opta per un ragazzino che ha perso la famiglia in un incidente grottesco, è stato abbandonato in un orfanotrofio stipato di pervertiti e si è ridotto a vivere per strada. Arruolato da un collegio privato che forma sicari, è costantemente vittima di prevaricazioni, percosse e minacce.

Come se non bastasse, è un drogato, è vergine e il più cattivo del liceo vuole ucciderlo. Al netto dei fattori più iperbolici (difficilmente nella realtà gli studenti delle superiori vengono formati al crimine), Arguello è l’emblema della teenage angst più verace e pura. Marcus è la valvola di sfogo di cui ha bisogno qualsiasi spettatore adolescente e arrabbiato.

2. Niente edulcorazioni

Senza i filtri che normalmente applica la narrazione televisiva nei confronti delle serie teen, Deadly Class è un caso (finora poco frequente se si esclude l’uscita della irriverente The Boys a fine mese) di trasposizione di comics senza una massiccia epurazione degli elementi più estremi. I giovani protagonisti dello show si drogano, fanno sesso nei posti più inconsulti, si massacrano di botte, vengono torturati e sono governati da impulsi deviati.

Probabilmente i toni dello show sono proprio quelli che hanno persuaso Syfy alla prematura cancellazione, ma ora più che mai, con l’ombra della censura tornata a incombere sulle serie, una produzione che non sacrifica l’originalità di un racconto a favore della sua fruibilità da parte del pubblico di massa andrebbe salvaguardata.

3. Donne come non se ne erano mai viste

L’istituto King’s Dominion è un covo di adolescenti psicopatici (è obbligatorio presentate un curriculum di arresti, crimini e nefandezze per farne parte) che prendono subito di mira Marcus l’ultimo arrivato, il più promettente tra i futuri sicari. La maggior parte di questi piccoli mostri meriterebbe uno spinoff tutto per sé e avrebbe perlomeno dovuto essere approfondito nelle stagioni a seguire di Deadly Class. A partire da tre personaggi femminili: Saya, Maria e Petra.

Saya è una spadaccina giapponese (nome e caratteristiche evocano l’omonima protagonista di Blood: The Last Vampire) di poche parole, Maria un’orfana adottata dall’uomo che le ha sterminato la famiglia che uccide truccata da Calavera e Petra è il membro poliamoroso di una setta dal look gotico esperta di veleni. Ciascuna di loro rappresenta una ragione in più per riesumare la serie.

4. Fight the System

Nonostante sia una serie teen, Deadly Class vanta una forte componente politica. Sin dal primo episodio l’amministrazione Reagan (la serie è ambientata negli anni ’80) viene poco sottilmente paragonata a quella Trump; lo show critica apertamente e aspramente le scelte dei politici al governo negli Stati Uniti nei confronti del benessere dei cittadini puntando il dito contro il taglio dei fondi alle istituzioni, alla salute pubblica dei pazienti con malattie fisiche e mentali, all’istruzione. La serie era un ottimo pretesto per sviluppare una coscienza politica in tenera età.

5. Il finale

Deadly Class si conclude con un cliffhanger che informa più linee narrative e i destini di tutti i personaggi principali: non ci abitueremo mai a questa infausta pratica americana di decidere delle sorti di una produzione seriale solo a conclusione di un ciclo di episodi. Sono centinaia le serie che si sono concluse con un finale aperto originariamente destinato a trovare la propria risoluzione in un’annata ventura mai servita al pubblico e la serie firmata dai fratelli Russo (già autori di Avengers: Endgame) sembrava al sicuro da un destino simile anche in virtù di questi due nomi prestigiosi nei crediti. Da poco eletti i registi del film più visto della Storia, potrebbero darsi da fare per salvare il loro meritevole show.

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