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venerdì, Nov 08

5 reboot di serie tv che non hanno funzionato


Siamo in un’epoca di numerosi reboot di titoli televisivi del passato, eppure alcuni tentativi degli anni scorso non hanno dato i frutti sperati

Alcuni la considerano mancanza di immaginazione, altri additano la causa in un sentimento nostalgico che ci consola dai nostri tempi cupi, altri ancora ci leggono un tentativo sicuro delle case di produzione di non rischiare nuove strade quando ce ne sono di già rodate: sta di fatto che la moda dei reboot, al cinema così come in televisione, impazza negli ultimi anni. Si prendono numerosi titoli di successo degli anni Ottanta e Novanta e li si cavalca in revival o nuovi adattamenti per agganciare un pubblico desideroso di tornare indietro nel tempo. Ma non tutte queste operazioni si rivelano davvero azzeccate, soprattutto nel caso di serie tv classiche.

1. V

La saga dei Visitors iniziò sul piccolo schermo nel 1983, con una miniserie di due episodi poi continuata in una serie tv vera e propria andata in onda dall’anno successivo per una sola stagione. La storia di una razza di rettiliani che, sotto fattezze umane, arriva sulla Terra ufficialmente in cerca di collaborazione ma in realtà volendo sottomettere il pianeta grazie ai propri poteri di controllo mentale ha colpito molto l’immaginario comune, senza considerare che si trattava fin dalle origini di una sottile metafora su come si propagano e fanno presa i regimi autoritari. Non stupisce, dunque, che dopo vari tentativi il 3 novembre 2009 debuttasse sul canale americano Abc una nuova versione intitolata proprio V.

Come nelle produzioni originali, anche qui i Visitors arrivano sul pianeta chiedendo alcune risorse per la loro madre patria in cambio di preziose conoscenze derivate dalla loro tecnologia avanzata, in realtà le loro intenzioni sono decisamente più bellicose. Nonostante un cast guidato da due attrici tenaci come Elizabeth Mitchell (Lost) e Morena Baccarin (vista poi in Gotham e Deadpool), la serie faticò a decollare arrivando a stento a una seconda stagione, nonostante molti critici avessero apprezzato i suoi effetti speciali e anche sottili metafore ai tempi politici in corso (era appena stato rieletto Obama). Nonostante ciò fu cancellata e le petizioni dei fan per riportarla in onda non ebbero successo.

2. Charlie’s Angels

In attesa di rivederle al cinema in una nuova versione diretta da Elizabeth Banks, le Charlie’s Angels sono da svariati decenni delle vere icone sospese tra tv e cinema. La serie originale che lanciò il trio di donne avvenenti ma anche determinate e pronte all’uso della forza andò in onda dal 1976 al 1981, rendendo immortali le sue interpreti come Farrah Fawcett, Kate Jackson e Jaclyn Smith. Finito il suo primo corso di grandissimo successo la franchise produsse poi all’inizio degli anni Duemila due fortunati e di per sé piuttosto folli film con Drew Barrymore, Lucy Liu e Cameron Diaz.

Un tentativo di riportare la saga in televisione avvenne però già nel 2011: sempre la rete americana Abc cercò di rinverdire i fasti delle tre spie dandogli una veste più contemporanea e ancora più glamour, ingaggiando le attrici Annie Ilonzeh, Minka Kelly e Rachael Taylor. Lo spirito più giovane e sbarazzino del nuovo adattamento non convinse però il pubblico e il network fu costretto a cancellare tutto dopo appena quattro episodi, lasciando gli altri inediti. Molte delle colpe furono attribuite proprio alla scelta del cast, anche se contribuirono anche delle trame spesso confuse e delle scene d’azione a dir poco pretestuose.

3. Knight Rider

Altra serie culto, altro tentativo zoppicante di reboot: stiamo parlando della franchise Knight Rider, arrivata in Italia negli anni Ottanta con il titolo Supercar. Negli Stati Uniti il telefilm originale andò in onda dal 1982 al 1986, lanciando definitivamente la carriera di David Hasselhoff prima dei fasti di Baywatch. La storia era incentrata sulle avventure di Michael Knight, impegnato nella lotta al crimine grazie a Kitt, un’auto tecnologicamente avanzata dotata di una precocissima forma di intelligenza artificiale e di una scocca praticamente indistruttibile. Dopo le quattro stagioni originali si tentò nel 1997 di proporre la serie Team Knight Rider, con un gruppo di protagonisti, ma la produzione fu presto cancellata per bassi ascolti.

Meglio non andò per l’ennesimo tentativo provato nel 2008: la nuova serie ordinata questa volta da Nbc vedeva l’attore Justin Bruening nei panni di Mike Knight, niente altro che il figlio a lungo perduto del Michael Knight della serie originale (a dare la voce alla sua auto super-tecnologica, oggi molto meno lontana dalla realtà, era l’attore Val Kilmer). Scarsi ascolti e recensioni durissime spinsero però a ridurre il numero di episodi ordinati da 22 a 17, con la serie che chiuse in fretta e furia nel marzo 2009 senza speranza di essere resuscitata. Molti critici concordavano, oltre che sull’assurdità della trama, anche su un cast che si faceva eclissare dalla protagonista meccanica, Kitt appunto.

4. Melrose Place

Nato nel 1992 da una costola di Beverly Hills 90210, Melrose Place fu un altro di quei titoli che segnò la televisione degli anni Novanta. Andato in onda per sette stagioni fino al 1999, raccontava le vicende intrecciate di vari personaggi che abitavano in un complesso condominiale a West Hollywood, con conseguenti intrecci amorosi, liti, intrighi e similari. La serie catalizzò l’attenzione di una generazione e lanciò diversi attori, da Courtney Thorne-Smith (Ally McBeal) a Heather Locklear, da Kristin Davis (Sex and the City) a Marcia Cross (Desperate Housewives) e Alyssa Milano (Streghe).

Quando il canale americano The Cw penso di produrre il reboot 90210, dimostratosi di discreto successo a partire dal 2008, arrivò anche l’idea di puntare anche su Melrose Place con un nuovo adattamento televisivo. La nuova serie partì nel 2009, curata dagli showrunner di Smallville Darren Swimmer e Todd Slavkin e introducendo una serie di nuovi protagonisti, alcuni dei quali più o meno vagamente legati a quelli del corso originale (e con Heather Locklear che tornava a interpretare la mitica Amanda Woodward). L’operazione non riuscì a catturare l’attenzione del pubblico, soprattutto delle giovani donne a cui era rivolto, e fu dunque cancellato dopo una sola stagione.

5. La strana coppia

Nata come uno spettacolo teatrale, La strana coppia di Neil Simon divenne prima un film del 1968 con Jack Lemmon e Walter Matthau, la cui chimica imbattibile ne lanciò definitivamente il successo, e poi una sitcom televisiva andata in onda dal 1970 al 1975 con Tony Randall e Jack Klugman. La formula è sempre la stessa e fortunatissima, basata sui surreali scontri che avvengono nella convivenza forzata fra il nevrotico maniaco del controllo Felix, appena lasciato dalla moglie, e il divorziato e scapestrato amico Oscar. Il contrasto fra i due caratteri è il dna di questo spettacolo riproposto più e più volte con grande acclamazione del pubblico.

Questo fino al 2015, quando la Cbs ordinò un ambizioso reboot con due protagonisti eccellenti: Thomas Lennon (Reno 911, Una notte al museo) e Matthew Perry, il Chandler di Friends in perenne ricerca di un nuovo ruolo di successo. Purtroppo non fu questo il caso: la serie riuscì a trascinarsi per tre stagioni, ma non convinse mai totalmente né il pubblico né la critica che, pur lodando la presenza di una qualche alchimia fra i due protagonisti, la considerava vanificata da un’impostazione obsoleta e da battute scontate (se non offensive, come quella sul massacro di Srebrenica nel terzo episodio della prima stagione). Cancellata nel gennaio 2017, è stata anche subito dimenticata.

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