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venerdì, Giu 19

5 serie che hanno riscritto la Storia in modo assurdo



Da Wired.it :

Che cosa hanno in comune Enrico VIII, papa Alessandro Borgia, Leonardo da Vinci e Maria Stuarda? Sono stati tutti protagonisti di produzioni tv non proprio fedelissime alla realtà

La Storia, più o meno recente, è un tema che appassiona molto gli sceneggiatori delle serie tv: da rappresentazioni fedeli come The Crown a vere e proprie ucronie alla Man in the High Castle, da riscritture attualizzanti tipo The Great a drammi spettacolari quali Chernobyl, il passato è fonte inesauribile di ispirazione. Ispirazione che, talvolta, si fa dominare fin troppo dalla fantasia e la ricostruzione storica diventa solo un pretesto per raccontare vicende assurde, surreali e a volte grottesche.

1. I Tudor

Chi conosce anche solo sommariamente la figura di Enrico VIII, il plurimaritato padre di Elisabetta I, lo ricorda ritratto come un uomo rossiccio, grasso e gottoso. La produzione Showtime I Tudor, andata in onda dal 2007 al 2010 per quattro stagioni, sceglie invece di presentarcelo nei panni longilinei di Jonathan Rhys Meyers, bello, dannato e celebre per la sua interpretazione in Match Point di Woody Allen. Non è l’unica differenza rispetto alla verità storica, ovviamente, anche se la saga della corte inglese, con tanto di sei mogli tutte avviate a fine tragica e di scisma anglicano a soffiare sulla polveriere europea, diventa una specie di torrida soap opera in cui tutto viene deciso con il sesso o con efferate uccisioni. Il che è anche un modo abbastanza efficace per sintetizzare la Storia in generale, perché qui si strizza fin troppo l’occhiolino a un certo tipo di pubblico dalla curiosità pruriginosa. Da segnalare, però, la bella interpretazione di Natalie Dormer (apprezzata poi anche in Game of Thrones e Picnic ad Hanging Rock), nei panni di una Anna Bolena femminista ante litteram.

2. I Borgia

Negli stessi anni, ma più brevemente dal 2011 al 2013, un progetto simile a I Tudor è stato quello de I Borgia, altra produzione Showtime che voleva chiaramente ricalcare il modello (e il successo) della serie precedente. Ambientata, appunto, nell’Italia rinascimentale di fine Quattrocento, la vicenda ruota attorno a una delle famiglie più potenti ma anche spietate e ambigue della nostra Storia nazionale. Jeremy Irons interpreta papa Alessandro VI, il quale – con i due figli Cesare Borgia (François Arnaud) e Lucrezia (Holliday Grainger) – cerca di muovere tutti gli equilibri dei vari stati regionali italiani. Nella serie compaiono molte altre figure storiche, da Girolamo Savonarola a Giovanni Sforza passando per Alfonso II di Napoli, tutti in qualche modo bignami piuttosto infedeli, ma appetibili per il pubblico americano. Nonostante una buona partenza che fondeva intrighi storici e risvolti peperini, presto la serie divenne una specie di telenovela in costume dal ritmo tutt’altro che avvincente.

3. Da Vinci’s Demons

I primi anni 10 videro proprio la tv americana indagare la storia rinascimentale italiana per cercare soggetti succosi. Con Da Vinci’s Demons si superò, in ogni caso, ogni limite di assurdità: la produzione del canale americano Starz, trasmessa dal 2013 al 2015 per tre stagioni, vede come protagonista il grande Leonardo da Vinci (interpretato da un prestante Tom Riley), il quale non è solo il grandissimo genio artistico e scientifico che tutti conosciamo, ma anche una specie di antieroe attraversato da mille demoni interiori e, al contempo, supereroe, tanto che la serie è scritta da David S. Goyer, autore successivamente di film come Il Cavaliere oscuro e Batman v Superman. Invischiato nei complotti fra Medici e Pazzi per il controllo di Firenze, ma anche minacciato dalle spie della Chiesa cattolica, nel più classico schema avventuroso, Leonardo è invischiato in libri magici e culti segreti. Di sicuro non è un prodotto da guardare in cerca di accuratezza storica (persino l’omosessualità dell’artista è affrontata, seppur edulcorata), eppure certe trovate, per quanto insensate, non possono che sembrare intriganti. Monumenti in grafica 3D a parte.

4. Camelot

Non solo la storia italiana, ma anche quella inglese ogni tanto viene ripresa per farne carne da macello. Sempre all’inizio degli anni 2000 la serie Starz Camelot vuole riscrivere la leggenda e la storia alla base del mito arturiano. Nel tardo V secolo, la morte di re Uther, che aveva liberato la Britannia dal dominio romano, getta l’isola nel caos; il mago Merlino, forte delle sue profezie, riesce a rendere re Artù, figlio segreto dello stesso Uther ma cresciuto come un popolano. Le ambizioni del ragazzo nel creare un regno più unito e giusto si scontrano con le ambizioni della sorellastra Morgana, pronta a tutto pur di salire al trono. Il cast era sicuramente di grande richiamo: Joseph Fiennes nei panni di Merlino ed Eva Green in quelli di Morgana. Però, resta il fatto che lo sforzo di modernizzare la saga di Artù è stato per certi versi piuttosto eccessivo. Molti critici hanno sottolineato come una serie del genere impallidiva di fronte a Game of Thrones che, senza pretese di riferimenti storici, debuttava proprio nel 2011. Ufficialmente, per via degli impegni dei suoi protagonisti, fu cancellata dopo una stagione.

5. Reign

È durata dal 2013 al 2017, invece, la corsa di Reign, serie al sapore di teen drama che raccontò – in modo piuttosto libero – le vicende di Maria Stuart, regina di Scozia. All’inizio mentre attende di sposarsi con il principe Francesco, erede al trono di Francia, ma deve anche salvaguardarsi dai piani della madre di lui, Caterina de Medici, che – credendo alle profezie di Nostradamus – teme la morte del figlio. Successivamente, divenuta sovrana di Francia, dovrà guardarsi dalla rivalità di Elisabetta Tudor, futura regina d’Inghilterra, e dopo la morte del marito dovrà tentare di riconquistare il potere in Scozia. Nonostante lo sforzo di rappresentare diversi personaggi e contesti storici, Reign è davvero più che altro una storia adolescenziale, in cui i destini dei regni sono subordinati ad amori, pettegolezzi e piccoli drammi. Molti critici l’hanno definita più che altro una “fanfiction”, anche se nelle sue quattro stagioni ha saputo accaparrarsi una buona fetta di pubblico.

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[Fonte Wired.it]