Seleziona una pagina
martedì, Feb 25

5 serie che parlano di social media



Da Wired.it :

Nell’era di Instagram e affini, influencer e star di Youtube diventano i protagonisti di intere stagioni che raccontano questo fenomeno contemporaneo. È il caso di Followers, dal 27 febbraio su Netflix, e di altri titoli da non perdere

Il rapporto tra le serie e i social media negli ultimi anni si è fatto sempre più stretto, se non altro per il fatto che le produzioni, specialmente americane, hanno imparato a sfruttare la sinergia transmediale dei servizi interattivi tra utenti e attori, registi, produttori che comunicano dai rispettivi profili su Instagram e altre piattaforme. Addirittura, alcuni interpreti oggi popolari nel panorama seriale e cinematografico sono nati come Youtuber: è il caso di Dylan O’Brien, lanciato da Teen Wolf prima e dalla saga fantascientifica di The Maze Runner dopo, ma nato come teen star della rete. Tuttavia, il rapporto tra serie e social media non si limita alle strategie di marketing, alcuni show trattano l’argomento incentrando linee narrative principali o secondarie oppure privilegiando personaggi di influencer, social media manager e affini. Eccone alcune.

1. Followers

La serie giapponese originale di Netflix, che debutta il 27 febbraio, è tutta dedicata all’influenza dei social media sulle nuove generazioni. La protagonista è un’aspirante attrice che fatica a emergere in un mercato già saturo, ma che, grazie a un post fortuito di una celebre fotografa, diventa istantaneamente un fenomeno su Instagram. Followers è quasi completamente al femminile e molto corale mentre analizza tutte le declinazioni del rapporto tra social e giovani donne con un’età compresa tra i venti e i quarant’anni. In particolare, indaga come questi condizionino non solo il modo di rapportarsi alla rete, ma anche alla realtà, alle amicizie, alle relazioni sentimentali, alla carriera professionale… I social media possono diventare il luogo dove trovare un uomo in grado di darti un figlio senza chiedere niente di più se non lo scambio di fluidi (è quello a cui ambisce uno dei personaggi), così come la fonte di ogni gioia e disperazione, perché quando i like cominciano a calare e gli hater ad aumentare, a farne le spese è proprio la protagonista.

2. Selfie

Una delle prime serie a mettere al centro della propria narrazione il tema dei social è Selfie, sitcom firmata Abc del 2014 con la statuaria attrice scozzese Karen Gillan (vista in Doctor Who e al cinema nel cinecomic Marvel I guardiani della galassia) nei panni di Eliza Dooley. Eliza è molto bella ed appariscente, con gambe chilometriche da modella e una gloriosa chioma rossa, vanta un acuto senso della moda e inoltre è incredibilmente vanitosa: è, praticamente, l’influencer perfetta secondo chiunque la circondi e secondo se stessa. I suoi sforzi di aumentare la popolarità condizionano ogni ambito della sua vita, sia professionale che affettiva, e la ricerca del selfie perfetto si trasforma in un’ossessione finché qualcosa comincia a incrinarsi e Eliza inizia a intuire che lo scollamento con la realtà sta minando la sua vita sociale. Leggera e divertente, Selfie è composta di una sola stagione ma offre comunque qualche valido spunto di riflessione.

3. Itaewon Class

Serie in arrivo il 23 marzo sulla piattaforma digitale Netflix, è anche una delle più belle degli ultimi anni e sebbene i social non siano l’unico argomento affrontato in questo k-drama ispirato all’omonimo webtoon, questi godono di un’importanza fondamentale nella storia. Park Saeroy è un ex galeotto che ha trascorso tre anni in prigione per aver mancato di rispetto allo spregevole proprietario di una catena di locali. Sae-roy non ha potuto finire le superiori e ha trascorso sette anni come pescatore per guadagnare i soldi necessari ad aprire un suo pub in una zona giovanile e cool di Seoul e vendicarsi della sua nemesi. Ad aiutarlo c’è Yi-seo, influencer da 700mila follower che, grazie alla visibilità offerta al locale dell’amico, ne garantisce il successo. L’importanza dell’opinione di una star dei social non si limita a un consiglio da seguire sulla moda o i club da frequentare: basta il video di una bulla che bistratta una compagna di classe o la critica nei confronti di una discoteca che ha respinto un ragazzo di colore per devastarne la reputazione. Il potere dei social nella vita reale non è mai stato rappresentato realisticamente come in questa serie coreana.

4. Black Mirror — Nosedive

Uno dei racconti dell’antologia di fantascienza distopica britannica creata da Charlie Brooker è incentrato su una realtà alternativa ormai poco distante dalla nostra in cui la posizione sociale è determinata dalla popolarità sui social, in particolare dal numero di like e recensioni positive che si ricevono in base all’interazione quotidiana con gli altri utenti. Da uno sguardo un po’ storto e un “buongiorno” non abbastanza gioviale passando per una risposta poco convincente, tutto diventa il pretesto per venire giudicati. La paranoia che provoca essere costantemente costretti a sembrare sempre perfettamente felici, amichevoli e “vincenti” ha conseguenze psicologiche devastanti sulla protagonista, la leziosa e vanesia Lacie e, auspicabilmente, su di noi se ci trovassimo nella medesima situazione.

5. You

La seconda stagione della serie incentrata sul terrificante e mentalmente disturbato stalker Joe prende una piega ancora più inquietante, dopo che questo ha uno scambio di opinioni con la sua nuova vicina di casa adolescente che gli insegna i segreti per avere successo su Instagram e in generale sui social. L’importanza di ricorrere agli hashtag o meno, il modo e la frequenza con cui postare le foto, la quantità delle informazioni concesse ai propri follower e la gestione della visibilità sono tutti parametri da studiare a tavolino. Joe si servirà di queste nuove e migliorate conoscenze per attirare l’attenzione, e conquistare il suo nuovo interesse amoroso. La seconda annata di You impone la riflessione sulle relazione nate o sviluppatesi grazie ai social, in particolare sullo scarto tra la personalità virtuale e quella reale di ciascun individuo: quanto c’è di vero di noi stessi in quello che raccontiamo agli altri surfisti della rete?

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]