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lunedì, Dic 09

5 serie teen che hanno ben raccontato l’adolescenza


Da Dawson’s Creek fino a Sex Education passando per Skins, Friday Night Lights e The End of the F***ing World: sono loro, per noi, i migliori show che raccontano il delicato passaggio all’età adulta

Le serie teen, incentrate su uno o più personaggi in età adolescenziale che vivono gioie e dolori (più le une delle altre, a seconda della declinazione del genere tendente alla commedia, al dramma o a un mix dei due) sono tante e di varia qualità. L’ultima in ordine cronologico è Generation, dramedy che tratta di “vita, amore, famiglia e sesso” con sottile humour nero. L’ha ordinato la piattaforma streaming di Hbo (presto sui nostri device), Max, a Lena Dunham, già produttrice di Girls. I teen drama sono accomunati da cast corali e una narrazione scandita dalle tappe fondamentali che informano l’evoluzione degli adolescenti. Le migliori sanno cogliere le contingenze del decennio, inquadrando impietosamente una generazione sulle note di colonne sonore strepitose. Ecco quali sono i teen drama che hanno preceduto Generation nel trattare in modo realistico le tematiche dell’adolescenza.

1. Dawson’s Creek (1998-2003)

La serie teen “seria” per eccellenza (nonché quella con la sigla indimenticabile), Dawson’s Creek è una vera e propria pietra miliare generazionale che va onorata per la solerzia del suo creatore, Kevin Williamson, nell’affrontare sistematicamente gli stadi essenziali dell’adolescenza, calandoli nel contesto di un decennio denso di cambiamenti. Il protagonista Dawson, alter ego di Williamson appassionato di cinema spielberghiano dall’eloquenza forbita, è passato alla storia (e immortalato dai meme) come il teenager più “piagnone” della tv, ma la serie di cui è parte offre altri primati. Ben oltre una semplice guida per liceali alle prese con le prime cotte, le prime volte e le prime corna, ha spiegato ai giovani gay le sfide del coming out, alle bad girl le peripezie della redenzione, alle brave ragazze l’audacia della ribellione e agli outsider la potenza della propria diversità. Dawson’s Creek è stato tra gli show a parlare di aids ed è, a oggi, il teen con il finale più commovente di sempre.

2. Friday Night Lights (2006-2011)

Così aliena eppure così familiare, la vita dei liceali americani si basa su regole e sistemi sociali tanto diversi dai nostri ma con conseguenze sulla formazione dell’individuo parecchio simili. L’ostentato machismo dei jock, gli studenti delle scuole statunitensi celebrati per il loro talento agonistico e sobillati da insegnanti e genitori per eccellere in discipline sportive come il football o il baseball, cela problematiche di cui la serie di Peter Berg offre un’impressionante disamina. Friday Night Lights si avventura nei corridoi, negli spogliatoi e sui campi di gioco di un liceo texano cogliendo l’opportunità di descrivere realtà comuni – quelle dei jock, quelle delle cheerleader – e le loro declinazioni più aberranti –, come il destino di chi vede la propria carriera dileguarsi a causa di un infortunio, le crisi personali di chi finisce invischiato nelle associazioni ultra religiose, i patimenti di chi soffoca le pressioni nell’alcool e gli immancabili problemi familiari.

3. Skins (2007-2013)

Un altro cult generazionale? Skins. È forse la serie teen che tratta con meno filtri – e per questo anche la più dura – le difficoltà di un’età folle, destabilizzante e dolorosa. Lo show era fortemente corale e con un cambio regolare di cast che offriva un valido pretesto per affrontare una rosa di situazioni vasto ed eterogeneo, con vette di drammaticità che sono tuttora impresse negli spettatori. Situazioni familiari sconcertanti, incidenti devastanti, abusi di stupefacenti, abbandoni e la morte di un personaggio così verosimilmente anonima e comune da gelare il sangue. Questo show dalle strepitosa colonna sonora e dall’estetica inconfondibile resta uno dei teen che si è sporcato di più le mani, staccandosi dagli ambienti benestanti e borghesi dei protagonisti di serie analoghe e avventurandosi in realtà più disagiate. Il successo di Skins è stato tale da essere valso come trampolino di lancio di una numero impressionante di giovani attori, da Nicholas Hoult (visto nella saga di X-Men) a Kaya Scodelario (protagonista dei film di Maze Runner) passando per Dev Patel (The Millionaire), Joe Dempsie e Hannah Murray (entrambi in Game of Thrones).

4. End of the F***ing World (2016-2019)

Il coming of age, il passaggio all’età adulta che informa i decantati Sweet sixteen imperituramente celebrati dalla cinematografia americana, passa spesso per una crisi identitaria che, a seconda del temperamento e dall’ambiente, può essere devastante. Nel caso di Alyssa e James, adolescenti britannici della bellissima serie di Channel 4 resa popolare da Netflix, l’età dell’innocenza corrisponde a un periodo di solitudine, insicurezze e ribellione che è davvero difficile da raccontare con autenticità e sensibilità. Cosa che, invece, è riuscita benissimo all’attrice e sceneggiatrice Charlie Covell tramite due personaggi di estremi outsider, due ragazzi come tanti ma con una visione di sé totalmente scollata dalla realtà (si considerano una reietta e uno psicopatico). End of the F***ing World insegna, con vivido realismo, tenera ironia e crudele poeticità che questo processo può trasformarsi in tragedia e che il bello della gioventù è che le cicatrici più profonde possono guarire.

5. Sex Education (2019-)

A giudicare dai manga e dai cartoni animati giapponesi con cui sono cresciuti molti di noi, i teenager vivono con un solo pensiero costante in testa: il sesso. Le serie americane dei canali generalisti, bacchettone, nella maggior parte dei casi non hanno sottolineato questo aspetto discernendolo adeguatamente. Al contrario delle britanniche come Sex Education. La serie Netflix, che torna con la seconda stagione il 17 gennaio, è un gioiello di ironia e introspezione che ritrae realisticamente – eppure senza rappresentazioni grafiche – che cosa passa per la mente al liceale medio alle prime con la pubertà. Dal protagonista Otis, asso della teoria con un livello di pratica pari a zero, all’entusiasta Eric passando per l’attivissimo ma sessualmente confuso Adam e per le più mature Aimee e Maeve, Sex Education dice tutta la verità sull’educazione sessuale nell’era di Internet.

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