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giovedì, Ago 15

5 serie tv brevi che si possono guardare a Ferragosto


Da Bonding a Catch-22, da Special a Dead to Me, ecco alcune serie tv di pochi, brevi episodi perfetti per un binge watching estivo concentrato

Siamo al 15 agostoFerragosto. Se non avete ancora fatto dei piani per una gita al mare o una scampagnata, o peggio se temete che come ogni anno puntualmente si metta a piovere c’è sempre una soluzione per voi: stare a casa e fare binge watching. Ottime alternative alla calura e allo stress estivo, ecco alcune serie tv molto brevi che potete godervi in un’unica giornata.

1. Dead to Me

Con i suoi dieci episodi da circa mezz’ora disponibili su Netflix, Dead to Me è la serie perfetta per essere vista in un pomeriggio. Certo il punto di partenza non è dei più allegri: Jen (Christina Applegate, candidata agli Emmy per questo ruolo) è appena rimasta vedova del marito, ucciso da un pirata della strada, e incontra a un gruppo di terapia l’esuberante Judy (Linda Cardellini). Le due hanno caratteri molto diversi ma nella loro complementarietà sviluppano un rapporto di grande amicizia, la quale però sarà messa a dura prova dai numerosi segreti che le due man mano sveleranno.

Storia di complicità e complessità femminile scritta in modo egregio, la serie è anche un esempio di come le produzioni più recenti si sforzino sempre più di sfuggire a un’univoca definizione di genere: sebbene i toni di partenza siano quelli della tragedia, infatti, molto spesso si sconfina nei territori di un’irresistibile commedia nera, dove le due donne devono contrastare le nevrosi proprie e altrui con spirito combattivo e un pizzico di autoironia. È anche un’indagine non banale sui rapporti familiari, interpersonali e d’amore, su cui ovviamente non si fa alcuno sconto.

2. Future Man

I tredici episodi della prima stagione di Future Man, sbarcata in questi mesi su Amazon Prime Video, si bevono tutti d’un fiato. Merito di un genere sicuramente d’intrattenimento come la fantascienza che viene però piegato a una specie di surreale parodia citazionista, in cui a forza di rendere espliciti i propri riferimenti letterari e cinematografici si finisce per creare un’assurda e divertita operazione metanarrativa. La serie, prodotta fra gli altri da Seth Rogen, ha tutti i presupposti per essere una sequela di cliché che vengono però rivitalizzati da una trama che esplicitamente non si prende mai sul serio.

A partire dal nome del protagonista, Josh Futterman (Josh Hutcherson), un disagiato inserviente con la passione dei videogiochi che finisce per essere selezionato dal futuro per salvare i destini dell’umanità. Peccato che lui sia del tutto impreparato alla missione e i due guerrieri venuti dal futuro per arruolarlo non riescano a comprendere le dinamiche di una cultura arretrata come quella attuale. C’è anche spazio per una serie di battute salaci su casi spinosi (da Bill Cosby a Michael Jackson) oltre a momenti sanamente pecorecci.

3. Special

Altra serie Netflix veramente breve è Special, composta da otto episodi che vanno dai 12 ai 17 minuti ciascuno. È tutta incentrata su Ryan O’Connell, che qui è interprete, creatore, regista e produttore, prendendo spunto dal suo stesso memoir I’m Special: And Other Lies We Tell Ourselves. In questo libro O’Connell parla della sua particolarissima esperienza di persona omosessuale che deve fare però i conti anche con le conseguenze di una paralisi cerebrale infantile, cosa che lo fa sentire doppiamente outsider ma anche doppiamente speciale.

Il protagonista della serie è appunto un suo omologo: entrando nella vita adulta, Ryan si trova definitivamente costretto ad accettare la sua condizione e ad affrontare le piccole e grandi sfide della quotidianità, il che vuol dire spesso e volentieri affrontare – anche con un sorriso e con una grande dose di autoironia – i pregiudizi degli altri. Special è appunto il tentativo antiretorico e assolutamente poco vittimista di raccontare la diversità, in uno stile spesso brillante e inedito.

4. Catch-22

Prodotta, diretta (in alcuni episodi) e interpretata da George Clooney, Catch-22 è una miniserie perfetta per una scorpacciata estiva. Questa produzione Sky-Hbo, che si può recuperare anche su Now Tv, è composta da cinque episodi agili e irriverenti. Lo spunto è il libro antimilitarista di Joseph Heller, ambientato in una base aeronautica in Italia durante la seconda guerra mondiale: qui il protagonista, John Yossarian (Christopher Abbott), non ne vuole sapere di perdere la vita in missione, cosa che considera folle, ma per i paradossi della burocrazia militare non può essere esonerato proprio perché lucidamente ha compreso l’assurdità della guerra.

Con un’ironia spesso fulminante e dolceamara, alternata a momenti di intensa drammaticità, questa miniserie mette in campo tutto il nonsense delle operazioni belliche. La qualità degli attori (ci sono anche Hugh Laurie e Giancarlo Giannini) è assoluta e anche l’assolata ambientazione italiana, nonostante qualche scivolata nel cliché, restituisce un mondo esteticamente idilliaco però sporcato a maggior ragione dalla violenza gratuita dell’essere umano.

5. Bonding

Se l’estate accende le vostre curiosità più spinte, Bonding è sicuramente la serie tv che fa per voi. Questa particolarissima produzione Netflix è composta da 7 episodi di meno di venti minuti ciascuno, e pare sia ispirata alle esperienze personali del suo creatore, Rightor Doyle. La serie segue le bizzarre avventure di Tiff (Zoe Levin), di giorno studentessa di psichiatria e di notte dominatrix; a scoprire la sua attività clandestina è il suo migliore amico omosessuale Pete (Brendan Scannell), il quale sarà ingaggiato per farle da assistente in queste sue particolarissime pratiche.

Bonding è un viaggio preciso ma anche spensierato nelle pratiche sessuali alternative, dal sadomaso al bondage, passando per il travestimento e l’umiliazione. Senza pregiudizi, è un approccio liberatorio alle proprie fantasie erotiche ma soprattutto la narrazione non si sofferma sulla superficie apparentemente più scabrosa: è anche un modo originale per parlare della crescita dei giovani di oggi, dell’accettazione della propria identità ed è anche una sfida a un certo tipo di moralismo borghese e retorico.

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