Seleziona una pagina
domenica, Set 08

5G, cosa deve fare un’azienda per sfruttare l’onda


Cristiano Amon, presidente di Qualcomm, traccia le strategie di business future per sfruttare il 5G: reti private, nuovi servizi e l’alleanza con il wifi 6

Cristiano Amon presenta le tecnologie 5G di Qualcomm (Paco Freire/Sopa Images/LightRocket via Getty Images)
Cristiano Amon presenta le tecnologie 5G di Qualcomm (Paco Freire/Sopa Images/LightRocket via Getty Images)

Berlino – Il 5G sarà “o un’opportunità per trasformarsi o un rischio di diventare non competitivi”. Per Cristiano Amon, presidente di Qualcomm, il gigante statunitense delle telecomunicazioni e dei semiconduttori, le aziende sono davanti a un bivio. O abbracciare la rivoluzione delle reti di quinta generazione, arrivando persino a investire in reti private. O fermarsi sulla soglia, con il rischio di essere travolti da una rivoluzione che sta cambiando i connotati di ogni industria.

Un caso su tutti, cita Amon: l’automobile. “Dopo aver reso l’auto connessa, i produttori stanno riprogettando gli interni – spiega il numero uno dell’azienda di San Diego a Wired a margine di Ifa, la fiera dell’elettronica di consumo di Berlino -. Il 5G porterà nuovi servizi ad alta velocità, intrattenimento ad alta risoluzione, pubblicità personalizzata quando sali su una vettura di Uber, navigazione in tempo reale comunicando con le altre auto, i pedoni e i semafori. E questo creerà nuovi modelli di business anche per l’assicurazione o i media”. “I profitti della vendita dei servizi di un’auto varranno di più rispetto alla vendita della macchina stessa”, precisa il presidente. Tanto che Qualcomm ha messo in conto 6 miliardi di dollari di ordini per i chip destinati alle auto connesse.

Impatto imminente

Amon si aspetta che nei prossimi due anni l’industria faccia il salto. Il 5G è alle porte, in tutti i paesi le sperimentazioni procedono a passo spedito e la nuova configurazione dell’impresa, sempre più affamata di dati da analizzare e di cloud su cui trasferire la gestione di processi e servizi, richiede reti più robuste e veloci. L’industria 4.0 chiama il 5G. E per Amon in futuro farà la differenza avere o no una rete privata: “La Germania ha dedicato uno spettro di banda per le reti private, perché le aziende hanno capito il vantaggio di averla”.

Un modello che l’Italia dovrebbe importare. Enel, per esempio, con cui Amon ricorda che Qualcomm ha collaborato, ha sviluppato una sua rete privata 4G/5G, con l’azienda italiana Athonet, proprio per governare le reti intelligenti e gestirle in modo flessibili. Nel complesso, tuttavia, il Belpaese si mantiene nel gruppo di testa dei paesi europei che stanno sviluppando le reti 5G, con Regno Unito e Svizzera. E secondo Amon, con un vantaggio: quello di aver già messo a gara, nella super asta del 2018 che è valsa 6,5 miliardi di euro di incassi per lo Stato, anche le frequenze millimetriche, fondamentali proprio per le applicazioni millimetriche.

Al passo con i tempi

Nel complesso l’Europa finora è riuscita a tenere testa alla corsa verso le reti di quinta generazione. Un recente studio del Parlamento europeo, presentato alla Commissione industria, ricerca ed energia settimana scorsa, riconosce che “i consorzi europei sono ben collocati, con un programma avanzato in progetti pilota, test nelle città e consenso sull’assegnazione dello spettro di banda”. Quella che sembrava una prova di velocità, nei fatti si sta rivelando un test di resistenza e la stessa Cina, che per Amon “ha il più ambizioso piano di copertura in 5G”, ha stimato che impiegherà dieci anni per concluderlo.

E secondo lo studio dell’Europarlamento, questo richiede che l’Unione europea promulghi norme leggere per connettere le aree rurali, in modo da aumentare la copertura e raggiungere il pieno sviluppo. “Il 5G richiede la densificazione delle antenne e il supporto dei Comuni agli operatori è fondamentale per costruire la copertura”, aggiunge Amon. “Il 5G è un’infrastruttura critica – chiosa – e l’Europa l’ha capito”. L’incognita delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, per il numero uno di Qualcomm, ha un peso relativo e conseguenze indiritte: “Il 5G resisterà per prossima decade e non ho assistito a un ritardo finora per colpa delle tensioni commerciali”.

Il primato dello smartphone

Siccome le trasformazioni più profonde impiegheranno tempo per manifestarsi, per Amon il carburante della corsa al 5G resta lo smartphone. L’azienda conta di arrivare entro il 2020 ad aprire le porte delle nuove reti a due miliardi di utenti, sviluppando tecnologie anche per dispositivi di fascia media.

Il 5G è stato disegnato per un ambiente in cui il consumatore fa un uso illimitato di dati. Userai il telefono così come usi il wifi a casa”, dice Amon. Per gli operatori di telecomunicazioni sarà il grimaldello di nuove strategie di business. Specie verso le imprese. Per Amon le offerte dovranno ricalcare quelle fatte ai consumatori: consumo dati illimitato, in sostanza, e bit ridotti a commodity, visto che il 5G lo rende profittevole ed espande i servizi aggregati da cui estrarre valore.

E in aggiunta arriverà la generazione numero sei del wifi, che “è qui per restare”, dice Amon. L’ecosistema di comunicazione del prossimo futuro, insomma, si appoggerà a questi due elementi: 5G e wifi 6. Quest’ultimo progettato proprio per gestire la congestione del traffico dati. E ormai alle porte: Qualcomm si aspetta i primi dispositivi portatili entro la seconda metà del 2020.

A fine giugno la multinazionale il suo terzo trimestre fiscale con ricavi per 9,6 miliardi di dollari (+73% sullo stesso periodo del 2018) e un margine operativo netto di 2,1 miliardi (+79%). Le azioni hanno imboccato una ripresa, dopo il picco di maggio, e l’amministratore delegato, Steve Mollenkopf, si aspetta ora di raccogliere i frutti dell’accelerata globale sul 5G.

Potrebbe interessarti anche





Source link