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mercoledì, Lug 22

5G, lo stop finisce in tribunale: sospesa l’ordinanza di Messina



Da Wired.it :

Il Tar di Catania accoglie il ricorso di Vodafone contro il Comune siciliano. Il dl Semplificazioni ora tronca le ordinanze ma i sindaci sono pronti a dare battaglia

Protesta contro il 5G a Torino (foto di Marco Bertorello/Afp via Getty Images)
Protesta contro il 5G a Torino (foto di Marco Bertorello/Afp via Getty Images)

Si sapeva che si sarebbe finiti in tribunale. E così è stato: il Tribunale amministrativo di Catania ha emesso la prima sentenza contro un’ordinanza no-5G. Nello specifico, quella del Comune di Messina, il più grande tra i 431 che, stando al censimento di Wired, hanno adottato provvedimenti per bloccare l’installazione di reti di quinta generazione. Il Tar accoglie il ricorso di Vodafone, che ha chiesto di sospendere l’ordinanza messinese, emanata il 27 aprile dal sindaco Cateno De Luca.

Per i giudici amministrativi la valutazione sui rischi dei campi elettromagnetici, evocata dalle ordinanze anti-5G, spetta solo e soltanto all’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa). Inoltre, recependo già il dettato del decreto Semplificazioni del 16 luglio sulle ordinanze no-5G, il Tar catanese riconosce che i Comuni possono intervenire per bloccare l’installazione su specifici siti del proprio territorio, sulla base di motivi localizzati. Non possono invece imporre un blocco totale.

Come si legge sul provvedimento, “l’illegittimità di un divieto generalizzato alla installazione degli impianti in esame, per un altro, l’impossibilità di adottare ordinanze contingibili e urgenti in una materia la cui competenza è riservata allo Stato”. La sospensione è stata firmata dalla prima sezione del Tar (presidente Pancrazio Maria Savasta, estensore Giuseppina Alessandra Sidoti, primo referendario Giovanni Giuseppe Antonio Dato) e fissa la trattazione di merito all’udienza del prossimo 3 dicembre.

Battaglia di carte bollate

Il verdetto del Tar catanese fa da apripista. A un anno dalle prime ordinanze e dopo il boom nei mesi dell’emergenza del coronavirus, spinto dalle fake news su una correlazione tra la diffusione della malattia e il 5G, i provvedimenti dei sindaci contrari alle nuove reti di telecomunicazione finiscono in tribunale. Con la conseguenza che i piani di sviluppo delle nuove reti, utili all’abilitazione di tecnologie come l’internet delle cose diffuso, la telemedicina, una robotica industriale avanzata, rischiano di rimanere invischiati nel pantano dei ricorsi. L’ stando all’ultimo indice sulla digitalizzazione in Europa, è il terzo Paese del Vecchio continente per avanzamento nel 5G, ma la crescita dei Comuni contrari compromette una posizione di vantaggio. Una delle poche, in termini di digitalizzazione, a livello continentale e mondiale.

Il decreto Semplificazioni, richiamato anche dal Tar, punta a troncare i provvedimenti anti-5G sul nascere. I sindaci recalcitranti, però, promettono battaglia. Mario Conte, presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) del Veneto, ha già alzato le barricate contro la norma nazionale: “È una limitazione all’autonomia dei sindaci su un tema delicato che tocca da vicino le comunità ed il paesaggio”. Conte è il primo cittadino di Treviso e non ha mai mancato di esprimere perplessità sulla nuova tecnologia. Non ha, di contro, emesso provvedimenti contro le antenne, ma già undici Comuni del circondario li hanno firmati. E il Veneto risulta la regione con il maggior numero di sindaci contrari.

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[Fonte Wired.it]