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sabato, Nov 23

6 fumetti per denunciare la violenza sulle donne


Il 25 novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ecco le migliori graphic novel che denunciano le tante forme che possono assumere abusi e molestie

Lunedì 25 novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un tema di urgente importanza sociale, da contrastare in tutte le sue sfaccettature: dagli abusi domestici al femminicidio, dagli stupri alla discriminazione, passando per bullismo e revenge porn. Il mondo del fumetto non è sempre stato sensibile al tema, tanto che le tradizionali storie di supereroi sono spesso state accusate di utilizzare la violenza sui comprimari femminili come mera scusa per motivare gli eroi (il cosiddetto fenomeno della “donna nel frigorifero“, espressione coniata dalla sceneggiatrice e femminista Gail Simone e riferita alla storia in cui Lanterna Verde trova letteralmente la fidanzata nel frigo, uccisa e fatta a pezzi). Fortunatamente, qualcosa si è mosso nel mondo delle graphic novel, sempre più aperte ad autori e autrici che utilizzano il mezzo per denunciare il fenomeno. Ecco allora 6 opere a fumetti fondamentali nel coro contro la violenza sulle donne.

Bezimena. Anatomia di uno stupro, di Nina Bunjevac

Bezimena è un’opera potente, che colpisce immediatamente grazie alla grafica visionaria, caratterizzata da un tratto iperrealista eppure, al tempo stesso, surrealista. Lo stile di ogni tavola è il riflesso speculare della vicenda narrata, al tempo stesso orrenda e banale. Benny è il guardiano di uno zoo, ossessionato dal sesso, sin da quando era bambino. Un giorno, dopo aver ammirato a lungo una bella visitatrice, ne ritrova il taccuino. L’uomo dubita che sia un caso, si convince di essere al centro di un gioco di seduzione. Un’illusione, la mania di una mente malata, destinata a sfociare non già in una notte di reciproca passione, ma in una serie di stupri brutali e animaleschi, che forse nascondono una verità ancora peggiore (Rizzoli Lizard, 224 pp, 20 euro).

Io sono Una, di Una

Una, come una di molte. Una ragazza di dodici anni, vive nello Yorkshire tormentato dallo Squartatore, un serial killer che miete vittime tra le donne del posto, in un clima in cui l’unico supporto offerto alle ragazze del posto consiste nel dir loro di “vestire in modo non appariscente“. Una è orgogliosa, sicura di sè, appassionata di chitarra. Tutto cambierà dopo un episodio di stupro in cui l’opinione pubblica le si rivolta contro. Una si convince di essere guasta, di avere colpa di ciò che le è successo. Dovrà fare i conti con sé stessa e con un mondo che non la ascolta prima di guarire dalle proprie ferite. Una storia autobiografica che ha vinto il premio Best memoir 2016 di Oprah.com (Add Editore, 208 pp, 19,50 euro).

Troppo non è mai abbastanza, di Ulli Lust

A volte sono proprio i sogni di libertà e ribellione a tramutarsi negli incubi peggiori. Succede a Ulli ed Edi, due ragazzine berlinesi che, all’inizio degli anni ’80, nel pieno rigoglio della cultura punk, decidono di partire in viaggio per l’Italia, in autostop, da Verona a Roma sino alla Sicilia. Proprio nel nostro “bel Paese” le due saranno aggredite, molestate, umiliate dai tanti uomini che incontrano nel loro viaggio e che decidono di abusare della loro fiducia e giovane età. E sulla strada si nasconde in agguato lo spettro della droga e della tossicodipendenza. Un viaggio alla Thelma e Louise che rimane tuttavia un’affermazione decisa di libertà e indipendenza, sempre dalla parte delle donne (Coconino Press, 464 pp, 29 euro).

Helter Skelter, di Kyōko Okazaki

La violenza sulle donne non ha solo la forma di un livido intorno a un occhio, non si concretizza soltanto negli stupri e negli abusi in strada o tra le mura di casa. Si palesa anche, in modo più sottile ma non meno insidioso, nella pressione ad alterare il proprio corpo per avere successo, nell’esigenza di essere belle a tutti i costi, nelle molestie nello show-biz che a lungo sono state occultate e spacciate falsamente per “inevitabili”, al grido di “funziona così”. Helter Skelter di Kyōko Okazaki è un manga josei del 2003 che anticipa per certi versi i temi affrontati dal movimento #metoo, attraverso la storia della supermodella Ririko che si sottopone a una vera e propria discesa all’inferno pur di mantenere il proprio status (Dynit, 320 pp, 18,90 euro).

Io so’ Carmela, di Alessia Di Giovanni, Monica Barengo

Nel 2007, un dramma. Uno tra i tanti, troppi. Carmela, 13 anni, si suicida, gettandosi da una finestra. Era stata violentata da più uomini. La polizia non l’aveva protetta. I suoi stupratori erano rimasti liberi. Lei era finita in un centro di recupero. Il suo diario, ritrovato dopo la morte, racchiude un grido di aiuto e di dolore rimasto inascoltato. Questa graphic novel vuole essere il simbolo non di una vittima, ma di una ribellione contro la violenza e gli abusi (Becco Giallo, 160 pp, 15 euro).

Inès, di Loïc Dauvillier e Jérôme d’Aviau

In più di 3,7 milioni di donne hanno interrotto una relazione a causa di violenze da parte del partner. Ma si stima anche che più del 90% non denunci questo tipo di aggressioni. Inès è una graphic novel che descrive con brutalità angosciante la sofferenza, l’umiliazione costante, e i pericoli cui sono sottoposte le donne vittime di mariti o compagni brutali. Lo fa attraverso gli occhi della protagonista, Inès, bloccata con la sua bambina in un dramma che si consuma dietro la finta sicurezza delle pareti domestiche, quando suo marito lascia cadere la maschera di uomo perfetto che indossa a beneficio del mondo e rivela il mostro dentro di sè (ReNoir, 112 pp, 12 euro).

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