The Crow – il film – nasce grazie ai talenti combinati di Proyas, giovane regista di video musicali; di Schow e Shirley; di Alex McDowell, production designer; di Dariusz Wolski, direttore della fotografia; di Graeme Revell e Most, rispettivamente autore della colonna sonora e responsabile della selezione delle canzoni. Insieme riescono a convertire le atmosfere, il look e l’essenza delle tavole dei fumetti nella pellicola, catturandone la poesia di stampo dark romantico e l’inconfondibile estetica. Il vero miracolo, tuttavia, è la selezione dell’attore Brandon Lee, figlio di Bruce, nei panni dell’Eric Draven in carne e ossa. La sua interpretazione è fenomenale, straziante, lirica: Lee è Draven, spezzato, implacabile, furente e al contempo gentile. Lee muore a pochi giorni dalla fine delle riprese, l’ultima di un’escalation di disgrazie degne dei set di Blade Runner e Poltergeist, tra incendi e tempeste che distrussero il set e membri della troupe feriti – lasciando il film incompleto e chiunque ci avesse lavorato, distrutto. Finirlo, con l’aiuto della controfigura di Lee (Chad Stahelski, futuro regista di John Wick) diventò una missione per onorare la memoria dell’attore e dare un senso alla sua fine.