Non sono più i tempi della Bestia salviniana. Scelte, contenuti e spese dei partiti sui social media in vista delle prossime elezioni europee rischiano di deludere gli entusiasti della politica digitale e online. Lo racconta un’analisi realizzata per Wired Italia dalla società specializzata DeRev sulle attività social delle liste nel periodo 25 aprile-25 maggio. Le piattaforme scandagliate sono state Facebook, Instagram, TikTok e X. Cosa ne esce? Più avanti entriamo nel dettaglio di ogni singola lista.
Basti dire però che l’attenzione ai contenuti che dovrebbe caratterizzare una campagna elettorale per il Parlamento europeo è davvero scarsa: tra tutti i partiti e le coalizioni in corsa analizzati, Sinistra italiana e Europa Verde, insieme ad Azione e Nos (seguiti da Più Europa) sono quelli più impegnati in un’attività social fatta di informazione di sostanza sui temi e sui progetti. Per il resto ci si limita a schede di presentazione dei candidati, qualche rilancio su punti programmatici generici e quasi mai approfonditi, ripubblicazioni di post di altri profili affiliati o di ospitate tv. Non solo: si nota un profluvio di post su X, che rendono poco dal punto di vista delle reazioni, mente TikTok premia outsider come Più Europa e i Verdi.
Il Movimento 5 Stelle è il partito con la platea più vasta: 2,7 milioni di follower tra tutte le piattaforme considerate, seguito da Lega (1,8 milioni), Fratelli d’Italia (1,3 milioni) e Partito Democratico (1 milione). Stati Uniti d’Europa, con la somma dei follower di tutti i partiti che compongono la coalizione (Più Europa, Italia Viva, Psi, Libdem, L’Italia c’è e Radicali), non raggiunge il milione (789mila follower), ancor più bassa la penetrazione di Siamo Europei (337mila utenti) e Alleanza Verdi e Sinistra (329mila). “Sebbene gli algoritmi siano ormai impostati per la scoperta di contenuti a prescindere dal follow al profilo – spiega DeRev – resta importante avere un legame con i follower, soprattutto per reiterare il messaggio e dargli sostanza: al non-follower, infatti potrebbe arrivare, ma in modo effimero e non efficace. Da questo punto di vista, dunque, i partiti con platee maggiori sono avvantaggiati in una campagna social”.
Quanto alle spese, è a sorpresa Forza Italia – fra tutte le liste quella più aliena al mondo social – a mettere più soldi nelle inserzioni sulle piattaforme della galassia di Meta con 44.670 euro, seguita dal Pd con 30.329 e a breve distanza da Fratelli d’Italia con 29.329. Non sono elezioni politiche, le dinamiche sono diverse così come i meccanismi delle candidature, contraddistinte in gran parte da nomi civetta che non siederanno a Bruxelles e Strasburgo come quelli della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e della segretaria de Pd, Elly Schlein. Per le politiche del 2022 solo Salvini spese fra il 2 giugno e il 30 agosto di quell’anno oltre 84mila euro.
Vediamo nel dettaglio come si sono comportati i partiti con le inserzioni in vista delle elezioni europee: