Hamas e Israele hanno commesso entrambi crimini di guerra e contro l’umanità durante l’attacco del 7 ottobre e nelle successive operazioni militari, secondo un nuovo rapporto di un organismo indipendente delle Nazioni Unite per i diritti umani, ovvero la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e Israele. Le conclusioni si sono basate su interviste con vittime e testimoni, oltre a centinaia di testimonianze, immagini satellitari, rapporti medici forensi e prove derivanti dalla copertura mediatica.
“Tra mesi di perdite e disperazione, punizioni e atrocità, l’unico risultato tangibile è stato quello di aggravare l’immensa sofferenza sia dei palestinesi che degli israeliani, con i civili che, ancora una volta, hanno portato il peso delle decisioni di chi detiene il potere”, ha affermato la commissione, sottolineando l’impatto del conflitto su donne e bambini. “L’unico modo per fermare i ricorrenti cicli di violenza, comprese le aggressioni e le ritorsioni da entrambe le parti, è garantire una stretta aderenza al diritto internazionale”, ha aggiunto. “Ciò include la fine dell’illegale occupazione israeliana del territorio palestinese, la discriminazione, l’oppressione e la negazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, e la garanzia di pace e sicurezza”.
Le violazioni di Israele e di Hamas
La commissione indipendente, istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha concluso che, in relazione alle operazioni militari israeliane a Gaza, Israele ha commesso crimini di guerra, crimini contro l’umanità e violazioni delle leggi internazionali umanitarie e dei diritti umani. I crimini di guerra di Israele includono la fame, la detenzione arbitraria e l’uccisione e la mutilazione di “decine di migliaia di bambini”. L’organo ha inoltre dichiarato che l’immenso numero di vittime civili e la diffusa distruzione di beni e infrastrutture sono stati i “risultati inevitabili della strategia scelta da Israele per l’uso della forza” durante queste ostilità, intrapresa con l’intento di causare il massimo danno.
“L’uso intenzionale di armi pesanti con grande capacità distruttiva in aree densamente popolate costituisce un attacco intenzionale e diretto contro la popolazione civile, in particolare contro donne e bambini”, ha detto la commissione, aggiungendo che ciò è confermato dal numero sostanziale e crescente di vittime, nel corso di settimane e mesi, senza “alcun cambiamento nelle politiche o nelle strategie militari israeliane”.
L’Onu ha rilevato anche che, in relazione all’attacco del 7 ottobre in Israele, membri delle ali militari di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi, hanno deliberatamente ucciso, ferito, maltrattato, preso in ostaggio e commesso violenze sessuali e di genere contro i civili, compresi cittadini israeliani e stranieri. “Queste azioni costituiscono crimini di guerra, violazioni e abusi del diritto umanitario internazionale”, ha spiegato l’organo Onu, secondo cui le donne israeliane sarebbero state vittime di questi crimini in modo sproporzionato.