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L’Ucraina non si lamenta del risultato delle elezioni europee

da | Giu 15, 2024 | Tecnologia


Tuttavia, per ogni importante decisione in politica estera, Macron dovrebbe ottenere il benestare dei ministri di Le Pen, che difficilmente acconsentirebbero a spendere un euro in più per il bilancio dell’Ue o dell’Ucraina. Va ricordato come fin dalla primavera del 2022, all’indomani dell’invasione russa, Le Pen abbia accusato il governo francese di lasciarsi “trasportare da un’Unione Europea isterica” verso “sanzioni inappropriate e sconsiderate” contro il Cremlino.

La sconfitta subita da Macron ha allarmato persino Washington, dopo settimane passate a prospettare un maggiore coinvolgimento occidentale in Ucraina (il presidente francese è stato il primo leader europeo a parlare esplicitamente dell’invio di truppe Nato in Ucraina). I piani più ambiziosi di chi voleva alzare il livello dello scontro col presidente russo Vladimir Putin potrebbero sgretolarsi, tanto quanto quelli di chi voleva mettere fine alla guerra al più presto, costi quel che costi. Come spiega il reporter Davide Maria De Luca: “Nessuna nuova, buona nuova” è un detto che vale quando la situazione presente è, se non la migliore, almeno tollerabile. E questo non è il caso dell’Ucraina. L’offensiva russa contro Kharkiv è stata arrestata, ma per fermarla Kiev ha dovuto spostare truppe da altri settori, e questo ha permesso ai russi di continuare a erodere territori nel Donbass, settore chiave del fronte“.

La strategia del governo di Kyiv per invertire questa rotta era chiara, scrive De Luca: “Coinvolgere sempre di più gli alleati nel conflitto. Era questo, in sostanza, l’obiettivo politico dietro la richiesta di usare armi Nato in Russia. Questo piano ha trovato poche sponde in Europa e Stati Uniti, dove le opinioni pubbliche sono sempre più fredde nei confronti della causa ucraina e timorose di un’escalation che li coinvolga direttamente.”

La situazione di Scholz rimane altrettanto complessa, perché si trova alla guida di un governo che viene tamponato, sia da sinistra che da destra. Non solo preoccupa l’ascesa dell’Afd favorevole al ripristino dei rapporti economici con Mosca – nonostante l’Ue si diriga verso il prossimo autunno con i livelli di stoccaggio di gas naturale più alti di sempre -. Ma c’è anche il nuovo partito socialista-conservatore di Sahra Wagenknecht, ex figura di spicco della sinistra di Die Linke, che ha preso oltre il 6% alle Europee con un manifesto tutto incentrato sul sovranismo economico e il rifiuto della strategia atlantista. Con il risultato di essere riuscita a doppiare il partito da cui si è scissa.

Unità europea a rischio

Adesso l’Europa è attesa da un mese di importanti eventi politico-diplomatici, come il G7 guidato dall’Italia in Puglia. Inoltre, il 15 e 16 giugno ci sarà la Conferenza sulla Pace a Lucerna, promossa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dove la Russia è stata esclusa, la Cina ha scelto di non partecipare e molti paesi del sud del mondo sono rimasti indifferenti. È probabile che rimanga una semplice parata di dichiarazioni di principio, in attesa che si chiarisca la situazione di Parigi e Berlino.

L’esito delle Europee quindi non causerà un capovolgimento immediato del punto di vista del sostegno politico e militare fornito all’Ucraina. Potrebbero però influenzare l’approccio dell’Ue alla guerra. Anche in Austria, la destra populista del Partito della libertà (Fpö), intatta dopo gli scandali che l’hanno vista complice di spie russe, ha vinto le elezioni su una piattaforma di opposizione alle sanzioni e all’immigrazione di qualsiasi tipo. Un Parlamento Europeo contrario all’assistenza umanitaria potrebbe rendere più difficile la permanenza dei rifugiati ucraini maschi che non vogliono combattere, con il concreto rischio che possano rifugiarsi in Paesi extraeuropei o addirittura in Russia.

La coesione dell’Unione è stata essenziale per una rapida risposta alla crisi ucraina nel 2022. Ma queste elezioni vedono accresciuto il potere di ricatto dei partiti euroscettici, a cominciare dalla Francia, dall’Italia e dalla Germania e potrebbero mettere a rischio l’unità dell’unione, complicando la sua capacità di fare ciò di cui l’Ucraina ha più bisogno: un aumento di qualità e quantità dell’impegno bellico. Le europee potevano andare molto peggio per Kyiv, insomma, ma non c’è nulla per cui esultare.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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