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Chirurgia placebo, cos’è e in quali casi si è dimostrata efficace quanto quella “vera”

by | Giu 16, 2024 | Tecnologia


A volte basta un po’ di autosuggestione per sentirsi meglio. È l’effetto placebo, il misterioso alleviarsi di sintomi e malesseri che si sperimenta assumendo sostanze farmacologicamente inerti, quando ci vengono spacciate per medicine. Un fenomeno tanto reale da essere diventato uno degli elementi cardine dei moderni trial clinici, in cui nuovi farmaci e terapie vengono sempre comparati con un gruppo di controllo, per assicurarsi che eventuali benefici che emergono dallo studio non siano frutto, appunto, del solo effetto placebo. Perché funzioni, ovviamente, il paziente deve essere all’oscuro di aver assunto una terapia perfettamente inutile. E in alcuni casi, è più facile a dirsi che a farsi.

Pensiamo ad esempio alla chirurgia: come si convince qualcuno che è stato operato, senza tagliuzzarlo per davvero? In effetti è impossibile, o quasi, e per questo quando i chirurghi vogliono valutare rigorosamente l’efficacia delle loro procedure ricorrono a quella che viene definita chirurgia placebo, ovvero un’operazione identica sotto ogni aspetto a quella vera, incisione compresa, ma che si conclude richiudendo il taglio senza che sia stato effettuato nessun trattamento. Nonostante le difficoltà, pratiche ed etiche, che pone una forma così estrema di placebo, e il fatto che non sia obbligatoria per introdurre nuove procedure chirurgiche, è stata comunque utilizzata moltissime volte nell’arco degli ultimi decenni. E la cosa interessante è che, al pari dei placebo più tradizionali, si è dimostrata efficacissima: stando ad una delle revisioni sistematiche più ampie sul tema, più del 50% dei trial si conclude con identici miglioramenti nei pazienti operati, e in quelli sottoposti a chirurgia placebo. Qualche esempio?

Angina pectoris

L’angina pectoris è una condizione causata dalla riduzione dell’afflusso di sangue al cuore, che riduce l’ossigenazione dei tessuti e provoca un dolore nella zona del torace. Negli anni ‘50, in Italia era stata sviluppata una tecnica chiamata legatura bilaterale dell’arteria mammaria interna (o operazione di Fieschi), che consisteva nel legare due arterie nella convinzione che aiutasse a rivascolarizzare il tessuto cardiaco. La tecnica si diffuse in tutto il mondo, fino a quando nel 1959 e nel 1960 due team di chirurghi americani decisero di mettere alla prova la procedura comparandola con la chirurgia placebo. I due gruppi reclutarono i loro pazienti, operarono metà con la tecnica di Fieschi e all’altra metà somministrarono l’anestesia e si limitarono poi a praticare un’incisione sul petto, senza toccare le arterie.

I risultati dimostrarono che la procedura era totalmente inutile. O meglio, che i suoi effetti positivi erano del tutto spiegabili dall’effetto placebo: i pazienti operati con legatura bilaterale dell’arteria mammaria interna infatti ottenevano un miglioramento significativo dei sintomi (il dolore) nel 67% dei casi, ma questo accadeva anche nell’87% dei pazienti sottoposti all’intervento fasullo. L’aspettativa del successo dell’operazione e il rapporto che si crea con il chirurgo sono insomma in grado di spingere il paziente a migliorare da solo, indipendentemente dalla procedura chirurgica, con un’efficacia che sembra raggiungere anche il 35% della risposta che si ottiene con la chirurgia. Esattamente come accade con i placebo tradizionali.

Chirurgia del ginocchio

L’osteoartrite del ginocchio è un’infiammazione cronica che deriva dalla degenerazione delle cartilagini articolari. È favorita dall’età, dalla genetica, dal peso eccessivo, infortuni e operazioni al ginocchio. Può essere affrontata con la fisioterapia, o con la chirurgia: l’intervento si chiama artroscopia, e si effettua per via endoscopica utilizzando delle sonde munite di fibre ottiche che consentono al chirurgo di osservare l’interno dell’articolazione, e di rimuovere selettivamente le parti di cartilagine usurate. A naso dovrebbe funzionare: si rimuovono i detriti che provocano dolore quando muoviamo il ginocchio, e il fastidio migliora o scompare. E invece alla prova dei fatti, l’efficacia dell’intervento stenta ad emergere.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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