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La lente dell’Agenzia delle entrate è tornata a posarsi su Google. Come riporta Il Sole 24 Ore, se sette anni fa il colosso di Mountain View era stato costretto a pagare all’erario 306,6 milioni di euro, il rischio è che l’estate 2024 possa pesare quasi un miliardo sulle sue finanze.

Nel dettaglio, le indagini della Guardia di finanza avrebbero portato la procura di Milano a supporre l’esistenza di una stabile organizzazione immateriale della multinazionale statunitense, molto simile nei fatti a quella che portò Netflix a pagare nel 2022 al nostro paese circa 55,8 milioni di euro. E proprio il caso del colosso di Los Gatos ha creato un precedente che, dopo Google, potrebbe portare altre big tech internazionali nel mirino del fisco a causa di una quantità di imposte pagate minore di quella che dovrebbe essere.

Oltre alle tasse non pagate, sarebbero diverse le motivazioni per le quali la guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate avrebbero posto la propria attenzione sulla società amministrata da Sundar Pichai. Sotto i riflettori ci sarebbero infatti anche le royalties pagate dal ramo irlandese del gruppo, che anche in Italia possiede una propria stabile organizzazione.

La vicenda

Ripercorrendo la vicenda che interessò Netflix nel 2022, è utile ricordare come sia stata un’indagine della Guardia di finanza e della direzione regionale Lombardia dell’Agenzia delle entrate a verificare l’omessa dichiarazione dei redditi del colosso dello streaming. In particolare, furono individuati circa 350 serverutilizzati in via esclusiva e installati stabilmente sull’intero territorio nazionale, presso data center e i principali operatori di telefonia“. Una vera e propria “stabile organizzazione materiale di un’azienda estera in Italia”, che aveva permesso tra il 2015 e il 2019 a Netflix di radicare i propri profitti su suolo italiano, rendendola quindi oggetto di tassazione da parte del fisco.

Nel 2016, la stessa guardia di finanza aveva invece stabilito che, tra il 2009 e il 2013, Google non avesse versato l’Ires (27%) su 100 milioni di ricavi ottenuti in Italia. A essi, si aggiunsero anche in quel caso altri 200 milioni di euro di imposte sulle royalties che Google non aveva versato al fisco.



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