Pinocchio è arrivato a Roma, ed è disposto a raccontare la sua storia a grandi e piccini. Il 31 maggio a Roma, presso il Giardino delle cascate, ha aperto i battenti la mostra itinerante This is Wonderland – Pinocchio, back to wood, un lungo percorso tra le principali tappe del romanzo di fantasia scritto a fine Ottocento da Carlo Collodi. All’interno del grande parco situato nel quartiere Eur della Capitale, è dunque possibile imbattersi nella riproduzione delle più importanti pagine del libro, ma anche in una grande balena blu con la bocca aperta e pronta ad accogliere il primo malcapitato, oltre che in un Grillo Parlante alto tre metri che dà il benvenuto agli avventori.
Rispetto alle edizioni passate, la vera novità di questo percorso fatto di statue, colori e suoni, è la presenza del primo Pinocchio in grado di interagire con i visitatori. Quello esposto a Roma, infatti, è un burattino speciale che, grazie all’applicazione dell’intelligenza artificiale, è capace di sostenere una normale conversazione con chiunque si presenti al suo cospetto. E non importa se intorno a lui ci saranno tanti bambini a correre da un’installazione all’altra: come spiegato dagli ideatori, Pinocchio è può comprendere le domande e interagire anche in contesti particolarmente chiassosi. Si tratta di un lavoro messo a punto da Pi-School (realtà specializzata nella formazione di professionisti dell’AI) e dalla società di consulenza Humans.tech, che hanno realizzato l’idea elaborata da Lux Holding, azienda leader nell’organizzazione di eventi culturali, che detiene la proprietà intellettuale del progetto. Lo scorso anno l’iniziativa, basata sulle avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, ha portato all’Eur circa 600mila persone.
L’interazione con il pubblico
“Come va la scuola?“; “Andrai in vacanza quest’estate?“; “Qual è il tuo sogno nel cassetto?“. Sono queste le prime domande rivolte dai più piccoli a Pinocchio che, superando l’iniziale imbarazzo (non ha risposto immediatamente ai primi stimoli), si è mostrato via via sempre più disinvolto nell’interazione con il pubblico. Tutte conversazioni, comunque, a cui il burattino era stato preparato: Marco Iacobelli, success manager di Humans.tech, ha spiegato a Wired che, per insegnare a Pinocchio a parlare con gli esseri umani, gli ideatori del progetto hanno svolto diversi workshop insieme a molti giovani lettori: un modo per capire quali sarebbero state le domande poste più frequentemente al protagonista di questa edizione di This is wonderland, che per essere visitata interamente ha bisogno di almeno un’ora di passeggiata.
“Si tratta di un lavoro svolto negli ultimi sei mesi” continua Iacobelli, per il quale la parte più complessa del percorso è stata rappresentata dal processo di adattamento del modello GPT (ovvero la tecnologia che grazie all’intelligenza artificiale permette la generazione automatica di testi) al carattere di Pinocchio, personaggio audace, curioso e a tratti incosciente. Altra caratteristica del “nuovo” Pinocchio è la voce: una voce credibile, non metallica, il cui sviluppo è stato realizzato a partire da una voce umana registrata in studio e allenata da tecnologie di Llm (i modelli di deep learning in grado di comprendere grandi quantità di dati) che danno la possibilità al burattino di capire rapidamente i vari argomenti di conversazione.
“C’era una volta un pezzo di legno…” è la celebre frase con cui inizia la favola. Scritta a caratteri cubitali all’ingresso del parco, apre la strada agli avventori. Un “pezzo di legno” oggi capace, grazie all’intelligenza artificiale, di rivelare segreti e retroscena della sua storia, senza disdegnare, di tanto in tanto, qualche bugia che gli fa crescere il naso, a confermare che sì, quello arrivato a Roma è il vero Pinocchio, con cui sarà possibile andare a fare due chiacchiere fino al 30 settembre.