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Trump, la Corte Suprema degli Stati Uniti deve decidere cosa fare con l’immunità presidenziale

by | Lug 1, 2024 | Tecnologia


Washington è in fermento, in attesa della cruciale sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti. Il verdetto determinerà se l’ex presidente Donald Trump possa avvalersi dell’immunità presidenziale riguardo alle accuse di aver tentato di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020. Le accuse contro Trump sono molto gravi. I procuratori federali sostengono che abbia fatto pressioni su funzionari governativi per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 e incoraggiato i suoi sostenitori all’assalto del Campidoglio il 6 gennaio 2021. Inoltre Trump e i suoi alleati sono accusati di aver orchestrato un piano per utilizzare falsi elettori in stati chiave per ostacolare la certificazione della vittoria dell’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden. Il tycoon si è dichiarato non colpevole, sostenendo che le accuse sono di natura politica e sono state architettate dai suoi oppositori per impedire il suo tentativo di tornare alla Casa Bianca.

La Corte, con una maggioranza di giudici repubblicani di 6 contro 3, sembra propensa a riconoscere un certo grado di immunità penale per gli ex presidenti, anche se probabilmente non l'”immunità assoluta” richiesta da Trump, il primo ex presidente degli Stati Uniti ad affrontare accuse penali. Il team legale di Trump invece sostiene che l’immunità sia una prerogativa necessaria per proteggere i presidenti da future azioni legali motivate politicamente.

L’iter processuale

La gestione del caso Trump da parte della Corte Suprema ha suscitato dibattiti su tempistiche e implicazioni politiche. Nonostante la richiesta di revisione rapida da parte del procuratore Jack Smith, la Corte ha seguito l’iter normale, impiegando 20 settimane per decidere sull’immunità di Trump. Questo tempo è notevolmente più lungo rispetto ad altri casi che riguardavano l’ex presidente, come la sua reintegrazione nelle primarie in Colorado, risolta in meno di 9 settimane. La lunga durata del processo potrebbe influenzare significativamente le elezioni di novembre, rendendo improbabile che il procuratore Smith riesca a processare Trump per le accuse di sovversione elettorale e ottenere un verdetto prima del voto.

Oltre alle accuse già menzionate, Trump si trova sotto inchiesta nello stato della Georgia per presunta manipolazione dei risultati elettorali. Inoltre, in Florida, deve rispondere di accuse federali riguardanti la gestione impropria di documenti classificati dopo aver lasciato l’incarico. La possibilità che Trump possa riconquistare la presidenza aggiunge un’ulteriore complessità alla situazione. In tal caso, infatti, potrebbe cercare di porre fine alle accuse federali contro di lui o addirittura concedersi l’auto-perdono, sollevando nuove questioni costituzionali e politiche.

L’opinione pubblica sembra divisa sulla questione dell’immunità presidenziale. Un sondaggio Reuters/Ipsos di maggio ha rivelato che solo il 27% degli intervistati ritiene che i presidenti debbano essere immuni da procedimenti giudiziari a meno che non siano stati prima sottoposti a impeachment e condannati dal Congresso.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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