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All’inizio del 2024 l’Unione Europea ha visto aumentare drasticamente le segnalazioni relative a frodi e di etichettatura ingannevole dell’olio d’oliva. Infatti, solo nel primo trimestre di quest’anno sono state 50, più del triplo rispetto alle 15 segnalazioni del 2018. La maggior parte di queste riguarda soprattutto errori nelle etichette, sospetti di frodi e problemi di sicurezza associati a sostanze contaminanti. In alcuni casi, gli oli sono mescolati e allungati con sostanze non autorizzate o etichettati come extravergine – con tasso di acidità non superiore all’1% – quando non lo sono affatto, mentre in altri delle indicazioni sbagliate sull’origine dell’olio.

L’aumento dei prezzi

L’impennata dell’attività fraudolenta coincide con un drastico aumento dei prezzi dell’olio d’oliva, più che raddoppiati dal 2018. Questo picco dei prezzi è largamente attribuito alle condizioni meteorologiche estreme causate dalla crisi climatica, che ha significativamente influenzato i livelli di produzione. Secondo i dati provvisori del Consiglio oleicolo internazionale (Coi), la produzione globale dovrebbe scendere a 2,4 milioni di tonnellate nel 2023-24, con un calo del 27% rispetto al 2018-19. Questo declino è particolarmente evidente in Spagna, il maggior produttore mondiale, dove siccità e ondate di calore hanno devastato i raccolti. Nel novembre 2023, 100 kg di olio extravergine d’oliva dalla regione di Jaén, in Andalusia, sono arrivati a costare 787 euro, rispetto ai 262 euro di cinque anni prima. Questo rincaro ha reso il settore ancora più attraente per i truffatori.

Le azioni di contrasto

La Commissione europea ha adottato una politica di tolleranza zero per le frodi e ha implementato nuove regole sui controlli di conformità e sui metodi di analisi per l’olio d’oliva. Tuttavia, secondo il Guardian, la vera portata del problema è probabilmente molto più ampia di quanto suggeriscano le cifre riportate.

Le autorità italiane sono in prima linea nella lotta contro queste frodi. L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) ha condotto un’importante operazione nel 2023, sequestrando 380 tonnellate di prodotti oleari del valore di oltre 2 milioni di euro. In questa operazione, 17 persone sono state denunciate per gravi violazioni relative a etichettature false o mancanti, o per la commercializzazione fraudolenta di oli non extravergini, etichettati come se lo fossero. Un caso eclatante si è verificato nel novembre 2023, quando le autorità italiane hanno sequestrato 550.000 kg di oli dichiarati come olio d’oliva, ma che in realtà consistevano in una miscela di oli vegetali, per un valore di circa 250.000 euro.

Mentre l’Unione europea intensifica i controlli e migliora lo scambio di informazioni tra gli stati membri, resta aperta la sfida di riuscire a monitorare efficacemente un mercato così vasto e complesso, dato che molti di questi prodotti provengono da paesi extra-UE. Inoltre, gli esperti avvertono che questo problema potrebbe estendersi ad altri settori alimentari vulnerabili ai cambiamenti climatici come il cioccolato e il caffè. L’innovazione nelle tecniche di rilevamento, come l’uso di tecnologie blockchain per la tracciabilità o l’impiego di analisi del Dna per verificare l’autenticità dei prodotti, giocherà un ruolo sempre più importante.

Per i consumatori, la consapevolezza rimane fondamentale. L’Ue sta lavorando anche su questo, per migliorare la trasparenza delle informazioni sulle etichette e promuovere l’educazione degli acquirenti finali. Le certificazioni riconosciute a livello Ue, come le Denominazioni di origine protetta (Dop) per l’olio d’oliva, offrono una garanzia aggiuntiva di autenticità e qualità.



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