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Si è conclusa nei giorni scorsi una vasta operazione a livello nazionale delle forze dell’ordine, che mira a contrastare le truffe online e gli accessi non autorizzati ai sistemi digitali. L’intervento, che è stato coordinato dal dipartimento di sicurezza informatica, ha coinvolto oltre 160 agenti dei nuclei operativi per la protezione cibernetica e ha interessato 54 individui in diverse regioni italiane. I risultati delle ispezioni personali e domiciliari effettuate dai militari, hanno consentito di poter acquisire prove significative per il proseguimento delle indagini e il contrasto del fenomeno.

Le truffe più comuni

I dati raccolti dalla polizia postale e per la sicurezza cibernetica nel primo semestre del 2024 mostrano un preoccupante aumento del 10% nei casi di truffe online e frodi informatiche rispetto allo stesso periodo del 2023. Le somme sottratte alle vittime hanno raggiunto i 114 milioni di euro, con un incremento del 71% rispetto al primo semestre del 2023.

Gli inquirenti hanno identificato diverse tipologie di truffe ricorrenti. Una di queste è l’inganno dell’impiegato fittizio, in cui i malviventi spacciandosi per addetti di banche o agenti di polizia, si mettono in contatto con le vittime via telefono o messaggio, e le allertano di un presunto accesso sospetto al loro conto. Dopo aver svolto un lavoro di persuasione, gli stessi truffatori convincono le persone a spostare i fondi su un conto apparentemente sicuro, ma in realtà questo è controllato dagli autori della truffa.

Un altro esempio comune è la frode del parente immaginario. In questa circostanza, il bersaglio viene avvicinato da un impostore, che si presenta come un membro della famiglia in difficoltà, per esempio, un figlio che ha perso i documenti e il cellulare. Il malintenzionato, con il pretesto di dover acquistare un nuovo dispositivo, sollecita l’invio immediato di una somma di denaro.

Infine, gli investigatori hanno rilevato un aumento delle inserzioni di vendita ingannevoli sui social. I frodatori utilizzano piattaforme come Facebook e Instagram per diffondere annunci fasulli relativi a merci e servizi a prezzi straordinariamente convenienti, spingendo gli utenti ad acquistare articoli inesistenti o di qualità scadente. Queste pratiche fraudolente mirano a ingannare gli utenti ignari, causando perdite finanziarie e potenziali furti di dati personali.



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