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Condé Nast ha siglato un accordo con OpenAI per incorporare i contenuti delle sue riviste più celebri, come Vogue e The New Yorker, in ChatGpt e SearchGpt. Quest’ultimo è un progetto pionieristico che mette la startup di intelligenza artificiale direttamente in competizione con i motori di ricerca, inclusi Google. Secondo quanto riportato da Engadget, l’intesa è stata raggiunta in un contesto di crescente preoccupazione riguardo all’impiego non autorizzato dei contenuti da parte dei chatbot di intelligenza artificiale.

Condé Nast ha già adottato azioni legali contro altre startup per violazione del copyright e ha sollecitato il Congresso degli Stati Uniti a intervenire. Un caso emblematico è quello che coinvolge Perplexity, azienda che ha sviluppato un motore di ricerca basato sull’IA, e che è stata accusata da Forbes e Wired di appropriazione indebita di contenuti.

Dopo un’attenta valutazione, l’azienda ha lanciato il Publishers’ Program, che permette agli editori di condividere una percentuale dei potenziali ricavi pubblicitari. La collaborazione tra Condé Nast e OpenAI rappresenta un tentativo di monetizzare l’utilizzo dei contenuti da parte dell’intelligenza artificiale e di garantire un compenso agli editori. Attualmente, il colosso dell’intelligenza artificiale generativa ha firmato accordi con importanti gruppi editoriali come News Corp, Vox, The Atlantic, Time e Axel Springer.

“Negli ultimi dieci anni, i media digitali e le notizie hanno dovuto affrontare sfide significative, poiché diverse società tecnologiche hanno minato la capacità degli editori di lucrare sui contenuti”, ha dichiarato il CEO di Condé Nast, Roger Lynch, in una comunicazione interna riportata da Engadget. “La partnership con OpenAI rappresenta un primo passo per recuperare parte di tali entrate, permettendoci di tutelare e investire nel giornalismo e nelle nostre iniziative creative”.

FP.