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La salute dei ruminanti europei è in pericolo a causa di un’epidemia di una malattia nota come Bluetongue (malattia della lingua blu o febbre catarrale degli ovini). Non si tratta di una malattia “nuova”, ma a far notizia nelle scorse settimane è stata l’impennata dei casi soprattutto in paesi come Paesi Bassi, Germania, Belgio, Lussemburgo, e Francia e, negli ultimi giorni, la difficoltà di contenere questa emergenza, racconta Science.

La Bluetongue: una malattia pericolosa soprattutto per le pecore

La bluetongue è una malattia di origine virale (genere Orbivirus) trasmessa dai moscerini del genere Culicoides, che colpisce i ruminanti e non costituisce un pericolo per l’uomo, né attraverso contatto con gli animali o i loro prodotti, come lana e latte, ricorda l’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Woah) e non è contagiosa. Esistono diversi sierotipi del virus (se ne contano almeno 27) e può colpire diversi animali, dalle pecore, alle capre, ai bovini, ma anche bufali, antilopi, cammelli e cervi. Una delle caratteristiche della malattia è il fatto che possa presentarsi con gravità diverse a seconda degli animali colpiti e solitamente è più pericolosa per pecore e alcuni ruminanti selvatici. Il sierotipo attualmente in circolo nel Nord Europa è il BTV-3.

I sintomi e i casi di malattia della lingua blu in Italia

In Italia il monitoraggio realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” per il 2024 segnala 125 focolai, alcuni recenti relativi al sierotipo 3, soprattutto ovini, soprattutto in Sardegna. Dall’inizio dell’anno circa 350 gli animali morti e abbattuti. Il principale vettore della malattia in Italia è il Culicoides imicola. ​

I sintomi della malattia, quando visibili, possono essere diversi. Tra questi, nelle pecore, gli animali più colpiti, la Woah ricorda febbre, emorragie e ulcere nella bocca e nel naso, saluvazione eccessiva, rigonfiamento di labbra, lingua e mascella, zoppie, perdita di peso, rischio di aborti, perdita della lana, polmonite, diarrea. Solo raramente invece la lingua è blu, per cianosi. La mortalità a causa della malattia può essere altissima, fino al 70%.

La speranza nei vaccini

I casi di bluetongue, con migliaia ormai di focolai segnalati, hanno cominciato a destare preoccupazione dallo scorso autunno. Ma nelle ultime settimane la situazione è diventata più critica, anche per l’apparente fallimento delle misure di contenimento e prevenzione, soprattutto dei vaccini, su cui c’era una certa speranza. Come riferisce infatti la rivista Science, che ha raccolto le voci di diversi esperti e osservatori, c’è un sentimento diffuso di sfiducia da parte degli allevatori nei confronti soprattutto dei vaccini, tre, approvati di recente e messi in campo per combattere le epidemie. Non aiuterebbero a contenere la malattia, non almeno quanto promesso per la protezione dai decessi, e distribuirli come e quanto richiesto per avere un optimum di efficacia appare oggi difficile.



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