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Uno dei momenti più emozionanti di tutta la Convention è stato sicuramente il discorso di Tim Walz, il governatore del Minnesota scelto da Harris come suo candidato alla vicepresidenza. In queste settimane Walz, progressista ed empatico, ha conquistato tutti con i suoi pregi, tanto da non sembrare neanche vero. Lo ha ribadito anche nel suo discorso in cui ha messo al centro soprattutto la sua famiglia. Ma a conquistare ancora di più i cuori è stato suo figlio Gus, il quale si è alzato in piedi tra le lacrime urlando: “That’s my dad”, è mio padre! Il ragazzo, che è neurodivergente e ha manifestato con entusiasmo le sue emozioni, è stato ovviamente preso di mira da certa propaganda ma nella maggior parte dei casi ha commosso il pubblico e soprattutto aperto gli occhi e sensibilizzato su come persone nel suo stesso spettro manifestano i loro stati d’animo.

Il “gatto” di Oprah Winfrey

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La regina della televisione americana Oprah Winfrey ha parlato per la prima volta alla Dnc per mostrare il suo sostengo a Harris. In un discorso impeccabile, ha tirato anche una frecciatina al candidato repubblicano alla vicepresidenza J.D. Vance, il quale anni fa temeva che gli Stati Uniti sarebbero finiti in mano a childess cat ladies: “Quando una casa va a fuoco, non ci chiediamo quale sia la razza o la religione del proprietario. Cerchiamo solo di salvarlo”, ha detto Winfrey nel suo speech: “E se il posto appartiene a una gattara senza figli, beh, cerchiamo di salvare pure il gatto”.

La madre di Kamala Harris

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E ovviamente il punto culminante di tutta la Democratic National Convention non poteva che essere il discorso in cui Kamala Harris ha accettato la sua candidatura: è stato un discorso potente, da vera leader determinata e forte, con idee convincenti e pragmatiche, a volte volitive (come sulla potenza militare americana e sul discorso equanime a riguardo della situazione Israele-Palestina). Ci sono stati momenti anche emozionanti, però, per esempio l’introduzione da parte della sorella oppure il ricordo della madre: “Ha insegnato a Maya e me una lezione che Michelle [Obama, ndr] citava l’altra sera: mai lamentarsi di un’ingiustizia, ma sempre fare qualcosa per cambiarla. Agire. Questo era mia madre. E ci ha anche insegnato a non lasciare mai le cose, e cito direttamente, half-assed”. Un termine intraducibile ma decisamente buffo (contiene la parola ass, culo), ma che rende sicuramente l’idea anche lasciandola in inglese. E se per caso avete ancora dubbi su come pronunciare il nome di Kamala, potete affidarvi alle sue nipoti, che ci hanno regalato un divertentissimo show





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