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La notizia dell’arresto del fondatore di Telegram, Pavel Durov, in Francia ha scatenato una serie di reazioni indignate da parte di alcuni personaggi di spicco come Elon Musk ed Edward Snowden. Durov, 39 anni, è stato fermato all’aeroporto di Le Bourget in seguito a un mandato di ricerca francese, che lo accusa di varie attività illegali tra cui frode e traffico di droga.

L’accusa ha suscitato polemiche riguardo alla libertà di parola, con Musk che ha lanciato un appello alla liberazione di Durov con l’hashtag ‘#FreePavel’. Snowden ha invece condannato l’arresto come un attacco ai diritti fondamentali di libertà di parola e di associazione.

Durov, con un patrimonio stimato di 15 miliardi di dollari, è noto per aver fondato VKontakte e successivamente Telegram, che conta quasi un miliardo di utenti al mese. La piattaforma si distingue per la sua impenetrabilità, attirando l’attenzione delle intelligence di tutto il mondo.

Nonostante la prudenza di Durov nel evitare viaggi in Paesi come Cina, Russia e Stati Uniti, ha deciso di recarsi in Francia dove era ricercato. Questa mossa ha alimentato speculazioni sul motivo del suo viaggio, con alcune fonti che suggeriscono un possibile incontro con Vladimir Putin.

In Russia la notizia dell’arresto ha provocato reazioni contrastanti, con alcuni manifestanti che hanno lanciato aerei di carta con il logo di Telegram sull’ambasciata francese a Mosca. L’ambasciata russa a Parigi ha accusato la Francia di mancanza di collaborazione, mentre Dmitry Medvedev ha ironizzato sull’atteggiamento di Durov.

La società di messaggistica istantanea ha difeso Durov, affermando che Telegram rispetta le leggi dell’Ue e che il suo Ceo non ha nulla da nascondere. La situazione rimane fluida, con molte incertezze sulla risoluzione del caso.

La notizia dell’arresto di Durov continua a tenere banco, suscitando dibattiti su privacy, libertà di parola e responsabilità delle piattaforme digitali.