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La metà dei dispositivi medici basati sull’intelligenza artificiale approvati dalla Fda non testati su pazienti reali

Un recente studio pubblicato su Nature Medicine ha rivelato che quasi il 50% dei dispositivi medici basati sull’intelligenza artificiale approvati dalla Food and Drug Administration statunitense non sono stati addestrati su pazienti nella vita reale. Questa scoperta è stata fatta da ricercatori provenienti da diverse istituzioni di prestigio, tra cui la Unc School of Medicine, Duke University, Ally Bank, Oxford University, Columbia University e University of Miami.

L’impiego dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario offre infinite possibilità, dalla redazione automatizzata di comunicazioni per i pazienti all’ottimizzazione dei trapianti di organi e al miglioramento della precisione durante le procedure di rimozione dei tumori. Il numero di autorizzazioni per dispositivi medici basati sull’IA rilasciate dalla Fda è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, passando da 2 nel 2016 a 69 nel corso di un anno, indicando una rapida espansione della commercializzazione di queste tecnologie.

In particolare, la maggior parte dei dispositivi medici basati sull’IA approvati dalla Fda sono utilizzati per assistere i medici nella diagnosi di anomalie nelle immagini radiologiche, nell’analisi di campioni biologici, nella gestione dei farmaci e nella previsione della progressione delle malattie.

Tuttavia, secondo gli esperti che hanno condotto l’analisi dei dati di validazione clinica su più di 500 dispositivi medici basati sull’IA, ben il 43% di essi non disponeva di dati di validazione clinica pubblicati. Alcuni di questi dispositivi facevano uso di “immagini fantasma” generate al computer anziché provenienti da pazienti reali, e ciò non rispettava i requisiti per la validazione clinica.

In conclusione, l’uso crescente dell’intelligenza artificiale nel campo medico pone l’accento sull’importanza di una corretta validazione clinica dei dispositivi, per garantire la sicurezza e l’efficacia delle loro prestazioni. La sfida per il futuro sarà quella di bilanciare l’innovazione tecnologica con l’accuratezza e la validità dei dati clinici, al fine di assicurare ai pazienti la migliore assistenza possibile.