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Basterebbe il suo palmarès sportivo per giustificare il fatto che John McFall sia stato scelto come portabandiera delle Paralimpiadi 2024, inaugurate oggi, mercoledì 28 agosto, con una cerimonia fra Place de la Concorde e gli Champs-Elysées. Un elenco di successi da far impallidire più di un campione: nel 2006, al Comitato Paralimpico Internazionale, medaglia d’argento mondiale nei 100 metri e bronzo nei 200; nel 2007, Campione del mondo Iwasf, 100 e 200 metri, della Federazione internazionale amputati e sport in carrozzina; lo stesso anno anche vincitore della Coppa del mondo Paralimpica nei 200 metri, nonché medaglia d’argento nei 100 metri al Comitato paralimpico internazionale; quindi, nel 2008, terzo posto nei 100 metri ai Giochi di Pechino.

John McFall durante la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Parigi 2024

John McFall durante la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Parigi 2024Fiona Goodall/Getty Images

Andrebbe però notata una questione sostanziale: alla cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi, McFall non rappresenta una delle 168 delegazioni partecipanti, nel suo caso Gran Bretagna e Irlanda del Nord, ma le Paralimpiadi tout court, e questo perché lui è il primo para-astronauta di un’agenzia spaziale, l’Esa vero, nel 2021, Hayley Arceneaux divenne la prima persona con una protesi a volare nello spazio, a bordo della missione Inspiration4, ma lo fece da private astronaut.

Dal novembre del 2022, infatti, McFall è parte, come riserva, del corpo astronautico dell’Agenzia spaziale europea, nonché protagonista dello studio di fattibilità Fly!, i cui risultati, pubblicati a luglio, hanno dimostrato come “l’esplorazione spaziale non sia limitata da vincoli fisici e che ogni individuo possa contribuire alla nostra comprensione collettiva del cosmo e dei benefici dei voli spaziali per la vita sulla Terra”. Difficile immaginare obbiettivi più ambiziosi di questi per un progetto teso a dimostrare l’opportunità di estendere la conoscenza e l’esplorazione spaziale a tutti.

Classe 1981, vittima di un incidente motociclistico che, a 19 anni, gli causò l’amputazione della gamba destra sopra il ginocchio, McFall ha affiancato alla sua attività atletica, professionistica dal 2005, prima la laurea in Scienze motorie e un master in Galles, quindi gli studi medici: tra il 2016 e il 2018 ha completato il Core Surgical Training in chirurgia generale, urologia, traumatologia e ortopedia, poi è stato ammesso al Royal College of Surgeons. Specializzato in traumatologia e ortopedia, dal giugno del 2023 McFall ha partecipato a corsi e attività di familiarizzazione fondamentali presso lo European Astronaut Centre, a Colonia, per indagare le sfide che la sua disabilità potrebbe rappresentare in una lunga permanenza oltre l’atmosfera. Lo studio ha verificato, fra l’altro, che McFall fosse in grado di evacuare la Stazione spaziale internazionale in una situazione di emergenza e di utilizzare gli attrezzi per l’esercizio fisico sulla Iss, come tapis roulant o cyclette, necessari per contrastare gli effetti sul corpo umano dell’assenza di peso. Che cosa rappresenti questo, non certo solo per lui, glielo abbiamo chiesto di persona, poche ore prima che sfilasse a Parigi.



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