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Chi l’ha detto che cambiare idea è un segno di debolezza? La vicepresidente Kamala Harris alla sua prima intervista da candidata alla presidenza rilasciata alla Cnn ha mostrato un volto nuovo, più pragmatico e decisamente meno ideologico su temi scottanti come immigrazione, ambiente e politica estera, con a suo fianco il fidato running mate Tim Walz. Il messaggio è chiaro: “I miei valori non sono cambiati”, ma le strategie si adattano alle esigenze mutevoli del paese.

Cosa pensa sull’immigrazione

Un tema centrale dell’intervista è stata la posizione di Harris sull’immigrazione. La vicepresidente ha spiegato che l’esperienza accumulata nel suo ruolo le ha dato una nuova prospettiva sui problemi più urgenti e su come affrontarli. In passato, aveva sostenuto la de-criminalizzazione degli ingressi illegali, una proposta che prevede di non considerare reato penale il semplice attraversamento del confine senza documenti.

Tuttavia, ora ha annunciato un approccio più rigoroso, senza però cambiare i sui “valori” sul tema. Si è impegnata a firmare un accordo bipartisan che offra percorsi per la cittadinanza e allo stesso tempo rafforzi la sicurezza ai confini per fermare i flussi di clandestini e lottare contro organizzazioni criminali di traffico di esseri umani e stupefacenti.

Ambiente e fracking

Harris sembra aver modificato anche la sua posizione in merito al fracking, la tecnica di estrazione di gas naturale e petrolio da formazioni sotterranee, duramente criticata dai gruppi ambientalisti. In passato, aveva sostenuto il divieto della pratica, ma ora, pur ribadendo con fermezza che “il cambiamento climatico è una cosa reale”, ha sottolineato la necessità di promuovere un’economia energetica sostenibile che possa coesistere, almeno in parte, con pratiche come il fracking.

Appoggio e Israele

Un altro punto cruciale dell’intervista è stata la politica estera, in particolare le vendite di armi a Israele. Harris ha dichiarato che non intende cambiare l’attuale politica dell’amministrazione Biden, ma ha sottolineato l’urgenza di porre fine al conflitto in corso. “Dobbiamo raggiungere un accordo,” ha affermato, evidenziando la necessità di un cessate il fuoco e del rilascio degli ostaggi.

Un repubblicano in squadra

Harris ha anche espresso l’intenzione di includere un repubblicano nel suo gabinetto, qualora venisse eletta, segnalando un desiderio di promuovere un governo più inclusivo e collaborativo in un momento di forte polarizzazione politica negli Stati Uniti.

Gli attacchi di Trump

Pur non facendo nomi specifici, ha sottolineato che è essenziale avere persone con opinioni diverse per prendere decisioni migliori e più rappresentative. Infine, ha liquidato con fermezza gli attacchi personali di Donald Trump, che ha messo in discussione la sua identità razziale con un secco “Prossima domanda, per favore”. Il prossimo banco di prova mediatico per Harris, previsto per il 10 settembre, sarà un faccia a faccia proprio con il suo avversario repubblicano nella corsa alla Casa Bianca.



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