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Il comitato di vigilanza di Meta, l’organo indipendente che monitora l’andamento dei social del gruppo, ha sollevato dubbi sulla politica di moderazione della piattaforma Threads. Tutto è nato da un utente che ha criticato il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, usando un linguaggio considerato offensivo da Meta e quindi censurato.

Il post in questione conteneva un’espressione che poteva essere interpretata come una minaccia, ma il comitato di vigilanza ha sottolineato che in realtà non rappresentava alcun rischio per la sicurezza, ma doveva essere interpretato in senso figurato. Questo episodio mette in evidenza la necessità di linee guida più chiare e flessibili, capaci di adattarsi alle diverse sfumature linguistiche e culturali.

Il comitato ha anche criticato la politica di Meta sulla violenza e l’istigazione, sottolineando che le regole attuali non sono sufficientemente chiare. Una raccomandazione già espressa nel 2022, quando il comitato aveva evidenziato la necessità di criteri più precisi per distinguere tra dichiarazioni minacciose e discorsi politici retorici.

In generale, la situazione solleva dubbi sulla capacità di Meta di moderare i contenuti in modo equo e coerente, specialmente considerando le differenze linguistiche e culturali. Resta da vedere se la società prenderà in considerazione le osservazioni del comitato e apporterà le necessarie modifiche per garantire una moderazione più efficace e inclusiva.

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