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Gli algoritmi anti-disinformazione di Facebook: una questione controversa

Un acceso dibattito si è acceso sulle pagine della rivista Science, con un gruppo di ricercatori dell’Università del Massachusetts-Amherst che contesta uno studio finanziato da Meta e pubblicato nel 2023 su Science. Secondo i ricercatori, lo studio sosteneva che il social network non avesse influenzato le opinioni politiche degli utenti durante le elezioni statunitensi del 2020. Tuttavia, i ricercatori hanno dimostrato che lo studio era stato condotto durante un breve periodo in cui Facebook aveva introdotto un nuovo algoritmo più rigoroso nel controllo del flusso di notizie, non evidenziato nel documento.

Secondo i ricercatori, questa mancanza di trasparenza potrebbe aver contribuito alla percezione errata che Facebook e Instagram siano fonti affidabili di notizie. Inoltre, il fatto che le modifiche agli algoritmi non siano rese pubbliche solleva delle preoccupazioni, poiché le aziende potrebbero modificarli per migliorare la propria immagine pubblica se sapessero di essere oggetto di studio.

L’editoriale di Science sottolinea l’importanza del contesto nei social media e la complessità della ricerca in questo campo. Nonostante le controversie, l’editoriale ribadisce l’importanza di continuare la ricerca sui social media, considerando il loro profondo impatto sull’umanità e il vasto tesoro di dati che le aziende hanno accumulato.

In conclusione, la questione sollevata da questo dibattito evidenzia la necessità di maggiore trasparenza e attenzione nella ricerca sui social media, al fine di garantire la correttezza e l’eticità degli studi condotti in questo ambito.