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Hearst, il colosso dei media americano, si unisce alla lista sempre più lunga di editori internazionali che hanno siglato accordi di licenza con OpenAI, la società madre di ChatGpt. Tra di loro, anche il gruppo Gedi che di recente ha stretto una partnership con la compagnia di Sam Altman.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, questo accordo permetterà a ChatGpt di accedere alle notizie di oltre 60 pubblicazioni, tra cui Cosmopolitan, Esquire, Elle e San Francisco Chronicle. OpenAI sostiene che ciò permetterà agli utenti di ottenere da ChatGpt risposte basate su informazioni provenienti da fonti autorevoli, con la garanzia di trasparenza e attribuzione chiara dei contenuti originali.

“Con l’avanzare dell’intelligenza artificiale generativa, è cruciale che il giornalismo professionale sia al centro di tutti i prodotti di intelligenza artificiale”, ha dichiarato Jeff Johnson, presidente di Hearst Newspapers. “Integrando i contenuti affidabili di Hearst nei nostri prodotti, rafforzeremo la nostra capacità di fornire informazioni coinvolgenti e affidabili”, ha aggiunto Brad Lightcap, responsabile di OpenAI.

Lo scorso luglio, OpenAI ha presentato SearchGpt, un motore di ricerca simile a Google che si propone di rivoluzionare il modo di cercare contenuti online attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. La partnership della startup con Hearst, così come quelle con altri editori, potrebbe avere l’obiettivo di ampliare i dati a cui il chatbot di ricerca avrà accesso una volta rilasciato pubblicamente, dopo il periodo di test limitato attuale.

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