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Il Guardian si unisce alla protesta contro Elon Musk e annuncia la sua uscita dalla piattaforma X, posseduta dal super miliardario americano-sudafricano a poche ore dalla sua nomina a corresponsabile di uno dei dipartimenti chiave della nuova amministrazione Usa entrante di Donald Trump. I vertici del giornale progressista britannico giustificano la decisione con il diffondersi di “contenuti allarmanti” su X. 

La dichiarazione del Guardian

Come riportato sul sito, il Guardian ha voluto indirizzare un messaggio ai prorpi lettori. “Volevamo far sapere ai lettori che non pubblicheremo più su nessun account editoriale ufficiale del Guardian sul sito di social media X (ex Twitter). Pensiamo che i vantaggi di essere su X siano ora superati dagli aspetti negativi e che le risorse potrebbero essere meglio utilizzate per promuovere il nostro giornalismo altrove.

Stavamo prendendo in considerazione la cosa da un po’ di tempo, dati i contenuti spesso inquietanti promossi o trovati sulla piattaforma, tra cui teorie cospirative di estrema destra e razzismo. La campagna elettorale presidenziale degli Stati Uniti è servita solo a sottolineare ciò che abbiamo considerato per molto tempo: che X è una piattaforma mediatica tossica e che il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per plasmare il discorso politico.

Gli utenti X potranno comunque condividere i nostri articoli e, data la natura del servizio di cronaca in tempo reale, continueremo occasionalmente a incorporare contenuti di X nelle pagine dei nostri articoli.

I nostri giornalisti potranno continuare a utilizzare il sito per raccogliere notizie, così come fanno con altri social network con cui non siamo ufficialmente coinvolti.

I social media possono essere uno strumento importante per le organizzazioni giornalistiche e aiutarci a raggiungere nuovi pubblici, ma, a questo punto, X gioca un ruolo ridotto nella promozione del nostro lavoro. Il nostro giornalismo è disponibile e aperto a tutti sul nostro sito Web e preferiremmo che le persone venissero su theguardian.com e sostenessero il nostro lavoro lì.

Fortunatamente, possiamo farlo perché il nostro modello di business non si basa su contenuti virali adattati ai capricci degli algoritmi dei giganti dei social media, ma siamo finanziati direttamente dai nostri lettori”.

Cresce chi si scaglia contro “l’assolutista della libertà di parola”

I gruppi di campagne contro l’incitamento all’odio e l’UE  hanno criticato Musk per gli standard dei contenuti sulla piattaforma da quando l’ha acquistata per 44 miliardi di dollari nel 2022. Autodichiarato “assolutista della libertà di parola”, l’amministratore delegato di Tesla ha ripristinato account vietati, tra cui quelli del teorico della cospirazione Alex Jones, dell’influencer misogino Andrew Tate e dell’attivista di estrema destra britannico Tommy Robinson. L’anno scorso, la National Public Radio [NPR], l’organizzazione mediatica statunitense senza scopo di lucro, ha smesso di pubblicare su X dopo che la piattaforma di social media l’ha etichettata come “media affiliato allo stato”. Anche la PBS, un’emittente televisiva pubblica statunitense, ha sospeso i suoi post per lo stesso motivo. Questo mese, il festival cinematografico di Berlino ha dichiarato di voler abbandonare X, senza citare una ragione ufficiale, mentre il mese scorso, la polizia del Galles del Nord ha dichiarato di aver smesso di usare X perché “non era più coerente con i nostri valori”. A loro si è aggiunta anche Jamie Lee Curtis: l’attrice premio Oscar ha annunciato su Instagram di aver disattivato il suo account X, scrivendo: “Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. Il coraggio di cambiare le cose che posso. E la saggezza di conoscere la differenza”.

Anche in Italia molti mollano X

Intanto anche in Italia c’è chi esprime il proprio dissenso verso X. Da Elio e le storie tese, che nel loro ultimo post hanno scritto: “Riteniamo #ElonMusk un pericolo per la democrazia e la libertà”. E continuano: “Non abbiamo intenzione di continuare a far parte di una piattaforma di cui è proprietario e che utilizza spudoratamente per la sua orribile propaganda”. A loro si è unito Piero Pelù, che ha disattivato il proprio account su X e chiede ai propri fan di partecipare. “Visto le pericolosissime dichiarazioni neo totalitarie e neo imperialiste esternate da E. Musk ho deciso di chiudere il mio profilo sulla piattaforma X di sua proprietà”, scrive su Instagram, condividendo anche un selfie mentre mostra il dito medio.



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