Nelle ultime settimane, un drone, presumibilmente di fabbricazione russa, è stato al centro di un caso che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza europea. Il velivolo ha sorvolato ripetutamente il Joint research centre dell’Unione europea situato a Ispra, sulle rive del Lago Maggiore, uno dei più importanti centri di ricerca scientifica in Europa, con competenze strategiche in ambiti sensibili come la sicurezza nucleare e spaziale. Secondo le prime ricostruzioni, il drone avrebbe effettuato almeno cinque incursioni nel mese di marzo, un elemento che ha acceso l’allarme tra le autorità e gli esperti.
L’episodio di Ispra è solo l’ultima conferma di una minaccia in crescita: le incursioni di droni, dispositivi che hanno registrato un’accelerazione senza precedenti negli ultimi anni a livello di sviluppo e che stanno ridefinendo gli equilibri della sicurezza globale. Dal conflitto in Ucraina al Medio Oriente, la loro presenza sul campo di battaglia è ormai scontata: “Il vaso di Pandora è già stato aperto e non può essere richiuso”, ha avvertito nel settembre scorso un membro del Centro per l’innovazione del ministero della Difesa ucraino. I rischi però non si limitano soltanto ai teatri di guerra e coinvolgono anche la sfera civile.
La minaccia dei droni
Il crescente utilizzo dei droni in ambito militare sta ridefinendo le strategie di difesa, ponendo sfide sempre più complesse per la sicurezza globale. Non più relegati alla sola ricognizione, questi velivoli vengono impiegati per attacchi di precisione, guerra elettronica, sorveglianza e supporto logistico. “È fondamentale essere consapevoli che i droni hanno una doppia valenza: sono un grande progresso tecnologico in settori come il trasporto e la sorveglianza, ma allo stesso tempo possono essere impiegati in modo improprio, con rischi per la sicurezza”, sottolinea Simone Lo Russo, amministratore delegato di Impianti s.p.a, società che tra le altre cose sviluppa soluzioni tecnologiche per i settori della difesa e della mobilità aerea avanzata.
“Un esempio concreto potrebbe essere l’uso di droni nel contesto delle carceri, dove potrebbero essere impiegati per contrabbandare oggetti dall’esterno o addirittura per compiere attacchi, come già avvenuto in Sudamerica”. In questo senso, spiega Lo Russo, “le infrastrutture critiche più vulnerabili in Italia agli attacchi con droni sono i siti militari, che possono essere bersagliati anche per attività di spionaggio, e i siti energetici. Abbiamo già visto in Ucraina che questi attacchi possono provocare danni notevoli, mettendo fuori uso impianti di gas e centrali elettriche. Anche i grandi eventi e gli aeroporti sono particolarmente a rischio”. Con il rapido avanzamento tecnologico e la riduzione dei costi, cresce quindi l’urgenza di sviluppare efficaci contromisure per neutralizzarli.
Il contrasto alle minacce dei droni si estende anche alla dimensione civile, con particolare attenzione al monitoraggio dello U-Space, ovvero l’insieme dei servizi pensati per garantire l’accesso sicuro dei droni allo spazio aereo, che vede una porzione destinata ai droni fino ai centoventi metri dal suolo, con limitazioni specifiche in aree sensibili come gli aeroporti. Al momento, a livello civile i progressi sembrano ancora parziali, riflettendo una situazione che è stata a lungo sottovalutata. “Per questo è essenziale dotarsi di sistemi anti-drone in grado di monitorare oggetti di piccole dimensioni a bassa quota”, afferma Simone Lo Russo. “A Roma, per esempio, volano quotidianamente tra i trecento e i quattrocento droni, e la capacità di rilevarli e identificarli è fondamentale: bisogna distinguere tra droni ‘collaborativi’, dotati di remote ID europeo, (un sistema di identificazione elettronica per i droni, ndr) e droni ‘non collaborativi’, che rappresentano un potenziale rischio”.
La risposta della Difesa
Le forze armate hanno individuato varie soluzioni per fronteggiare i droni, sia per consolidare la sicurezza interna sia per supportare eventuali operazioni in teatri di guerra. L’esercito sta investendo in sistemi avanzati di difesa anti-drone (Counter-unmanned aerial systems, C-uas), soluzioni integrate che combinano rilevamento e neutralizzazione per proteggere infrastrutture sensibili e unità operative. Le tecnologie di rilevamento spaziano dai radar ai sensori ottici e termici, fino agli scanner a radiofrequenza, in grado di individuare e tracciare la presenza di droni ostili nello spazio aereo. Una volta identificata la minaccia, entrano in gioco strategie di neutralizzazione come i disturbatori di segnale (jammer), che interrompono la comunicazione tra il drone e il suo operatore, e i sistemi di cattura con reti.