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Take It Down Act, in America si discute su una proposta di legge contro i deepfake porno

da | Apr 29, 2025 | Tecnologia


La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato il Take It Down Act, un disegno di legge che criminalizza la “pubblicazione di immagini non consensuali e di sfruttamento sessuale”, inclusi i deepfake porno generati dall’intelligenza artificiale che ritraggono “persone reali e identificabili”. Secondo la proposta, che il presidente degli Stati Uniti ha promesso di vagliare presto per trasformarla in legge – considerando che la First Lady Melania Trump è stata una delle sue ferree sostenitrici – le piattaforme di social media e i siti web dovranno rimuovere le suddette immagini entro 48 ore dalla notifica da parte delle vittime. Una norma che, per quanto sembri orientata a salvaguardare la sicurezza, ha suscitato molte critiche da parte degli esperti del settore.

Secondo la Electronic Frontier Foundation, un’organizzazione no-profit che si occupa di diritti digitali, il Take It Down Act potrebbe essere applicato indistintamente a “tutte le immagini che coinvolgono contenuti intimi o sessuali”, anche se questi non hanno nulla a che fare con il revenge porn – ossia la condivisione di immagini pornografiche senza il consenso della persona ritratta – andando così a intaccare la libertà di espressione. Inoltre, l’organizzazione ha criticato aspramente anche l’assenza di misure adeguate contro le richieste di rimozione in malafede: spesso, infatti, sulle piattaforme vengono segnalati anche contenuti assolutamente legali, che rischiano di essere rimossi solo perchè “vittime” di una segnalazione.

Se la proposta dovesse diventare una legge effettiva, infatti, qualunque contenuto segnalato perché troppo “intimo” o “sessuale” potrebbe essere rimosso senza una verifica adeguata, alimentando così la censura online. “I tempi stretti della legge richiedono che le app e i siti web rimuovano i contenuti entro 48 ore, un tempo raramente sufficiente per verificare se i contenuti siano effettivamente illegali – scrive la Electronic Frontier Foundation nel suo blogDi conseguenza, i fornitori di servizi online, in particolare quelli più piccoli, probabilmente sceglieranno di evitare l’oneroso rischio legale semplicemente rimuovendo il materiale, anziché tentare di verificarlo”. Ma nonostante gli esperti di diritto digitale abbiano criticato aspramente la proposta di legge, questa sembra aver incontrato non solo il consenso dei politici più vicini a Donald Trump, ma anche quello delle grandi aziende tecnologiche come Meta, Snap, Google, Microsoft, TikTok, X, Amazon, Bumble e Match Group – compagnia proprietaria di Tinder.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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