Apple poi è un produttore di smartphone di fascia alta e altri hardware, mentre Meta è un’azienda di software con circa 3 miliardi di utenti che possiedono telefoni di tutti i tipi, quindi anche vecchi e di fascia bassa. Rohlf e Colin Clemmons, uno degli ingegneri dietro Private processing, affermano che non era possibile progettare funzioni AI per WhatsApp in grado di essere eseguite localmente su tutti i dispositivi che usano il servizio. La piattaforma si è quindi concentrata per fare in modo che in caso di violazione lo strumento fosse il più possibile difficile da sfruttare per gli aggressori.
I rischi intrinsechi dell’AI su WhatsApp
“Il progetto prevede la minimizzazione del rischio – spiega Clemmons –. Vogliamo ridurre al minimo la compromissione del sistema“.
L’iniziativa solleva però una domanda più basilare: perché una piattaforma di comunicazione sicura come WhatsApp dovrebbe offrire funzioni di intelligenza artificiale?
Dal canto suo, Meta si dice convinta che gli utenti si aspettano queste opzioni e saranno disposti a rivolgersi a qualsiasi servizio pur di ottenerle. “Molte persone vogliono utilizzare strumenti di intelligenza artificiale nella messaggistica – spiega il responsabile di WhatsApp Will Cathcart in un’email a Wired US –. Pensiamo che realizzare un modo privato per farlo sia importante, perché le persone non dovrebbero passare a una piattaforma meno privata per avere le funzionalità di cui hanno bisogno“.
“Qualsiasi sistema con crittografia end-to-end che utilizzi l’intelligenza artificiale fuori dal dispositivo sarà più rischioso di un sistema end-to-end puro. I dati vengono inviati a un computer in un data center, e quella macchina vedrà i vostri messaggi privati“, afferma Matt Green, un crittografo dell’Università Johns Hopkins che ha provato in anteprima alcune delle opzioni di privacy di Private processing (senza però testare il sistema nella sua interezza) –. Credo a WhatsApp quando dice di averlo progettato in modo che sia il più sicuro possibile, e credo quando dicono che non possono leggere i vostri messaggi. Ma penso anche che ci siano dei rischi. Un numero maggiore di dati privati uscirà dal dispositivo e le macchine che elaborano questi dati saranno un obiettivo per cybercriminali e stati avversari”.
Al di là delle funzioni AI di base come i riassunti dei messaggi e i suggerimenti di scrittura, WhatsApp spera che Private processing possa gettare le basi per una futura espansione verso funzioni di intelligenza artificiale più complicate e complesse, che comportano l’elaborazione e potenzialmente l’archiviazione di più dati. Come dice Green, “viste tutte le cose assurde per cui le persone usano i servizi di messaggistica sicuri, tutto questo renderà i computer di Private processing un obiettivo enorme“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.