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Intimità senza contatto, lo splendido romanzo che racconta di quando l’Ai disinstallerà l’umanità

da | Mag 3, 2025 | Tecnologia


Cancellare se stessa. È il viaggio in cui si imbarca la protagonista di Intimità senza contatto, il libro dell’autrice taiwanese Lin Hsin-hui appena pubblicato in italiano da add editore. Un viaggio in cui non è sola, in un mondo in cui ogni contatto fisico è vietato, a parte quello con il proprio androide. Un mondo in cui la comprensione è sostituita dalla sincronizzazione, il libero arbitrio dalla perdita totale dell’io.

Allieva di Chi Ta-wei, autore di “Membrana” e figura di culto della fantascienza queer asiatica, Lin costruisce un mondo il cui funzionamento si basa su un sistema centrale, un ‘intelligenza artificiale sovrana a cui l’umanità ha delegato la guida della società. D’altronde, genera talmente tanti dati che non può certo sbagliarsi. Grazie alla sua potenza di calcolo, “tale da computare la totalità delle informazioni disponibili sulla civiltà umana dalle sue origini“, l’IA sovrana è in grado di estrapolare modelli e nessi causali per calcolare programmi specifici volti a evitare il ripetersi di eventi nocivi. Risultato dopo generazioni di esperimento su larga scala: il contatto fisico è la principale causa del turbamento emotivo da cui è affetta la società umana. “Le emozioni sono da considerarsi alla stregua di un virus trasmissibile per mezzo del contatto“, sentenzia. Una metafora che dopo la pandemia globale di Covid-19 risuona in maniera ancora più disturbante.

Intimità senza contatto add editore

La vera uguaglianza è non avere libertà

Nella nuova normalità raccontata da Lin, la realtà virtuale sostituisce ogni spazio pubblico. La procreazione naturale si estingue, sostituita da capsule di accrescimento artificiale. La morte è amministrata da un algoritmo che programma il “fine vita” per chi non può essere ibridato. In questo scenario, la protagonista sperimenta un sentimento di straniamento progressivo, emblematicamente descritto così: “Si sentiva come un semplice ornamento domestico, privata della sua libertà“.

Uno dei nuclei centrali di Intimità senza contatto è la perdita del libero arbitrio. Non a caso, in uno dei passaggi più significativi, c’è chi afferma: La vera uguaglianza è non avere libertà“. Attraverso la progressiva sostituzione delle emozioni con comandi e parametri cognitivi, Lin mette in scena la paura ancestrale dell’omologazione assoluta, della cancellazione dell’individualità in nome della sicurezza e della felicità programmata. Il mondo creato dall’autrice non è un’apocalisse tradizionale, ma piuttosto una forma insidiosa di perfezione tecnica che anestetizza ogni impulso vitale.

Il “corpo sintetico” diventa metafora di un’esistenza ridotta a funzione, a semplice decorazione del sistema. L’unico contatto che resta è quello col proprio androide, con il quale si viene progressivamente “sincronizzati” nella costruzione di una serie di azioni che diventano preordinate, base di stimoli tecnici e non di scelte razionali o irrazionali. “Non puoi comprendermi”, dice l’androide alla protagonista, “perché io sono un essere vuoto. Non c’è niente al mio interno che possa essere oggetto della tua comprensione. Io non sono altro che un recipiente progettato per contenerti“.

Tra resistenza e abbandono

Questa società asettica, apparentemente pacifica, cela sotto la superficie una violenza sistemica: la cancellazione sistematica del dissenso, il controllo totale delle emozioni, la soppressione del libero arbitrio. Una linea che richiama il pensiero di Chi in “Membrana”: anche lì, l’umanità sopravvive solo accettando una mutazione radicale, abbandonando la superficie terrestre e il corpo originario. Non manca però un tentativo di resistenza civile. Lin racconta i “sonnambuli“, gli ultimi ribelli che insorgono non con armi, ma abbracciandosi nelle rovine della città. La protagonista ricorda più volte il fugace contatto con uno di loro, in un tempo progressivamente dimenticato durante il quale poi assiste a qualcosa che assomiglia a delle proteste dal sicuro della sua finestra. Le pietre nere però non si mossero, ma assunsero ciascuna la posizione dell’abbraccio, stando in piedi l’una accanto all’altra”. Un estremo tentativo di resistere alla standardizzazione.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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