Per Brett, una delle scelte più felici fatte dai Peccatori “è stata trattare il film come una proprietà intellettuale“. L’insolito (ma non inedito) accordo stretto da Coogler con Warner Bros consentirà al regista di ottenere il controllo dei diritti del suo film tra 25 anni. Come riporta Vulture, alcuni dirigenti degli studi cinematografici ritengono che la decisione costituisca un “precedente molto pericoloso“ per i diritti d’autore e i diritti di distribuzione, destinata a distruggere le attuali dinamiche di potere e “mettere a repentaglio l’intero catalogo: l’asset principale alla base di tutte le valutazioni degli studi“. D’altra parte, “questo è il tipo di atteggiamento che ci vuole con una storia originale – conclude Brett –. È come dire: questa è la mia proprietà intellettuale“.
Per un certo periodo, un nuovo capitolo del Marvel cinematic universe era sinonimo di cinema pieni. Ma ora la stanchezza del pubblico e il sempre minor apprezzamento della critica nei confronti dei film di supereroi ha cambiato le cose. Marvel sta cercando di riprendersi dopo un periodaccio. Ha scaricato Jonathan Majors, una stella nascente del Mcu, dopo un caso di violenza domestica (per cui è stato giudicato colpevole di due dei quattro capi d’accusa). Mentre The Marvels è diventato il film dello studio con l’incasso tra i suoi 33 titoli.
Non tutti i film originali però riscuotono successo, anche perché l’era dello streaming ha rimodellato le abitudini di consumo. Secondo il sito Comscore, a marzo le vendite di film negli Stati Uniti e in Canada sono diminuite del 7% rispetto allo stesso periodo del 2024.
In una recente intervista all’Independent, il regista Steven Soderbergh ha denunciato proprio questa situazione. Il suo ultimo film, Black Bag – Doppio gioco, un thriller di spionaggio con Cate Blanchett e Michael Fassbender, uscito nelle sale il mese scorso, non ha ancora generato profitti: ha incassato solo 37 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 50 milioni. “Questo è il tipo di film su cui ho costruito la mia carriera – ha detto Soderbergh –. E se un film a medio budget, guidato da star, non riesce a convincere le persone di età superiore ai 25 anni a venire in sala, allora non è un bene per il cinema. Cosa succederà a chi dopo di me vorrà fare questo tipo di film?“.
Un esempio di un nuovo modo di fare cinema
In tutto questo, il successo de I Peccatori rappresenta un faro di speranza. Fa parte di un macro gruppo di film originali, molti dei quali incentrati sull’identità e realizzati da registi che negli ultimi anni sono riusciti a trovare una propria fetta di pubblico, un appeal commerciale e l’apprezzamento da parte della critica. Tra questi Past Lives di Celine Song, American Fiction di Cord Jefferson, One of Them Days di Lawrence Lamont e Anora di Sean Baker, che ha vinto il premio come miglior film agli Oscar di quest’anno.
Hancock prevede che “il prossimo decennio vedrà un ritorno delle storie originali”, nel tentativo di attirare un pubblico sempre più ampio. Secondo Brett però il messaggio che emerge da I peccatori e da altre pellicole simili va oltre la semplice stanchezza da franchise: questi film – e il loro pubblico – hanno bisogno di essere promossi e valorizzati nel modo giusto. “Se c’è una cosa che Hollywood non capisce, è quanto il pubblico nero sia disposto a sostenere certi film nel tempo – osserva –. Non è un pubblico occasionale. Le persone torneranno a vedere I peccatori. L’entusiasmo attorno al film, per me, dimostra che ha un potenziale di lunga durata”.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.