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Ricerca, cosa dice il piano Ue da mezzo miliardo per soffiare agli Stati Uniti gli scienziati più brillanti

da | Mag 5, 2025 | Tecnologia


Mezzo miliardo di euro per attirare i ricercatori delusi dall’America trumpiana. Nel corso di un intervento all’Università della Sorbona di Parigi — una delle più antiche e prestigiose istituzioni accademiche d’Europa — la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato un pacchetto da mezzo miliardo di euro per fare del continente un polo di attrazione scientifica mondiale. L’iniziativa, presentata durante la conferenza “Choose Europe for science” (“Scegli l’Europa per la scienza”), punta a convincere gli scienziati americani a trasferirsi oltreoceano, sfruttando il grave momento di difficoltà che sta vivendo la ricerca statunitense. Dalla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, infatti, il sistema universitario statunitense sta affrontando significativi tagli al budget e profonde revisioni nelle politiche di ricerca, misure che hanno già suscitato proteste diffuse e sollevato ipotesi di contenziosi legali. Con questi fondi l’Ue spera di invertire la tendenza storica che ha sempre visto i ricercatori europei emigrare verso l’America: stavolta, si spera, potrebbero essere gli americani a fare le valigie per venire nel Vecchio continente.

Ricerca, il piano di Von der Leyen e Macron

I 500 milioni di euro stanziati dalla Commissione per il periodo 2025-2027 saranno gestiti dal Consiglio europeo della ricerca, un’istituzione che già dispone di 16 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. L’elemento più innovativo dell’iniziativa è la creazione di una “super sovvenzionesettennale, uno strumento finanziario che offre ai ricercatori la stabilità a lungo termine necessaria per condurre studi ambiziosi senza la preoccupazione di dover cercare nuovi finanziamenti ogni anno. “La scienza è un investimento e dobbiamo offrire i giusti incentivi”, ha dichiarato von der Leyen durante la presentazione. La Commissione ha anche previsto di raddoppiare gli incentivi economici per i ricercatori che decidono di trasferirsi da altri continenti in Europa, con l’intenzione di mantenere questo sostegno fino al 2027. La Commissione ha indicato come obiettivo strategico il raggiungimento di investimenti in ricerca e sviluppo pari al 3% del Pil entro il 2030, un aumento considerevole rispetto all’attuale media europea del 2,2%.

La Francia ha contribuito in modo significativo alla formulazione della strategia europea e ha lanciato anche iniziative proprie. Il presidente Emmanuel Macron, che ha ospitato l’evento nella storica università parigina, ha rivolto un appello diretto ai ricercatori di tutto il mondo: “Se amate la libertà, venite e aiutateci a restare liberi”. Macron ha inoltre anticipato che il governo francese presenterà presto nuove proposte concrete per rafforzare gli investimenti in scienza e ricerca a livello nazionale. Non si tratta di iniziative isolate: il Centro nazionale per la ricerca scientifica francese ha recentemente avviato un programma specifico per attrarre ricercatori stranieri, compresi quelli che potrebbero considerare di lasciare gli Stati Uniti. Anche altri paesi europei stanno adottando misure simili: la Spagna ha lanciato un programma da 45 milioni di euro e la Catalogna ha avviato un piano per attrarre circa ottanta scienziati.

Con l’iniziativa annunciata a Parigi, Ursula von der Leyen ed Emmanuel Macron vogliono lanciare un messaggio chiaro: l’Europa vuole diventare il nuovo punto di riferimento per la ricerca scientifica libera e indipendente in un contesto globale in cui crescono le ingerenze politiche nei centri accademici, come accade negli Stati Uniti di Trump. “La scienza non ha passaporto, genere, etnia o partito politico”, ha dichiarato von der Leyen, avvertendo che ostacolarne la libertà è “un errore di calcolo”. Per questo motivo l’Unione europea non si limiterà a fornire i finanziamenti, ma intende creare un quadro legislativo che protegga esplicitamente la libertà della ricerca scientifica attraverso un nuovo atto normativo. Il piano include proposte per semplificare le normative e facilitare l’accesso ai capitali di rischio per startup e imprese innovative. Francia e Ue hanno anche indicato le aree strategiche in cui più si cercano competenze specialistiche. Si tratta di: salute, clima, biodiversità, intelligenza artificiale e tecnologie spaziali.

I tagli di Trump alla ricerca americana

Il tempismo scelto dalla Commissione europea non è affatto casuale. Dall’insediamento di Trump a gennaio, infatti, le agenzie federali scientifiche statunitensi hanno subito cambiamenti organizzativi e finanziari di vasta portata. La National science foundation, che finanzia la ricerca di base negli Stati Uniti, ha visto la cancellazione di oltre mille progetti di ricerca già approvati e potrebbe dover affrontare riduzioni di budget fino al 50% nell’anno fiscale 2026. L’agenzia ha riorganizzato le proprie priorità, con particolare attenzione alla revisione di progetti relativi a temi come diversità e cambiamento climatico. Il direttore Sethuraman Panchanathan si è dimesso a fine aprile, evento che secondo analisti del Washington Post riflette le crescenti pressioni sulla comunità scientifica americana.

La reazione istituzionale ai tagli è stata rapida, con ricorsi legali e soluzioni temporanee adottate dalle università. Ventidue stati americani hanno intentato causa contro l’amministrazione Trump per contestare la legalità dei tagli ai finanziamenti per la ricerca. Un giudice federale ha già emesso un’ordinanza restrittiva temporanea, bloccando provvisoriamente l’applicazione dei tagli nelle istituzioni scientifiche di questi Stati.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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