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L’Eternauta, i fenomeni catastrofici raccontati nella serie potrebbero accadere veramente?

da | Mag 7, 2025 | Tecnologia


L’Eternauta, la nuova serie disponibile su Netflix dal 30 aprile, adattamento televisivo dell’omonimo fumetto argentino, è la reincarnazione visiva di un’opera-mondo che ha attraversato decenni di storia e di memoria collettiva, conservando intatta la sua carica politica. Portare oggi sullo schermo il capolavoro di Héctor Oesterheld e Francisco Solano López significa confrontarsi non solo con un racconto di fantascienza, un dispositivo narrativo intriso di riflessioni etiche e sociali, che avrebbero previsto l’andamento della storia argentina in maniera tristemente efficace, ma con materiale incendiario che ci racconta molto anche della fragilità dei nostri ecosistemi e della vulnerabilità della civiltà tecnologica.

Un fumetto nato dalla resistenza

Quando Héctor Oesterheld, nel 1957, travolge la società argentina con il suo fumetto lo fa per un motivo ben preciso: dare voce, in modo potente e originale, a un pensiero e a una coscienza politica che trovavano in quel momento storico un terreno ostile se non avverso per esprimersi. Oesterheld anticipò, con profetica lucidità, i meccanismi totalitari che sarebbero culminati nella repressione e nella censura. Una dittatura che avrebbe travolto anche lui: nel 1978 fu sequestrato da una squadra militare e da allora non se ne ebbero più notizie.

Oggi, l’Eternauta, produzione ambiziosa diretta da Bruno Stagnaro, che plasma sei episodi intrisi di tensione e bellezza crepuscolare, ci consegna, con uno sguardo crudo e affilato, una diapositiva sul presente che assume una valenza ancora più inquietante. Tutto comincia con una nevicata anomala, spettrale, che cade sulle strade di Buenos Aires. Chiunque viene a contatto con i fiocchi, muore all’istante. In questo incubo ovattato, un gruppo di sopravvissuti, tra loro Juan Salvo e Tano, si rifugiano in spazi chiusi. Il mondo esterno si è dissolto: non c’è luce, non ci sono comunicazioni, tutti i dispositivi sono fuori uso.

Le fasce di Van Allen

Quella neve, che uccide silenziosamente al contatto, non è solo un topos narrativo per rappresentare la minaccia invisibile del potere, ma evoca fenomeni tangibili osservati nel campo delle scienze ambientali e atmosferiche. Un dettaglio narrativo apparentemente secondario è il “collasso” delle fasce di Van Allen, di cui viene fatta menzione dal personaggio di Tano, interpretato da César Troncoso, e che secondo lui dà origine alla nevicata mortale: “È un anello di particelle radioattive che circonda la terra ed è sostenuto dalla forza magnetica dei due poli; è come uno scudo che protegge la Terra da venti solari e altri agenti. Ma se i poli si annullano le particelle radioattive ci piovono addosso”.

Tano, ingegnere elettronico, formula una teoria inquietante: i fiocchi di neve che cadono su Buenos Aires sono particelle radioattive provenienti dalle fasce di Van Allen. Il malfunzionamento della sua bussola lo porta a sospettare che è in atto un’inversione dei poli magnetici terrestri. Nella serie, le bussole, che normalmente puntano verso il nord, risultano fuori asse, suggerendo che qualcosa di profondo abbia alterato o distrutto il campo geomagnetico. Secondo la sua teoria, una forza sconosciuta ha innescato un’inversione dei poli, indebolendo temporaneamente la magnetosfera. Di conseguenza, quella che sta cadendo sulle loro teste non è semplice neve ma “frammenti della fascia di Van Allen in tempo reale”.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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